luglio 03, 2007

6.07 - I custodi della polla

Penetrarono nell'edificio nero occultati da un cerchio di invisibilità. I gargoyle di lame si insospettirono vedendo le finestre aprirsi e richudersi, ma quando planarono verso le vetrate per controllare, il gruppo era già entrato all'interno.
"Questa è la sala dei cinque terrori ancestrali. - Disse il bastone, materializzandosi di nuovo come figura eterea - Nessuno dei maghi della confraternita osa entrare qui."
La sala era dominata da una balcone ovale centrale, posto al di sotto di una sfera nera che sembrava assorbire la luce anziché propagarla. Nell'oscurità si intravedevano, poste lungo il perimetro della sala, delle statue dalle forme contorte e disumane. Ognuna di esse era dedicata ad uno dei cinque terrori. Solo osservarne i profili nel buio incuteva timore, nessuno si avvicinò.
"Dov'è l'uscita?" Chiese Lucian.
La mano evanescente del druido indicò una porta proprio sotto la balconata. Il passaggio era aperto e conduceva ad una scala a chiocciola di pietra, che scendeva ripidamente verso il piano inferiore. Lucian andò avanti, scomparendo silenziosamente verso la base della scalinata. Udirono delle voci, il ranger si fece avanti cauto e vide due esseri che sorvegliavano l'imbocco della scalinata. Vagamente umanoidi, queste creature erano state certamente manipolate chirurgicamente... lame e pezzi di ferro fuoriuscivano dai loro corpi rendendo arduo credere che potessero ancora vivere e respirare. Uno dei due aveva coltelli innestati nei piedi ed una mezzaluna attaccata ai tendini del braccio. L'altro non riusciva a chiudere la bocca a causa delle lame metalliche montate sulla mandibola, ed una serie di spuntoni metallici gli decoravano le scapole e le braccia.
"H'rakati! - Disse Krisonna quando il ranger gli riferì cosa aveva visto - Sono umanoidi violenti e assetati di sangue che si alleano spesso con razze più forti al fine di dominare i territori circostanti il loro."
"Possiamo batterli facilmente." Fece notare Ivan.
Scesero e con un paio di colpi di spada li mandarono all'altro mondo. Poi nascosero i corpi in cima alle scale e proseguirono verso est, come indicato dall'artefatto.

Si ritrovarono a camminare su una passerella di legno sporgente che dava sulla sala principale della Cattedrale. Il colonnato altissimo, le volte gotiche, le vetrate decorate con cruenti mosaici di vetro rosso. Dall'alto era possibile dominare le intere cinque navate. Un fermento di h'rakati spostava macchinari, trasportava metalli, montava esoscheletri, fissava borchie cromate. Era la sala di assemblaggio dei costrutti. Golem di metallo, forse... forse di ombracciaio o magari dei mekal. I maghi della confraternita avrebbero potuto poi animarli. Al centro della sala una specie di gabbia di energia quasi invisibile teneva imprigionato Gelb.
"Dobbiamo liberarlo!" Disse Lucian.
"Ci sono più di venti h'rakati..." Notò Gordianus. La possibilità che uno potesse far scattare un qualche tipo di allarme era altissima. E contro i maghi poi sarebbe stata dura.
"Da questa parte..." Suggerì con voce monocorde il druido evanescente.
Si mossero di soppiatto e raggiunsero l'abside. Un meraviglioso coro in legno intarsiato avvolgeva tutta la zona sul retro dell'altare, separata dalla stanza principale da una parete di legno altrettanto finemente lavorata. Scesero al centro degli spalti cercando di non far scricchiolare troppo le assi del pavimento e delle scale... ma una paio di h'rakati si insospettirono.
Si avvicinarono scrutando nell'invisibile, attraverso i corpi trasparenti del gruppo. Uno di loro estrasse una mannaia dalla gola, l'altro sfoderò degli aculei dal palmo della mano.
"Presto! Da questa parte!" Li incitò il druido ad alta voce.
"Ma porc...!!!" tentò di imprecare Lucian. Oramai erano stati scoperti. I due h'rakati ne chiamarono altri ed infuriò la battaglia. Uscendo dall'invisibilità ognuno degli avventurieri falciava e massacrava quei deboli umanoidi deformi che tentavano disperatamente di ferirli. Azalorn mirava alle loro teste e ogni colpo della sua pistola faceva saltare in aria un cranio. La spada di Gordianus squarciava i loro corpi come fossero di carne marcia. Nonostante tutto, qualcuno di loro fuggì e diede l'allarme.
Accorsero presso la gabbia di energia che rinchiudeva Gelb e provarono a passargli la cappa magica di Krisonna, ma i teletrasporti non funzionavano nella cattedrale.

"Non credevo foste così presuntuosi da attaccare il covo dei leoni."
Una voce giunse potente dall'alto delle volte delle navate. Lobas fluttuava verso di loro, la sua espressione era impassibile, il suo sguardi di ghiaccio. "Non mi date altra scelta che terminare la vostra esistenza."

Nessun commento: