marzo 31, 2007

5.01 - Gli ultimi due Pugnali

Le giornate si allungano, il sole inizia a riscaldare le strade di Keremish, per troppo tempo spazzate dal vento e dalla pioggia delle stagioni fredde. I roseti sanguinari che infestano la città, in fiore, donano una strana atmosfera di bellezza alle strade, come se bellezza e terrore si potessero fondere insieme in una pianta e scaldare i cuori dei cittadini con il rosso dei loro petali ricordando loro nel contempo dei pericoli di questi giorni. Con il tempo i Mercenari del Teschio Cremisi sono divenuti quasi di casa. Molte nuove reclute sono giovani abitanti della città che colgono l'occasione di essere utili per la città e garantirsi un futuro. Molti altri ormai frequentano le locande e le taverne della città con disinvoltura, hanno amici e conoscenti, e magari anche compagni e compagne tra la gente di Keremish.
In un giorno in cui c'è un motivo in più per la cittadinanza di essere felice, Ivan, Lucian e Krisonna si ritrovano ai tavoli della locanda del Pollo Aviario a guardarsi preoccupati negli occhi. A quanto pare, con un'ultima fulminante azione, i mercenari hanno arrestato quanti ancora rimanevano liberi della Gilda dei Pugnali di Cristallo. Tutti i prigionieri si trovano ora detenuti nelle carceri delle caserme del palazzo ducale.

Circa venti giorni prima, proprio Ivan, Lucian e Krisonna, accettando un discutibile accordo con Teg Maine, avevano accettato di recuperare una pesante cassa metallica da una nave mercantile al porto per portarla al campo base dell'ordine. Ma a metà strada, nella notte, erano stati fermati da una mezzelfa dai capelli bianchi e dalla pelle pallida come la luna. Gli abiti erano quelli tipici di un ladro, aveva strani tatuaggi sulle braccia ed un sottile stocco al fianco. Li minacciò di dare a lei la cassa, in quanto inviata dai Pugnali di Cristallo per impedire che cadesse nelle mani delle Mantidi Notturne, delle quali Teg Maine faceva parte. Dopo alcune brevi e inutili discussioni, i tre avevano accettato. In qualche modo era in effetti controproducente aiutare uno dei loro nemici a venire in possesso di qualcosa che poteva aiutarlo nei suoi folli piani. La mezzelfa, che disse di chiamarsi Mara, scomparve recitando un teletrasporto, portando con sé la cassa di metallo. Adesso tutti e tre gli avventurieri avevano il dubbio che fosse stato proprio quell'evento a scatenare la catena di conseguenze che aveva portato all'arresto dell'intera Gilda.

Non c'era modo migliore per averne conferma che andare a parlare direttamente con i prigionieri. Si diressero alla fortezza del duca. Appena attraversato il ponte, furono fermati da alcuni soldati della Guardia Cittadina che li accompagnarono nei sotterranei dove incontrarono per l'ennesima volta Gruveth, il carceriere e torturatore della fortezza. Gli avventurieri sapevano che Gruveth faceva anche lui parte delle Mantidi Notturne, ma non avevano prove in proposito.
"Siamo qui per visitare i prigionieri della gilda dei Pugnali di Cristallo" Chiesero.
"Ci sono solo due motivi per i quali un gruppo di avventurieri visita dei prigionieri: sono loro amici o sono loro nemici. Qual'è la vostra motivazione?"
Ivan era tentato di rispondere ancora una volta che i loro affari erano loro e basta, ma Gruveth avrebbe potuto negare loro l'autorizzazione necessaria per la visita, quindi si trattenne.
"Alcune indagini che stiamo conducendo necessitano di informazioni che forse i Pugnali di Cristallo sono in grado di darci." Gli rispose Lucian. Gruveth sorrise divertito. "E' una bella scusa, - poi si rivolse alla guardia - lasciali passare, ma sorvegliateli mentre interrogano i prigionieri."

