giugno 23, 2007

6.05 - Gelb viene rapito

Il cancello della villa di Gelb era stato sfondato, del golem di guardia non c'era traccia.
Vedendo arrivare una soldato dell'ordine cremisi di guardia, lo fermarono per chiedere spiegazioni.
"C'è stata un'operazione di irruzione e cattura, signore. - spiegò il giovane soldato - Pare che quel mago fosse un membro degli eversori."
"E chi sarebbero questi... eversori?" Domandò con cautela Lucian.
"Sono coloro che non riconoscono l'autorità del comandante Zark e che rifiutano di accettare il regime militare accordato da Duca. Sono già stati emanati diversi ordini di cattura. Chi non lascia la città viene catturato e messo in prigione, signore."
Il mezzelfo ringraziò la guardia per la cortesia. I suoi due compagni, coperti da cappe scure, rimanevano lontani. Attesero che il soldato si allontanasse poi decisero di entrare nella tenuta e salire lungo il sentiero fino alla villa, che dominava la cima della collina, circondata da alberi alti e pizzuti. Non c'erano guardie intorno, ma nel prato ai lati del sentiero notarono le carcasse di alcuni golem di guardia. Quando giunsero davanti alla casa di Gelb, un soldato li scorse dalla porta e uscì tendendo il palmo della mano verso di loro.
"Fermi! Fermi! E' in corso un operazione militare."
"Eravamo venuti per incontrare Gelb. - Inventò Lucian - Avevo ordinato un... golem da guardia... un cane. Meccanico. Volevo sapere a che punto erano i lavori."
"Dubito che potrà ritirare il suo lavoro, signore. Gelb è accusato di tradimento."
Il mercenario strinse gli occhi e sbirciò sotto il cappuccio del ranger.
"Ehi! Ma lei è Lucian Kalashtar! - esclamò - Signore sono onorato di fare la sua conoscenza. Sappia che se mi sono arruolato è stato per seguire il suo esempio e diventare un giorno un vero avventuriero!"
"Grazie... Grazie..." Rispondeva Lucian imbarazzato. Ma nonostante insistesse, non riusciva ad ottenere il permesso di passare. Kimar si accorse che all'interno della casa stavano recitando incantesimi. Dovevano affreattarsi. Riferì cosa aveva sentito al ranger.
"Cosa sta accadendo?" Domandò Lucian.
"Un interrogatorio, credo. - Rispose titubante il giovane. - Ora devo rientrare, stavamo aspettando un ospite affinché interrogasse il prigioniero. Probabilmente è arrivato!"
Ma un'altro soldato si affacciò dalla porta, intimando la giovane guardia di accompagnare gli ospiti al cancello. "Venite, seguitemi per favore..." Chiese il soldato. Appena scesi una decina di passi, Ivan e Lucian assaltarono il poveretto stordendolo. Poi tornarono alla villa.

Utilizzarono il loro piano più collaudato. Entrare e fare un macello.
Appena affacciatisi alla porta, notarono che l'ingresso era al primo piano e che nel salone al piano inferiore era stato aperto un portale. Un mago spinse Gelb attraverso il varco dimensionale, poi si accorse degli ospiti. Ivan e Lucian lo riconobbero subito. Era lo stesso ceffo che avevano affrontato al cimitero qualche mese fa, un esponente della Confraternita Arcana.
Il mago ordinò alle guardie di attaccare. Fu l'ultima parola che poté pronunciare perché un incantesimo di silenzio avvolse l'area. Kimar tentava così di impedirgli di lanciare incantesimi.
Ivan saltò oltre il parapetto atterrando pesantemente sul parquet di legno, che si crinò e scheggiò sotto il peso del guerriero. Lucian attivò il suo anello e planò al piano di sotto.
Il ranger si scagliò sul mago ma l'incantatore, silenziosamente, riuscì a lanciare un muro di forza tra sé e il ranger. Ivan nel frattempo si trovò completamente sommerso da soldati. Senza alcun ritegno per quei giovani combattenti (molti dei quali ignari della vera natura del loro ordine) scatenò la sua furia mutando in bestia e iniziando a falciarne via uno dopo l'altro.
Lucian si accorse che il salone dove stavano combattendo possedeva una finestra a vetri sul lato sud. Volò dritto contro la vetrata sfondandola, poi si rigirò in volo e rientrò oltre il muro di forza.
Kimar si liberò del soldato che aveva di fronte, poi spiegò le sue ali piumate e decollò dal balcone all'ingresso per raggiungere Lucian.
Il ranger sferzò l'incantatore con le sue lame, ferendolo gravemente. Si accorse però che un fremito attraversò il corpo dell'avversario quando la sua spada lo colpì con particolare ferocia. Poi ci fu una vibrazione nell'energia del portale. Quando Lucian affondò di nuovo la punta della sua arma contro il mago, il colpo andò a vuoto. L'immagine illusoria svanì.

Ivan si liberò di una decina di soldati, gli altri, vedendo scomparire il loro capo, si ritirarono in fretta e furia. "Deve essere fuggito attraverso il portale, - disse Ivan - lasciando un'illusione al suo posto". Ma il portale era ancora aperto. "Saltiamoci dentro!" Propose Kimar. "Non sappiamo cosa può esserci dall'altra parte!" lo avvertì Lucian. La breccia dimensionale iniziò a collassare dopo pochi minuti. I tre erano ancora lì davanti, incerti se rischiare o meno. Poi Lucian estrasse una piuma magica di quelle che avevano ricevuto da Valisid. "Qualsiasi cosa ci accada, possiamo mandare un messaggio grazie a questa piuma e farci venire a riprendere." Suggerì il ranger. Era un piano interessante. Poteva funzionare, se non finivano uccisi appena oltre la soglia. Il portale si restringeva a vista d'occhio. Kimar si lanciò dentro, gli altri lo seguirono. Ci fu un rumore di scintille ed un lampo di luce, il passaggio si chiuse dietro di loro.

