luglio 13, 2007

6.13 - Il tesoro sommerso

Dopo aver sconfitto una piccola orda di terribili e famelici babbuini dalla pelle blu, Krisonna riprese in mano la mappa e Ivan sollevò lo sguardo in cielo per orientarsi. Stabilirono la direzione in cui procedere e si mossero da quella parte, ma quando stavano per abbandonare l'area, qualcosa di silenzioso piombò giù dai rami di uno degli alberi più alti.
La creatura si rivelò un elfo scuro, proprio come quella maga che avevano incontrato nella Cattedrale. Ma sembrava amichevole.
"State attraversando il bosco?" Chiese al gruppo. Gli altri annuirono, un po' stupiti.
"Anche io. Posso accompagnarvi? Ho notato che è troppo pericoloso proseguire da soli."
"Dove devi arrivare?" Domandò Krisonna. La domanda era lecita perché loro si sarebbero mossi verso nord, e lassù oltre al ghiaccio, al mare e alle scogliere non c'era nulla.
"Volevo raggiungere una città... lontana... ma mi sono perso in questa foresta."
La risposta enigmatica del drow non convinceva nessuno. La città più vicina, a sud, era Colle Ukron. E non si trattava di una vera e propria città, era più un villaggio di meno di mille anime. Qui nel nord, dove la neve copriva la tundra e la taiga per mesi interi, era strano parlare di città. Ed era ancora più strano che ne parlasse un elfo scuro. E che si fosse perso in quasta foresta, in capo al mondo, da dove era improbabile raggiungere qualsiasi altro luogo.
"Sono un abile ladro, - aggiunse lo straniero - e so combattere bene." Mostrò una pistola alla cintura. "Ma ho poco denaro con me, e sono in cerca di un ingaggio."
Gordianus analizzò l'equipaggiamento del sospetto vagabondo. Non era un equipaggiamento qualsiasi, possedeva oggetti rari e costosi. Tuttavia era possibile che fosse a corto di monete d'oro, e certo non si sarebbe privato degli utensili magici per pagarsi da mangiare.
"Va bene, - decise Krisonna - noi stiamo raggiungendo la costa a nord, per completare una missione per conto dei ranger di Dunak Fird. Se vuoi unirti, abbiamo posto anche per te. Io sono Krisonna e sono la leader di questo gruppo. Questi sono Gordianus e Ivan. Ora muoviamoci!"
Ripresero il cammino, sperando di non fare altri incontri spiacevoli.
Non ne fecero.

Giunsero invece presso la scogliera più a nord di Dunak Fird nel giro di un paio di ore. La taiga alle loro spalle si stagliava in altezza come un colossale muro di legno e foglie. La roccia non scendeva fino al mare in modo netto, scivolava invece verso il basso con una ripidissima pendenza fino ad immergersi nell'acqua gelida. Vicino all'inizio della costa scoscesa era stata eretta una stele, sulla quale erano incise delle parole in una lingua sconosciuta.
Krisonna scostò la neve e lanciò un incantesimo per poterle comprendere.
"Le anime annegate infestano questo posto, la nave è il loro covo ed esse risorgono trasportate dalle onde per ghermire le vittime ignare che osano avvicinarsi troppo."
"Mi sembra abbastanza chiaro." Commentò Ivan.
Era un avvertimento che non potevano di certo rispettare.

Scesero lentamente verso il relitto, che giaceva incagliato nella roccia della scogliera. Le onde si infrangevano con forza sul muro di pietra, spruzzando schiuma in aria e inondando l'aria di fragore.
Quando poggiarono i piedi sul ponte della nave, capirono che quel che restava del veliero doveva essere saldamente incastrato sul fondale. Le onde spingevano l'acqua tutto intorno. D'un tratto sembrò di vedere, tra i flutti, il profilo di un volto, trascinato dall'onda. Ma fu un attimo. Poi scomparve, risucchiato dal mare.
Gordianus si concentrò qualche secondo: "Percepisco numerose presenze maligne... sono sotto di noi... forse ancora più in profondità della nave... nonmorti."
"Meglio stare attenti." Suggerì Ivan sfoderando la spada. Il boccaporto per i ponti sottocoperta era bloccato dalla ruggine. Raggiunsero la grata di carico e scarico merci, Gordianus illuminò con la magia la zona sottostante. C'erano resti di corpi umani... un braccio... un teschio. Sangue incrostato sulle assi delle pareti e del pavimento. Cioò che restava dell'equipaggio, forse. O dei curiosi.
Ivan sfondò la grata e scese di sotto. Gli altri lo seguirono. La nave sembrava deserta. Probabilmente solo la stiva inferiore era piena di acqua. Un'ondata scosse la nave per l'ennesima volta, facendo rotolare un teschio da una parte all'altra della stanza. Poi si udirono dei passi.
"Vengono da sopra!" Fece notare Gordianus.
"Sono arrivati con le onde." Intuì Ivan, tornando al passaggio che avevano aperto. Con un salto si aggrappò in alto e si tirò su, di nuovo sopra coperta. Quattro esseri dalla pelle grinzosa, grigiastra e marcescente si dondolavano borcollanti sulla nave. Avevano capelli untuosi e simili ad alghe, occhi scavati dalla morte, carne inflaccidita dalla permanenza in acqua, membra intorpidite dal freddo dell'oceano artico. I nonmorti si accorsero di avere un avversario alle spalle quasi per caso. Nel frattempo anche Krisonna e Gordianus erano risaliti. Si lanciarono su Ivan spalancando le fauci e protendendo le braccia gonfie di acqua.

1 commento:

Anonimo ha detto...

I miei piccoli cari inabissati?
Fa piacere vedere le creature ideate in azione!