Le guardie accompagnarono i tre avventurieri giù per le scale che conducevano alle celle. Mentre ricordavano agli ospiti le regole da seguire, Ivan e Lucian si ricordarono di essere già fuggiti da queste prigioni, più di un anno fa, utilizzando lo scarico dei rifiuti, come suggerito loro da Gelden. Arrivarono di fronte alle celle dove erano stati rinchiusi i membri della Gilda. Anche Shiwen Lynn e Valesid erano state catturate. Probabilmente nessuno sospettava che quella gracile e pallida ragazza che ora se ne stava seduta in un angolo respirando a fatica fosse in realtà un drago d'argento, ma avrebbero potuto scoprirlo da un momento all'altro. Shiwen disse loro di parlare con il loro capo, nella cella accanto.
Il nome della ragazza che guidava la gilda dei Pugnali di Cristallo era ancora un mistero. La donna non sembrava affatto piegata dalla prigionia, gli occhi neri ed i capelli lunghi le davano un aspetto rispettoso e nonostante avessero vestito ogni prigioniero con la stessa sudicia tunica, era evidente che gli avventurieri stessero parlando con il capo.
"Due di noi sono sfuggiti alla cattura. - Disse loro la ragazza - Si tratta di Adranth e Mara. Erano in missione e devono aver intuito quello che stava accadendo. Se volete aiutarci ad uscire di qui, contattateli. Staranno già escogitando qualcosa."
Poi indicò loro come accedere ad uno dei tanti traboule segreti della città, per giungere presso Piazza Padella, un angusto piazzale circondato dai palazzi che poteva essere un ottimo punto di incontro.
"Attendeteli lì. Prima o poi si faranno vivi."

marzo 17, 2007

4.18 - Il furto

Gli avventurieri stavano lasciando il campo, e si avvicinavano alle tende dei soldati per recuperare il loro bardo. Ma si accorsero che qualcos'altro di straordinario stava accadendo, oltre al concerto improvvisato di mastro Antallen. Delle guardie del perimetro correvano ad avvisare gli ufficiali e richiamavano i mercenari all'ordine. Il fermento si concentrava alle porte della città.
"Che succede?" Chiese Lucian ad un soldato che stava correndo sul posto.
"Un furto, alla torre dei maghi!" Rispose.
Un presentimento terribile colse tutti gli avventurieri. L'artefatto era stato rubato.

Attorno alla sede della Gilda Arcana, la torre di oltre dieci piani che svettava oltre le mura ovest della città e nei sotterranei della quale avevano riposto il Teschio Cremisi e l'elsa della lama ritenuta l'artefatto di Melpheron, la folla si era già radunata copiosamente.
La guardia cittadina faceva il possibile per impedire ai curiosi di avvicinarsi troppo o entrare. Le finestre di tutte le case attorno erano colme di cittadini che volevano l'esclusiva sulla notizia del giorno.
"Indietro! State indietro!" Ripeteva senza sosta il capitano, a cavallo.
"Cosa è successo, capitano?" Domandò Krisonna giungendo al perimetro della zona delle indagini.
"Qualcuno si è introdotto nella torre e ha rubato un oggetto dai sotterranei. Sembra che ci sia una vittima, uno dei responsabili della gilda, Milos."
Milos! Stava ricevendo visite l'ultima volta che gli avventurieri erano stati alla torre. Forse il colpevole era tra quella gente che aspettava fuori alla sua porta... o forse era già nello studio. Cercarono di spiegare al capitano che forse il furto li riguardava, ma il soldato fu inflessibile. Stavano portando fuori il corpo di Milos ed esaminando le stanze in cerca di prove, non avrebbero fatto passare nessuno.
Alcuni soldati condussero verso una carrozza una brandina sulla quale era steso un lenzuolo bianco, per impedire di vedere la salma. Forse si trattava di Milos. Gli avventurieri si avvicinarono e scorsero il corpo del mago nel momento in cui veniva issato sui sedili: sembrava paralizzato nell'atto di lanciare un incantesimo. Forse non era morto, forse era solo vittima di una potente magia.
"Dove lo state portando?"
"Alla Cattedrale della Dea Madre, forse là sapranno come rianimarlo."
Non potevano entrare con lui nella diligenza, ma non era vietato seguire la carrozza. Si diressero al tempio di Sinth ed arrivarono giusto in tempo prima che le ancelle di Bree chiudessero le porte delle sale interne. La Custode del Culto aveva già esaminato il corpo di Milos, e stabilito che il mago era ancora vivo. Purtroppo la sitazione non era rosea: era stato espulso dal continuo temporale, per lui il tempo era stato fermato.
"Si tratta di un potente incantesimo noto come Stasi temporale. Nessuno è più in grado di lanciarlo... non dopo il cataclisma che separò Thesis dal resto del multiverso. - Bree fece cenno alle ancelle di ricoprire il corpo di Milos - Chi ha lanciato questo incantesimo deve averlo rinvenuto in qualche antica pergamena. Non possiamo fare nulla per lui, occorre un potere troppo grande, che nessuno possiede più, ormai."
Bree spiegò loro che la Gran Sacerdotessa avrebbe potuto trovare una soluzione. Nel frattempo, Milos sarebbe stato al sicuro, in una delle sale interne del tempio.

Tornarono alla torre della Gilda Arcana, e scoprirono che la folla si era dissolta. Erano rimaste solo alcune guardie cittadine, affiancate come di consueto da un numero equivalente di mercenari, che pattugliavano la zona per evitare disordini.
"La Gilda Arcana è ancora chiusa." Disse loro un apprendista.
"Siamo i proprietari di ciò che è stato rubato." Riferì Krisonna.
Fu loro concesso di entrare e di indagare. Lucian esaminò con attenzione la stanza di Milos e trovò delle tracce di sangue. Stranamente, il sangue non si trovava vicino al luogo dove era stato trovato paralizzato il vecchio mago, ma dalla parte opposta della scrivania. Raccolse le gocce di sangue secco con un lembo di stoffa. Nella stanza non era possibile trovare altro: troppe persone erano entrate ed avevano cancellato ogni traccia di quanto era accaduto.
Tornarono all'ingresso e chiesero se ci fosse qualche arcanista al quale porre delle domande.
L'apprendista scosse la testa. A quanto pareva il responsabile incaricato alle relazioni con il pubblico era Milos. In sua sostituzione, Lobas ne faceva le veci. Ma Lobas non era in sede, e sua figlia Carden aveva appena lasciato la torre.
"E che ne è di Kemper, lo studioso di fenomeni soprannaturali? - Domandò Lucian, ricordandosi dell'arcanista che aveva mostrato loro il gorgo dimensionale che si era aperto su Keremish - Lui è in sede?"
L'apprendista annuì. Accompagnò il gruppo su per le rampe di scale fino al penultimo piano della torre. Bussarono alla porta dello studio/osservatorio di Kemper e Lumino, il suo famiglio spiritello dalle ali di scarabeo, aprì la porta. Il mago stava disegnando diagrammi su una carta astronomica, in cerca di chissà quali flussi. Non appena vide entrare qualche faccia conosciuta, si sollevò dal tavolo di lavoro e dimostrò tutta la sua ospitalità.
"Non vi si vede da molto tempo! - Disse - O forse sono io che sto sempre chiuso dentro il mio laboratorio... Quali buone notizie portate?"
Spiegarono dell'artefatto, che era stato chiuso da Lobas in uno dei loculi segreti nel sotterraneo della torre, e che era stato rubato. Kemper aveva sentito delle voci riguardo il furto, ma non aveva riflettuto sul fatto che potesse trattarsi proprio del Teschio Cremisi.
"Il ladro doveva essere un esperto incantatore. Si è introdotto nella stanza di Milos e lo ha colpito con quell'incantesimo... poi ha attivato il passaggio segreto ed è sceso nelle fondamenta dove in qualche modo deve essere riuscito ad aprire il loculo..."
"Ma come è possibile? - Chiese Krisonna - Quello scomparto si sarebbe aperto solo con l'imposizione di una delle nostre mani! Così ci aveva assicurato Lobas!"
"Forse un mutaforma, un doppelganger... - ipotizzò Kemper - Qualcuno molto bravo, al punto di essere capace di riprodurre addirittura la forma delle vostre mani."
"Whisper..." Sussurrò Lucian. Poi il ranger tirò fuori dalla tasca il campione di sangue. "Abbiamo un indizio del colpevole. Cosa si può fare con un campione di questo sangue?"
Kemper scosse la testa. Non esisteva analisi magica in grado di associare un campione di sangue ad un volto. Non ora, con Keremish inghiottita in un fenomeno soprannaturale che rendeva così difficile lanciare incantesimi di divinazione.
"Lei ha creato un clone di se stesso... lo tiene nell'armadio..." Rifletté Lucian.
"Sì... ho comperato quella pergamena spendendo numerose monete d'oro..." Aggiunse il mago.
"Sarebbe in grado di creare un clone della persona in questione, partendo dal sangue?"
Kemper aggrottò le sopracciglia pensoso. Il clone avrebbe avuto le stesse sembianze dell'origianale, ma sarebbe stato privo di vita fintanto che l'originale avesse vissuto. Avrebbero potuto crearlo e poi distruggerlo, solo per scoprire di chi era quel sangue.
"Procuratemi la pergamena, ed io creerò il clone."

marzo 12, 2007

4.17 - Mercenari e patti segreti

Il campo base dell'Ordine del Teschio Cremisi cominciava ad assumere le connotazioni di un accampamento stabile, al di fuori delle mura ad ovest della città. Sul perimetro erano stati costruiti dei posti di guardia al coperto utilizzando materiale di fortuna, le tende erano sempre più circondate da casse di alimenti e utensili che servivano per la costruzione di ponti, tavoli, fucine, cucine, strutture per l'addestramento delle nuove reclute. I soldati cominciavano ad essere di casa a Keremish, li si vedeva sempre più spesso nelle taverne ad ascoltare la musica o a brindare per l'ultimo criminale messo in cella, e molti giovani si erano arruolati nell'ordine mercenario sedotti dai successi dell'ordine.