giugno 22, 2007

6.04 - Un alleato dall'Elysium

Gordianus ricevette le cure per le ferite inferte dai wraith, quindi fu condotto alla sua cella per riposare e recuperare le forze. Anche Azalorn, ricevuti indietro i suoi guanti magici, decise di lasciare il tempio e tornare alla locanda. Krisonna aveva alcuni studi da ultimare riguardo la creazione di oggetti magici che sarebbero potuti tornare utili.
Bree si avvicinò a Ivan e Lucian, presentando loro Kimar.
"Durante la nostra incursione nel dedalo ottaedrico siamo riusciti a recuperare un enorme golem di metallo che potrebbe rivelarsi un potente alleato, se funzionasse. - Spiegò la Custode del Culto - Ma non tutti gli incontri in cui siamo incappati per portare indietro il golem sono stati con avversari ostili." Stese la mano verso una figura incappucciata alle sue spalle. La figura si fece avanti e si tolse la cappa dal volto. Nonostante i lineamenti umanoidi, era chiaro che si trattava di una creatura non umana: gli occhi possedevano una profondità soprannaturale e un folto casco di piume gli copriva il capo, al posto dei capelli. "Si chiama Kimar, è un esterno proveniente dalle distese dell'Elysium. - lo introdusse la sacerdotessa - Probabilmente è rimasto imprigionato in quel prisma magico per più di duecento anni, e ora non è più possibile per lui tornare alla sua terra di origine. Ma potrebbe essere un utile alleato."
Bree si allontanò e Kimar si presentò ai due avventurieri. Come tutti gli avoral, possedeva un folto piumaggio che dal capo scendeva lungo la schiena e ricopriva le braccia. Estendendo le piume attorno agli arti superiori era in grado di volare. I suoi piedi invece, erano artigliati come quelli di un falco. Per il resto, aveva una forma umanoide e modi di fare gentili. Il suo scopo ora, era quello rendersi utile. La sacerdotessa gli aveva spiegato quello che stava accadendo, e non se ne sarebbe rimasto con le mani in mano.

Si spostarono camminando verso la navata centrale. Mara venne loro incontro chiedendo di poter parlare con Kimar. L'avoral era sorpreso, non conosceva ancora nessuno qui ed ora questa mezzelfa dall'aspetto esile e dai lunghi capelli bianchi gli chiedeva udienza come se potesse disturbarlo. "Voi siete un Guardinal vero?" Chiese Mara. Aveva riconosciuto la stirpe di Kimar dal suo aspetto. "Io e Adranth eravamo dei devoti alla vostra razza, da quando ci siamo conosciuti. Quando Adranth è morto, ho pensato che la sua anima potesse raggiungere l'elysium e riposare in quelle terre... come avrebbe voluto. Ma il cataclisma, i terrori ancestrali, tutto quello che è accaduto... non posso credere che il suo spirito sia disperso nel freddo piano sidereo. - Mara guardò verso il basso, per nascondere eventuali lacrime - E' per questo che io continuo a combattere anche adesso che lui morto. Se riusciremo un giorno a porre fine a tutto questo, lui potrà raggiungere la tua terra madre, ed io quando sarà la mia ora lo raggiungerò a mia volta."
La ladra frugò in un borsellino della sua cintura e ne estrasse alcune gemme magiche.
"Se tu sei qui, forse quel paradiso esiste ancora... Tieni queste gemme magiche. - disse porgendole a Kimar - Adranth non ne può più fare uso. Ormai sono l'unica esponente dei Pugnali di Cristallo rimasta in vita. Devo farmi valere anche per lui."
Kimar la ringraziò, poi la mezzelfa si allontanò.

"Consiglio nella sala delle cerimonie private." Annunciò loro Arose, invitandoli a seguirla.
Nella sala li stavano già attendendo il Generale Carith e gli altri ufficiali.
"Grazie al provido intervento degli avventurieri nostri alleati, - aggiornò Carith - siamo riusciti a restituire la sua tana a Valisid, ed ora abbiamo un drago di argento che ci ha promesso il suo supporto. La missione nel dedalo ottaedrico ha portato alla luce un golem di incredibile potenza, che forse riusciremo a far funzionare. Abbiamo anche recuperato Armadale dalle catacombe sotto il nostro tempio. Manca poco e saremo in grado di sferrare un attacco alla fortezza degno di essere chiamato diversivo."
"Piano con i facili entusiasmi. - Intervenne Bree - Sappiamo anche che il Tempio di Sinth è stato dichiarato luogo di attività eversive. Poiché ancora nessun mercenario ha osato entrare qui dentro ed arrestarci, le ipotesi più plausibili sono due: che riescano a tenerci sott'occhio magicamente... o che ci sia una spia fra di noi."
Tutti si guardarono l'un l'altro. Con le divinazioni ostacolate e le camere interne del tempio protette da scrutamenti magici, l'ipotesi che ci fosse una spia era la più valida.
"Ora abbiamo altro di cui preoccuparci. - Bree prese di nuovo la parola - Dobbiamo aumentare ancora il numero dei nostri alleati, e serve l'aiuto di tutti."
Espose i piani del tempio all'intero consiglio. Gli avventurieri decisero di occuarsi di contattare Gelb Rothblau, l'abile ingegnere costruttore di golem che viveva nel quartiere nobile di Keremish. "Non abbiamo sue notizie da diversi giorni, non risponde ai messaggi magici." Li avvertì la Custode del Culto. La sua esperienza però era indispensabile per riattivare il golem del dedalo ottaedrico. Quando il consiglio fu chiuso, gli avventurieri si mossero a passo veloce verso l'uscita del tempio.

"Aspettate un attimo!" Chiese velocemente Kimar.
Corse al centro della sala grande, dove Mara stava discutendo con alcuni avventurieri. Lucian riconobbe subito Orion ed il suo gruppo. "Mara... - le disse l'avoral - Ti lascio questo mio diario. Ci sono descritte molte cose della mia vita presso i campi elisi, e credo che ti farà piacere leggerlo." La mezzelfa lo accettò con entusiasmo. "Grazie." Gli disse.
A quanto pareva il gruppo di Orion era in partenza per Palaniuk, nel tentativo di bonificare l'area da qualsiasi cosa avesse reso la zona una palude melmosa in pochissimo tempo. Ivan diede a Merry e agli altri le poche informazioni che avevano accumulato a riguardo. Poi i gruppi si separarono. Seguendo le indicazioni di Mara, Ivan, Lucian e Kimar si mossero utilizzando i traboule segreti fino al quartiere nobile, dove si sorgeva la villa di Gelb.

giugno 20, 2007

6.03 - Gli spettri del ponte di pietra

Una figura solitaria apparve d'improvviso sull'altro lato del ponte. Azalorn.
Il ranger sfoderò le pistole mentre i wraith scivolavano eterei contro Gordianus, attratti in qualche modo dalla sua aura di bene. Gli spettri si accalcarono sul paladino sferzandolo con le loro dita gelide. Il mezzodrago fu in breve sopraffatto, soprattutto dopo che Seldal scese dall'alto per colpirlo di persona.
Lucian e gli altri si lanciarono nella mischia, ma furono le ripetute palle di fuoco scatenate dalla magia di Krisonna a decimare l'orda di nonmorti. Quando le esplosioni di fiamme cessarono, Gordianus era vivo a malapena. La sua forza vitale era stata prosciugata dalle anime inquiete. Azalorn esplose colpi su Seldal, uno dei pochi spettri ancora in vita, ma le pallottole della sua pistola attraversavano il corpo del nonmorto come fosse aria.
"Servono armi magiche!" Pensò tra sé e sé il ranger. Ma sia Lucian che Ivan ne avevano, e non le risparmiarono. A colpi di spada e spadone abbatterono i wraith rimasti, poi si concentrarono su Seldal e lo rispedirono (nuovamente) all'altro mondo. Mentre Ivan aiutava Gordianus ad alzarsi, dal fondo del crepaccio provenivano lamenti soffocati e rumori sinistri.
"Ce ne sono altri!" Fece notare Lucian.
"Da questa parte!" Gridò loro Azalorn. Gli avventurieri attraversarono di corsa il ponte di pietra e si infilarono nella galleria naturale. Mentre scendevano verso sud Azalorn spiegò loro che aveva ricevuto indicazioni da Lepel su come raggiungerli. Un passaggio che dal cimitero attraversava le montagne e giungeva ai piedi del sentiero per passo Silberhorn.
Sbucarono presso un vecchio santuario nel camposanto, come aveva detto loro Azalorn.
Usando la mappa dei traboule che Gordianus aveva avuto dai Pugnali di Cristallo ne individuarono uno che conduceva al tempio. Il passaggio era stato murato dalla parte del tempio, ma grazie alla Cappa del Saltimbanco si teletrasportarono oltre. Si diressero verso la sala delle cerimonie, dove li attendeva la Custode del Culto Bree.

giugno 18, 2007

6.02 - Uno spettro dal volto noto

La caverna era chiaramente una spelonca naturale. Lucian analizzò l'ingresso, con i polpastrelli saggiò l'acqua che scendeva lungo le pareti rocciose e si figurò in che modo stalagmiti e stalattiti si allungavano. "Si tratta di una cavità carsica, creatasi nei millenni a causa dell'erosione delle rocce calcaree da parte delle acque che si originano in cima alle catene montuose". Il ranger intravide nell'oscurità un ruscello con alcuni anfibi tipici delle correnti d'acqua sotterranee. Con la sua scurovisione analizzò anche il terreno più avanti. Sarebbe stata una passeggiata piuttosto scomoda, il terreno non era battuto e avrebbero dovuto affrontare qualche dislivello. Ma si poteva fare.

Avanzarono nel buio per diverse centinaia di metri, illuminati dalla luce magica lanciata provvidenzialmente da Krisonna. Era difficile orientarsi, non sapevano esattamente in che direzione si stavano muovendo, quello che era certo è che c'era un altra uscita, da qualche parte, più avanti. Poi Lucian scorse delle pitture su una parete. Sembravano indicare un passaggio, e un disegno stilizzato riproduceva una pietra tombale. Krisonna concordò, sembrava proprio una lapide. "Forse conduce a morte certa." Ipotizzò il paladino. Ma non gli diedero ascolto. Ivan era ansioso di esplorare quella deviazione. Si inoltrarono nello stretto pertugio, costretti in un primo momento a strisciare tra le rocce. Poi il passaggio si allargò, ed una brezza più forte indicò che erano vicini all'uscita. O almeno, ad una delle uscite.
"Aspettate qui, vado avanti io!" Disse Lucian intravedendo la luce del giorno in lontananza. Quando giunse all'apertura, si rese conto che dava su un gigantesco arco di pietra che si stendeva orizzontalmente tra due colossali pareti verticali. Una specie di ponte naturale di pietra grezza che univa due mura di roccia altissime, probabilmente il fondo di un crepaccio altissimo. Da lì non era possibile vedere la cima, ma solo una striscia di cielo nuvoloso, a centinaia di metri di altezza. In fondo invece si muoveva una massa nebbiosa di fumi e polvere, che impediva di capire a che profondità fosse il terreno. Ad ogni modo, il ponte sembrava attraversare il crepaccio e dall'altra parte si scorgeva un'apertura nella roccia che poteva essere la continuazione del passaggio.
Il resto del gruppo raggiunse il mezzelfo non appena questi fece loro segno.

"Ma dove siamo?" Chiese Krisonna. Lucian tentò di orientarsi con la luce del sole.
"Siamo sotto il passo Silberhorn!" Disse, rimendendo sconcertato dalle sue stesse parole.
La caverna doveva aver virato lentamente verso nord, e con questo passaggio erano di nuovo tornati a muoversi verso est. Ora si trovavano alla base del passo in cima al quale Valisid aveva costruito la sua tana. Il leggendario passo Silberhorn.
Gordianus si stava avventurando sul ponte, che era abbastanzo solido e massiccio da non preoccupare nessuno riguardo la sua tenuta. Ma non si accorse che dalla nebbia in basso stava emergendo qualcosa. Anzi più di qualcosa. Ombre evanescenti, lasciti di creature morte da secoli, i resti delle anime delle persone precipitate nelle profondità del passo e schiantatesi al suolo dopo una caduta di centinaia di metri. Inquiete e assetate di vita, le essenze spettrali si accorsero che un paladino stava attraversando il ponte. Lentamente si sollevarono mosse dalla brama di vita. Gli altri le notarono mentre emergevano dal suolo e si sollevavano a circondare il mezzodrago. Gordianus si accorse di essere circondato da essenze traslucenti solo quando le vide apparire tutte attorno a sé. Ma era la presenza di una in particolare, la più inquietante e potente, che si sollevava a distanza, che li inquietò: l'anima in questione aveva ancora un aspetto molto simile alla sua immagine mortale, segno che era morta da relativamente poco tempo. Eppure la sua figura emanava enormi propagazioni di energia negativa, che sembravano rinvigorire tutte le altre anime.
"Sono wraith!" Disse Krisonna.
"E quello... è Seldal." Aggiunse Lucian.
"Seldal?" Sgranò gli occhi Ivan.
L'ormai ex-comandante dell'ordine del Teschio Cremisi era stato da loro sconfitto proprio di fronte alla tana di Valisid molti mesi addietro. Il suo corpo doveva essere precipitato in fondo al crepaccio assieme a molti dei suoi soldati, trasformandosi infine in un potente nonmorto etereo.

giugno 13, 2007

6.01 - Non si scende a patti con il diavolo

"Sveglia! - sussurrò Valisid agli avventurieri che stavano ancora dormendo, all'ingresso della sua tana - C'è una visita per voi."
Gordianus e Krisonna erano appena ritornati da un lungo viaggio nel territorio della morte. Il drago aveva recuperato le loro anime con un potente incantesimo, ma c'era sempre qualcosa... una parte della propria essenza... che rimaneva nel buio, nell'oblio, come se si venisse strappati dalle tenebre e qualcosa restasse attaccato a quell'oscurità. Comunque avevano riposato diverse ore, sufficienti a rimettersi in piedi ed affrontare le prossime sfide facendo buon viso a cattiva sorte.
"Di chi si tratta?" Domandò Lucian.
"Di Lobas." Rispose Valisid. Il drago si trovava in forma umana ed aveva dipinta sul volto un'espressione di diffidenza e fastidio. Ormai era chiaro che Lobas non faceva parte dei buoni, ma non era nemmeno coinvolto con l'orda che stava tenendo sotto assedio Keremish e che ne aveva invaso la fortezza.

Il mago li aspettava oltre il ponte di corda che si stendava sul crepaccio collegando la tana di Valisid al sentiero lungo il crinale. Il drago restò ad aspettarli in forma umana poco più indietro. Il gruppo si avvicinò a Lobas. Lo sguardo vitreo dell'arcanista si posò su di loro, impassibile, soprannaturalmente sereno. Come sempre.
Lucian si lasciò andare a qualche commento sarcastico, ma Lobas fece finta di non sentirlo.
"Credo che sia giusto mettervi al corrente, innanzitutto, che voi siete attualmente le uniche persone ad essere a conoscenza del mio... per così dire... segreto."
Prima che potessero domandare qualcosa, Lobas riprese a parlare: "Ho fatto uccidere Kemper, questa notte. Rintracciato e messo a tacere per sempre. Era pericoloso."
"Non stai acquistando punti." Sussurrò Gordianus fra i denti.
"Ma Carden è al corrente di quanto sei caduto in basso?" ringhiò Lucian.
"Mia figlia sa tutto di me, ma è sempre stata libera di scegliere da quale parte stare." Gli rispose Lobas. "Ma adesso vengo a voi con una proposta. - continuò - Io posseggo delle informazioni che potrebbero esservi estremamente utili... potrei addirittura garantirvi una via di accesso per la fortezza del palazzo del duca. Sarebbe un notevole vantaggio per voi, potreste raggiungere l'emissario e porre fine all'influsso di Melpheron una volta per tutte. Ma in cambio... voglio la vostra memoria." Si fermò qualche secondo, sicuro di aver catturato la loro attenzione.
"Ho un collaboratore che possiede la capacità di modificare la memoria delle persone grazie ad alcuni incantesimi particolari... rimuoverò solo quel ricordo, e in cambio vi fornirò le preziose indicazioni di cui avete bisogno."
Krisonna era d'accordo, ma assieme a Lucian iniziarono a discutere riguardo le garanzie. Come potevano fidarsi di Lobas? In ogni caso Gordianus non era propenso ad accettare alcuna proposta, e Valisid sembrava schifata alla sola idea di scendere a patti con un servitore di Hyssiris. Chiaramente il drago d'argento non aveva alcuna parola sulle decisioni degli avventurieri, ma poiché Gordianus non avrebbe mai potuto accettare, decisero di rifiutare l'offerta.
"Bene... - disse Lobas dopo aver sbuffato spazientito - Si dice che nessuno di noi possa scegliere come nascere, ma a qualcuno è dato di scegliere come morire. Avete fatto la vostra scelta. Guardatevi le spalle, perché non potrò permettervi di continuare a vivere, conoscendo le mie alleanze." Si voltò avvolgendosi nel mantello viola e scomparve nella luce dell'alba.
"Potevamo ucciderlo subito!" Protestò Gordianus.
"Se fosse stato così facile, l'avrei già fatto io. - gli fece notare il drago d'argento - Lobas è molto più forte di quello che sembra. Deve avere più di un segreto da nascondere."

