luglio 05, 2007

6.09 - La cattedrale che tornò polvere

Kimar strinse le ali attorno al corpo e sfruttò la potenza del suo ultimo battito per superare in volata l'intero tratto di corridoio buio che lo separava dalla camera della polla. Non appena superata la soglia spalancò di nuovo le ali e graffiò il marmo del pavimento con gli artigli finché non si fermò, in piedi, davanti alla vasca di energia.

La polla era un pozzo largo sei metri che emetteva una luce azzurra e pulsante, filtrata da fumi incostanti che si contorcevano nell'aria. La fonte della luce era un mare di plasma mistico, un concentrato di magia arcana condensato attraverso chissà quali procedure, che permetteva alla confraternita di attingere ad un potere ben superiore a quello normalmente consentito agli arcanisti di Thesys.
"Sei qui per distruggerci tutti?" Disse una voce di donna. Kimar sollevò lo sguardo. Dal buio del soffitto a volta scendeva planando magicamente una drow. Era da tanto tempo che non se vedeva uno su questo piano... dal periodo del cataclisma, da quando il piano astrale era stato strappato via e allontanato dal piano materiale... dal sacrificio di Sinth. Questi elfi oscuri erano molto comuni sui piani esterni, ma per essere qui, questa maga doveva avere più di duecento anni. "Sappiamo del bastone che tieni dietro la schiena, conosciamo le tue intenzioni." Aggiunse.
Kimar prese il bastone e lo strinse con entrambe le mani.
"Gettami nella polla!" Lo incitò il bastone stesso, apparso nella forma di druido evanescente.
"Non puoi farlo. - Ribatté l'elfa scura - L'esplosione sarebbe così tremenda che nessuno di voi sopravviverebbe. E' questo che vuoi? Suicidarti assieme a tutti i tuoi amici?"
"Gretchen ha ragione." asserì una voce, uscendo dall'oscurità dall'altra parte della polla. Stavolta si trattava di un umano, un uomo sulla cinquantina, calvo e con lunga e sottile barba nera. I suoi lineamenti erano vagamente esotici. "Forse puoi decidere di morire, ma sei in grado di assumerti le responsabilità di questa scelta anche nei confronti dei tuoi compagni?" Domandò.

Il guardinal stese le braccia oltre il bordo della polla, come a voler gettare il bastone.
"Lasciami cadere!" Lo spronò nuovamente il bastone.
"...E pensi che noi non avessimo già previsto quello che stai per fare?" Lo sfidò una terza voce, cavernosa, gutturale, potente. In fondo alla sala, alla sua sinistra, apparve il profilo di un mezzorco in vesti da stregone. Nel pugno stringeva un bastone magico, il portamento era fiero e superbo. "Lo farò! - gridò Kimar - Non vi lascerò portare a termine i vostri piani!"
"E quali sarebbero i nostri piani? - aggiunse una voce nell'ombra, in piedi in fondo alla sala - Cosa ne sai dei nostri scopi e dei nostri intenti?" Si fece avanti un mago all'apparenza giovane, ma dalla carnagione pallida e dallo sguardo vuoto. Lo stesso che aveva rapito Gelb.
"Ma Groove, così lo stai confondendo..." Sorrise la drow.
"Noi vogliamo salvare questo piano, non distruggerlo. - Continuò Groove - Noi vogliamo riportarlo agli antichi splendori, ai fasti prima dell'avvento di Sinth... vogliamo restituire a questo universo la linfa che gli è stata impropriamente sottratta, rendere giustizia ai tutti i sapienti della magia arcana e divina, cancellare il marchio della dea madre su questa terra, spezzare il suo sigillo, riprenderci il potere che è nostro, che ci appartiene, che ci è stato rubato!"

Gordianus, Ivan e Azalorn irruppero nella stanza di corsa.
"I tuoi amici sono giunti. - Fece notare Gretchen, librandosi più in alto sopra la polla - Adesso dai prova del tuo coraggio... uccidici tutti!"
"La polla potrà essere ricostruita... - fece notare Groove - Voi no."
"Metterò fine al vostro potere!" Ribatté l'avoral, sempre più combattuto.
"Davvero? - si intromise il mezzorco - Noi sopravviveremo e costruiremo un'altra polla altrove. Non otterrai nessun risultato. Lobas è stato un folle ad affrontarvi, noi eravamo contrari."
"Già... - aggiunse Gretchen - Aveva un conto personale in sospeso con voi. Ma a noi non interessa farvi del male. Non siete minimamente in grado di metterci i bastoni fra le ruote."
Kimar guardò per un attimo negli occhi tutti i suoi compagni.
Tranne forse Azalorn, che era distratto.
Poi afferrò il bastone e si tuffò verso il fondo della polla.

"Folle." Commentò la drow.
Le piume dell'avoral si incendiarono quando non era nemmeno a tre metri dalla massa di energia pulsante. Gridando di dolore spalancò le ali e riprese quota, ma lasciò cadere l'asta. Il bastone ruotò in aria cadendo fino a pochi centimetri dalla superficie. Poi una mano di forza lo bloccò. Lo stregone mezzorco era intervenuto prontamente, e altrettanto prontamente Ivan era pronto a stringere la spada e gettarsi nel combattimento, un combattimento che si sarebbe prospettato un suicidio. Ma Gordianus ebbe un'idea migliore: raggiunse il bordo della polla, da dove emergeva Kimar mezzo ustionato, e attivando il potere del suo anello dell'ariete scagliò un'ondata di forza verso il basso, dritto contro il bastone. L'impulso fu abbastanza potente da spingere il bastone nel flusso di energia per qualche secondo, e la reazione a catena si avviò inesorabile.
I maghi scomparvero magicamente uno dopo l'altro, ma uno di essi prima di scomparire lanciò un muro di forza sull'entrata, sigillandola. "E' giusto che subiate le conseguenze delle vostre azioni, sciocchi!" Sibilò, svanendo. Un rigurgito di energia inondò la stanza pochi secondi dopo, bruciando ogni cosa. Azalorn fu scagliato contro la parete assieme a Ivan, avvolti dalle fiamme bluastre ad altissima temperatura.
"Presto, c'è un'altra uscita laggiù!" Gridò Ivan rialzandosi. Ma Azalorn era ridotto in fin di vita. Il mezzodrago ed il guerriero si scagliarono a più riprese contro la porta di metallo. Una spallata, poi un'altra. Una seconda ondata di fuoco fuoriuscì dalla polla, che era in procinto di esplodere. Stavolta il corpo di Azalorn fu sollevato in alto e consumato dalle fiamme fino a ridursi in cenere. Gordianus, Kimar e Ivan si incendiarono gridando di dolore. Con un ultimo spasmo riuscirono ad aprire la porta e a gettarsi nel corridoio. Poi ci fu il boato. Una luce. Un lampo.

La cattedrale crollò collassando su se stessa. Un cono di luce si sollevò in alto fino al primo strato di nubi. Le polveri si sparsero per chilometri accompagnando il boato.
Un attimo dopo, tutto era avvolto nel silenzio.

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