Attesero che la lunga alba desse spazio alla luce del giorno, poi partirono per tornare a Keremish. Attraverso uno dei traboule era possibile raggiungere la piazza del tempio superando le mura cittadine a est. Avrebbero però dovuto seguire i sentieri che correvano lungo il fianco delle montagne, sepolti dalle foreste sempreverdi di conifere. Krisonna utilizzò la magia per generare alcune cavalcature magiche, dopodiché scesero dalle alture innevate lungo i sentieri rocciosi. Valisid aveva dato loro alcune piume magiche, per poterla contattare in qualsiasi momento.
Si infilarono nei boschi di abeti e di felci. Lucian fischiò a lungo finché il suo compagno animale, un possente lupo nerò dalla muscolatura terrificante, giunse correndo nel sottobosco e si affiancò al gruppo. Il sentiero sembrava condurre all'interno di una caverna.

giugno 12, 2007

5.16 - Il lago di sangue

Lucian e Valisid si lanciarono a lame sguainate contro i beholder che saggiamente colpivano i bersagli con i raggi oculari da un'appropriata distanza. Lerac e l'orrore cremisi invece attaccarono Gordianus. Il paladino, già precedentemente ferito da alcuni raggi degli occhi tiranni, iniziò a combattere strenuamente contro i due energumeni. Il minotauro sferrava terribili colpi con le sue asce gemelle, l'orrore cremisi utilizzava gli artigli e la possente coda per attaccare il mezzodrago. Ivan entrò nuovamente in furia, il volto trasformato in un tasso crudele, affiancò Gordianus contro i due avversari. Golmore invece, evitando i campi magici irradiati dagli occhi centrali dei beholder, bevve una pozione di invisibilità e scomparve. Lucian sapeva benissimo che sarebbe riapparso da qualche parte di lì a poco, pronto a squarciare in due uno de suoi compagni con un solo colpo di Tenebrosa.
Un raggio di beholder colpì Krisonna, poi un altro, infine l'ennesimo... letale. La maga cadde a terra priva di vita, la sua anima annientata magicamente da un incantesimo della morte. Valisid squarciò uno dei beholder e si lanciò sul successivo. In quel mentre Gordianus, colpito dai mortali fendenti di Lerac, cadeva al suolo sconfitto. Golmore riapparve alle spalle di Lucian.
"Ti strapperò via l'anima!!!" Gridò il Creepian al ranger, ma i suoi fendenti furono in parte schivati ed in parte attutiti dal'agilità del mezzelfo, che riportò solo qualche ferita. Lucian ricambiò con una serie impressionante di fendenti che lasciarono il mietitore ad un passo dalla morte.
E poi ...BROOOOM... un rumore cupo e rimbombante scosse la caverna. Alcune stalagmiti si staccarono dal soffitto e caddero sul campo di battaglia. Valisid sfoderò le gigantesche ali argentee e si tuffò su un altro beholder, mentre Ivan dava il colpo di grazia al minotauro.
...BROOOOM... di nuovo la caverna tremò dal pavimento al soffitto. Uno sciame di pipistreli si staccò e volò via. Crepe nella roccia si allungarono su tutte le pareti. "Sta crollando?" Sì domandò Lucian. Ed il pavimento cedette.

Si ritrovarono a guardare il soffitto allontanarsi. Solo uno dei beholder era sopravvissuto, e assieme a Valisid (che poteva volare) osservava tutta la stanza precipitare nel vuoto, una caduta all'interno di una caverna inferiore molto più ampia.
Ruotando in aria, Lucian si accorse che centinaia di metri più in basso li aspettava un lago di liquido rosso ed un drago dal manto perlaceo e dal ventre carminio che continuava a colpire le pareti della caverna per causarne il crollo. Possedendo un anello del volo capì che era l'unico in grado di salvare Ivan, e cercò di raggungerlo tra le rocce ed i detriti cadenti.
Ivan intanto stava affrontando in volo l'ultimo avversario rimasto. L'orrore cremisi balzava di parete in parete con sorprendente agilità. Schivò un paio di rocce cadenti e colpì ivan in volo, facendolo rimbalzare contro un muro e poi rotolare in aria. Il guerriero vide il suo compagno mezzelfo che si precipitava -letteralmente!- verso di lui... allungò un braccio e lo afferrò. Lucian attivò il potere dell'anello magico e sembrò per un attimo che i due scomparisserò risucchiati verso l'alto. In realtà, era tutto il resto che continuava a precipitare.
Il corpo di Lerac si conficcò su uno spuntone di roccia sporgente, Golmore cadde nel lago di sangue, seguito dal corpo di Gordianus. Krisonna, senza vita, si schiantò su delle pietre rimbalzando su una delle rive. L'orrore cremisi precipitò in acqua e scomparve fra i flutti.

Lucian e Ivan poggiarono delicatamente i piedi sulle rocce vicino al corpo frantumato di Krisonna. Con un incantesimo sarebbero riuscita a portarla in vita, anche in quelle condizioni. Ma il corpo di Gordianus era impossibile da recuperare: Valisid aveva raggiunto il drago di sangue e riassunto la sua forma di drago. C'erano due draghi enormi che combattevano a morsi, artigliate, codate e colpi d'ala in mezzo ad un pozzo colmo di acqua e sangue. Oltretutto, l'orrore cremisi non era morto e avrebbe potuto riemergere da un momento all'altro. Lucian si caricò anche del corpo di Krisonna e insieme a Ivan risalirono lentamente la caverna fino alla cima.
Riaffiorarono nell'antro dove avevano affrontato i beholder.
"Presto! - disse Ivan - dobbiamo uscire di qui!" Caricò sulle spalle Krisonna e iniziò a scappare. Un tremore, un ruggito ed infine una specie di terremoto richiamarono la sua attenzione prima che potesse voltare l'angolo: il drago del sangue stava emergendo anche lui dal basso. Prima una zampa, poi l'altra, infine il muso aguzzo munito di canini prominenti e occhi iniettati di odio. L'aura di terrore irradiata dalla creatura invase la caverna, ma Lucian resistette.
"Andate avanti, scappate! A lui penso io!!!" disse il mezzelfo in un delirio di coraggio e follia.
Si stava scagliando sul colossale nemico quando questi con un colpo di testa sfondò il soffitto e continuò a salire verso l'alto. Dietro di lui c'era Valisid, che tentava di raggiungerne la coda per strappargliela a morsi. Entrambi i draghi scomparvero in alto.
"Problema risolto!!!" Pensò Ivan, che riprese a correre verso l'esterno.

Passando di fronte al corpo di Envy, decisero almeno di sottrarle il bastone magico.
Poi guadagnarono l'uscita. Giusto in tempo per vedere scomparire in lontananza il drago di sangue, scacciato dal legittimo proprietario di Silberhorn... Valisid.

giugno 11, 2007

5.15 - Tornare a casa

"Questo è chiamato passo Silberhorn. Si dice che secoli fa una divinità sia stata scagliata dal cielo contro le montagne e che precipitando abbia spaccato in due la roccia formando questa profonda fenditura verticale..."
Mentre Valisid raccontava, il tramonto tingeva di rosso il cielo. La neve, che nel suo candore tentava di imitare il cielo, si copriva di un color carne tenue che si estendeva lungo il crinale innevato della montagna fino alle sue cime. Dietro di loro, una scia di impronte lasciava testimonianza del loro passaggio. Lucian era l'unico il cui passo non affondava nella neve. Le scaglie del dorso del drago d'argento riflettevano il carminio delle nubi ed i fiocchi di neve che cadevano leggeri aggiungevano un tocco di poetico al paesaggio.
"C'è qualcuno all'ingresso della caverna." Il muso del drago si sporse in avanti. La sua vista era migliore di quella di chiunque, ma Krisonna lanciò una chiaroveggenza e scrutò l'apertura nella roccia. Scorse la figura di Envy che richiamava a sé un messaggero magico. Disse qualcosa ad un suo alleato, che si muoveva nell'ombra. Krisonna riconobbe lo scambiapelle e l'orrore cremisi con i quali avevano avuto a che fare tempo addietro.
"Prova a leggerle le labbra!" Le suggerì Lucian.
"...un messaggio... da Gamnan... stanno arrivando... - riportò la maga aguzzando la vista, quindi si voltò allarmata - Gamnan sta arrivando! Dobbiamo muoverci!"

Mentre Envy tornava all'interno della caverna, avvertì una vibrazione magica alle sue spalle. Qualcosa si mosse velocemente e violentemente verso di lei. I colpi di spada la sorpresero e la uccisero prima ancora che potesse lanciare il primo incantesimo.
Lo scambiapelle estrasse i suoi dieci tentacoli uncinati e si preparò allo scontro.
"Vai ad avvisare gli altri, che allertino i guardiani... a loro penso io!"
L'orrore cremisi sbuffò, ma obbedì. Si voltò sulle zampe ricurve e corse scomparendo nel buio della caverna. Lo scambiapelle invece fece vibrare i suoi tentacoli nell'aria, raggiungendo Krisonna e sferzandone le carni. La costituzione possente del mezzodrago lo salvò dal letale veleno. Ivan scattò in avanti, il volto deformato dalla magia, e con un solo colpo di spada sollevò lo scambiapelle in aria schiantandolo contro le pareti. L'essere vomitò le sue interiora e scivolò morto verso terra.
"Cosa sono i guardiani?" Chiese Lucian a Valisid, che nel frattempo prendeva forma umana.
"Non lo so. Questa caverna non è più la mia tana da moltissimo tempo... quello che so è deobbiamo sbrigarci, prima che tutti sappiano che siamo qui."
Afferrò Krisonna per la collottola e la sollevò in aria, impedendole di raggiungere il corpo della sacerdotessa per depredarlo. Si inoltrarono nel buio del passaggio nella roccia fino a raggiungere un'ampia spelonca avvolta nell'oscurità. L'incantesimo di luce che Krisonna teneva in mano illuminò il centro della zona, rivelando l'orrore cremisi, Lerac e Golmore che li stavano aspettando. Il creepian superò il fastidio della luce e fece un passo avanti:
"Siete coraggiosi ad infilarvi nel covo dei vostri nemici senza alcuna strategia, sperando di uscirne vivi. Voglio farvi una proposta. Arrendetevi e considererò la possibilità che voi possiate unirvi a Darlenok."
Gordianus non avrebbe mai potuto accettare, e nemmeno Valisid.
"La prima cosa che dovrei fare se accettassi sarebbe eliminarti per la tua incompetenza." Gli rispose Lucian sfoderando le lame. "Va bene, - sbuffò spazientito il mietitore - basta con questa farsa... non uscirete vivi da questa stanza!"
Non appena ebbe finito di parlare, una selva di raggi magici invase la caverna colpendo gli avventurieri. Ognuno di loro ne schivò alcuni, resistette agli incantamenti generati da altri e subì le ferite inferte da ulteriori scariche. Poi tutto il loro equipaggiamento magico si disattivò d'improvviso. "Beholder!" Sussurrò Ivan.

giugno 06, 2007

5.14 - Il nemico del mio nemico

Al piccolo consiglio di guerra presero parte il Generale Carith, Arose Tenertal, la custode del culto Bree, Mara (unica sopravvissuta della Gilda dei Pugnali di Cristallo), alcuni altri ufficiali del tempio e il gruppo di avventurieri che aveva recuperato Armadale.
Le priorità erano liberare dall'assedio più alleati possibile: le fortezze degli arcanisti sembravano essere state tutte messe sotto sorveglianza... la Gilda Arcana, la torre degli Incantaspade, l'alleanza dei Cantori della Lama. Il tempio era l'unico punto di raccolta per gli incantatori divini, ed anch'esso si trovava circondato e sorvegliato dai mercenari. Nel frattempo gli invasori si radunavano presso la fortezza ducale di Keremish, per tramare chissà quali piani. Qualcuno sospettava che il nuovo fulcro del terrore potesse sorgere proprio lì, qualcun altro che il Duca Yordan o suo figlio Larshell possa essere l'emissario. In ogni caso, il plotone di angeli oscuri è sparito dai cieli di Keremish e circonda la fortezza rendendola pressoché inespugnabile... come se non bastasse il Drago del Sangue a scoraggiare ogni intento di assalto.
Dopo che Mara ebbe confermato la morte di tutti gli altri membri dei Pugnali di Cristallo, trucidati dagli angeli oscuri non appena presa la fortezza, Lucian si ricordò che uno dei poteri di Armadale era di poter ricorrere ad un incantesimo di resurrezione ormai impossibile da recitare per i comuni mortali: la resurrezione pura. Propose di utilizzarlo per riportare in vita il drago d'argento Valisid, la quale sicuramente avrebbe sposato la causa di riprendere possesso della città. Valisid era stata maledetta da un potente mago, forse un membro della Confraternita Oscura, un gruppo di arcanisti che tiene le fila di molti loschi affari senza mai apparire alla luce del giorno. Comunque, il drago sarebbe resuscitato senza nessuna maledizione addosso.
E così fu fatto.

"Posso sfruttare una invisibilità e nascondervi sotto le mie ali. Così facendo raggiugeremo la torre degli arcanisti e tenteremo di trovare qualche altro alleato" propose Valisid. Quando le porte del tempio furono spalancate per far uscire il drago (e aggrappati ad esso, gli avventurieri), alcune ancelle improvvisarono qualcosa per distrarre i mercenari mentre la grossa creatura, invisibile, scivolava verso uno dei vicoli che conducevano ad ovest. Giunti nei pressi della torre della Gilda Arcana, constatarono che l'edificio era circondato da mercenari dell'Ordine del Teschio Cremisi. Ma non era possibile scorgere nessun mago della gilda. Valisid tornò nella forma di femmina mezzelfa, rimanendo invisibile. Fece notare loro che anche se l'entrata al piano terra era bloccata, avrebbero potuto intrufolarsi da una delle balconate più in alto. Krisonna fece uso della sua cappa del saltimbanco e attraverso una porta dimensionale riapparvero tutti ad oltre cento metri di altezza, su uno dei veroni più distanti dal suolo. La stanza sembrava utilizzata come ripostiglio, c'erano scope, stracci, sacchi di immondizia. "Ma come, il ripostiglio ha un balcone???" Domandò Lucian sbigottito. "Sssst! - gli rispose Krisonna - Facciamo silenzio."

Scivolarono lungo i corridoi fino al piano superiore. Cercavano la porta di Kemper, perché sapevano che il suo osservatorio si trovava ai piani più alti della torre. Alla fine videro la sua targa fuori dalla porta: Kemper Gurranian di Seldemloft. Era socchiusa. Lucian sbirciò all'interno e vide Lobas che stava discutendo con lo studioso: "...non si può scacciare un influsso con un altro influsso, occorre che uno dei due regredisca in modo soprannaturale... la sovrapposizione da sola non è in grado di generare interferenze distruttive..."
Poiché entrambi gli incantatori erano loro amici, entrarono nella stanza.
Lobas reagì in maniera imprevedibile. Scagliò un incantesimo contro la parete della stanza e indietreggiò. "No!!! - gridò Kemper - Fuggite! Cosa state facendo!"
Armi e armature che erano poggiate alla parete cominciarono a vorticare furiosamente fino ad assemblarsi attorno a quella che sembrava un'entità evanescente e verdognola. Una risatina sinistra proveniva dall'interno dell'armatura mentre due lunghe catene scivolavano giù dalle mani della creatura. Ivan si lanciò direttamente su Lobas colpendolo con forza. "Lasciate a me il mago, è più potente di quello che sembra, - gridò loro Valisid mentre spalancava le ali e tornava visibile - voi pensate a quell'essere!"
Poi il drago si scagliò contro Lobas ed entrambi volarono fuori dall'apertura del cannocchiale astronomico.

"Che diavolo è?" Chiese Krisonna che non riusciva ad identificare l'avversario.
"Non lo so!" le rispose Lucian, che precepiva la natura silvana della creatura.
L'armatura si circondò di armi fluttuanti ed evocò attorno a sé una barriera di lame, che costrinse Gordianus e Ivan ad allontanarsi. Ruotando le catene riusciva a colpire i suoi avversari a distanza, spaccando le armature e dilaniando loro le carni.
"Abbiamo bisogno che qualcuno dissolva quella barriera di lame!" gridò Ivan scagliando contro l'essere una sedia. Ma l'oggetto si frantumò in mille pezzi. Purtroppo Krisonna aveva già tentato, ma non possedeva sufficiente esperienza per dissolvere una magia di Lobas. "Kemper! Tu puoi farcela!!! Aiutaci!" Disse il mezzodrago rivolto al mago, che, terrorizzato, se ne stava rannicchiato in un angolo della stanza. "E' troppo potente per noi, ci ucciderà tutti!" Balbettò Kemper. "Lo farà se non ci aiuti!" Ruggì Gordianus. Assieme a Krisonna convinsero il mago ad agire. I suoi dissolvi magia sortirono l'effetto voluto dando ad Ivan e a Lucian il tempo necessario per abbattere le loro spade sul nemico, e farlo crollare a terra.

Nel frattempo la battaglia tra Lobas e Valisid infuriava. Attingendo da chissà quali fonti oscure di magia arcana, Lobas era riuscito a duplicarsi e scagliava sul drago una serie impressionante di incantesimi di attacco. Ma la resistenza di Valisid era notevole, e il drago d'argento sferzava l'aria con gli artigli ed il morso tentando di dilaniare il mago. Un colpo di zampa centrò il bersaglio. Uno dei due Lobas schizzò in aria fracassandosi sul tetto di uno degli edifici sottostanti. Per le strade si era già radunata una notevole folla, composta perlopiù da mercenari, che con il naso rivolto verso il cielo stavano assistendo all'epico duello.
"Abbiamo attirato fin troppa attenzione! - disse Valisid rivolta agli avventurieri nella torre. - Raggiungete il tetto, ce ne andiamo!"
Kemper ne approfittò per teletrasportarsi via. Prima di andarsene spiego a Lucian che Lobas è un servitore di un terrore ancestrale che in qualche modo era in competizione con Melpheron... quindi gli consegnò qualche pergamena e gli disse: "Io non sono un eroe, non sono coraggioso, sono solo uno studioso. Ma voi sì, voi siete coloro che possono dare una svolta alla situazione... Buona fortuna!"
Lucian accettò le pergamente, ma come al solito non comprese le parole di addio di Kemper. Per Lucian ogni singolo cittadino, dallo scopino al locandiere, era in dovere di fare del suo meglio per salvare la situazione. Non c'erano scuse, erano tutti avventurieri.

Salirono in cima al tetto della torre e trovarono il drago ad attenderli. Si aggrapparono alle scaglie della sua schiena e con due poderosi colpi d'ala Valisid si innalzò nei cieli di Keremish, per poi scomparire in lontananza verso le montagne a nord della città.
"Dove stiamo andando?" Chiese Krisonna al drago, mentre la creatura sfrecciava nei cieli e il sole si rifletteva sull'argento delle sue scaglie. "A riprendermi la mia tana!" Le rispose Valisid.

giugno 05, 2007

5.13 - Armadale

Non appena li videro riemergere dai sotterranei del tempio, i cittadini di Keremish intrappolati nel tempio si strinsero in cerchio attorno agli avventurieri. Bree venne chiamata a rapporto e Arose le riferì quanto accaduto, quindi le chiese di poter riprendere servizio regolarmente. La custode del culto annuì silenziosamente, quindi chiamò a sé il gruppo e raccolse dalle loro mani i quattro cristalli di Armadale. Si diresse con loro verso una delle cappelle votive più riservate.
"Armadale non è solo un potente artefatto, - raccontò Bree entrando e sigillando la porta - si tratta di un'entità votata alla protezione degli esseri umani dall'avvento del Nephandum. Potrà rispondere alle nostre domande, consigliarci, indicarci una strategia."
Posò i quattro cristalli su un altare coperto da cuscini scarlatti. Le pietre, riunite a poca distanza e lasciate libere, si sollevarono in volo. Iniziarono a roteare, sempre più velocemente, fino a fondersi nella velocità in un'aureola di luce bianca. Lentamente, sotto l'aureola, apparve il volto e poi il corpo di una fanciulla evanescente. I capelli rossi erano mossi da un vento soprannaturale, lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi completamente neri come se fossero stati colmi di oscurità, la pelle grigia.

"Armadale! - le si rivolse la custode del culto - Abbiamo bisogno del tuo aiuto."
La figura parlò con voce flebile, poi sempre più chiara: "Per quanto tempo sono rimasta dormiente?"
Si guardarono fra loro e fecero un rapido calcolo, si trattava molti anni, dall'ultimo avvento del Nephandum nella zona. Chiarirono la situazione attuale e chiesero consiglio sul da farsi. Ma Armadale sembrava non avere soluzioni da proporre. "In base a ciò che descrivete, l'intera città è già avvolta in un influsso di Melpheron, e dalla gravità di questo influsso è lecito supporre che l'emissario abbia già raggiunto il suo artefatto."
"Non è possibile! - Fece notare Lucian - Anche se possedessero l'elsa, il cristallo e la lama, avrebbero comunque bisogno di costruire nuovamente il fodero! Non possono averlo forgiato in così poco tempo!"
Ma Armadale spiegò loro: "L'artefatto che avete protetto e che ora è quasi completamente nelle loro mani fu usato anni fa da un altro emissario, Gamnan. Ricordo la sua cattedrale nel deserto. Ma proprio come ogni emissario genera un fulcro del terrore diverso, così richiama a sé un artefatto diverso. E' probabile che l'attuale emissario sia giunto in possesso del vero artefatto, e che quello che avete lottato per tenere nascosto fosse solo un potente oggetto magico di cui bramavano il potere."
Quindi l'artefatto era nelle mani dell'emissario, l'emissario era ancora sconosciuto. Presto una nuova cattedrale di lame (o chissà quale altro orrore) si sarebbe destata da qualche parte a Wallace per confermare il potere di Melpheron presso questa zona. "Occorre agire in fretta. Per tornare alla normalità bisogna intervenire con ordine. Se la cattedrale fosse già emersa, avremmo dovuto abbatterla. Ma per ora l'influsso di Melpheron è legato all'artefatto. Dobbiamo raggiungere quell'artefatto, e distruggerlo. Solo dopo averlo distrutto saremo in grado di sconfiggere l'emissario. Non c'è altro modo."
Armadale scomparve in un esplosione di luce più intensa. I cristalli caddero nuovamente sull'altare. "Convocate gli altri ufficiali, - ordinò Bree alle ancelle - dobbiamo elaborare un piano."