"Vorremmo parlare con Zark." Chiese Krisonna ad uno dei soldati di guardia. Il soldato chiese di attendere mentre un altro mercenario andava a chiedere informazioni sulla possibilità di incontrare l'ufficiale comandante. Tornò dopo pochi minuti e fece strada al gruppo di avventurieri fino al circolo delle tende degli ufficiali. Ai tempi della loro ultima visita il circolo era già formato da una dozzina di tede, ma solo tre di queste erano occupate: quella di Zark, quella di Teg Maine e quella di un'altro membro di spicco dell'ordine (a quanto pareva un vampiro, ma era raro vederlo in giro... soprattutto di giorno). Adesso sembrava che le tende occupate fossero aumentate. Quella di Zark era stata sostituita con quella del comandante dell'ordine, ed era iù grande e più prestigiosa delle altre.
"Lei è il grande Antallen Refis, vero? - Chiese uno dei soldati al bardo del gruppo - Ci sarebbero moltissimi soldati che vorrebbero incontrarla dal vivo... ci onorerebbe di una visita nelle tende della truppa?" Naturalmente il lybran non si negò. Decise che gli altri potevano procedere con i loro noiosi battibecchi con Zark anche da soli, mentre lui li avrebbe attesi presso le tende dei soldati, suonando qualcosa per i mercenari più giovani.
Gordianus intanto continuava a far uso della sua capacità di individuare il male... senza successo.

Zark uscì dalla sua tenda indossando una corazza di cuoio borchiato di ottima fattura. La metà del suo volto sfigurata da una bruciatura era in parte nascosta dalla barba bianca e finemente curata che si era fatto crescere, mentre il cranio era stato rasato a zero. Anche se ora dimostrava decisamente l'età che aveva, era chiaro che il cambio di aspetto gli permetteva di ispirare un maggiore carisma eun'aria di maggiore esperienza, doti assai utili quando si è al comando di un plotone di mercenari.
"Siete voi... i traditori." Esordì.
"Traditori?" Intervenne Lucian.
"Siete coloro che si sono arruolati nell'ordine e poi hanno cospirato alle sue spalle il giorno stesso. Come dovrei chiamarvi?"
Lucian stava per ribattere nuovamente, ma Krisonna lo fermò con un cenno della mano.
"Non siamo qui per discutere su eventi passati, ma per scambiare informazioni."
"Ho saputo delle vostre ultime imprese... - Le disse Zark - Le notizie viaggiano veloci. Avete addirittura ucciso un lich, devo congratularmi con voi per il successo della missione."
"E come procede invece la vostra caccia alle gilde di ladri che infestano la città?" Domandò Lucian con astuzia. Ma Zark non sembrava affatto turbato dalla domanda, anzi un moto di orgoglio accompagnò il resoconto delle imprese dell'Ordine in quella crociata:
"Di bene in meglio. Abbiamo completamente distrutto una delle due gilde maggiori, quella dei Pugnali di Cristallo. I pochi di loro che non sono morti o non marciscono nelle segrete del palazzo ducale stanno cercando di sfuggirci nascondendosi nell'ombra dei quartieri più poveri, ma li stiamo stanando uno ad uno."
"...e le Mantidi Notturne?" Incalzò il ranger. Zark sembrò sorpreso che conoscessero il nome di quella gilda. "Stiamo cercando il loro covo. - Rispose - Siamo vicini al successo."
"Avremmo delle informazioni importanti a riguardo. - Riferì Krisonna. - Non potremmo parlarne lontani da orecchie indiscrete?"
Zark allontanò con un gesto le guardie che erano rimaste a scortare gli avventurieri.

"Sappiamo che uno dei vostri ufficiali è colluso con la gilda delle Mantidi Notturne." Rivelò Krisonna. Zark restò in silenzio per qualche secondo, inespressivo. Poi scrollò le spalle con noncuranza. "Se anche questa non fosse una notizia a nostra conoscenza, sappiate che l'Ordine del Teschio Cremisi sa fronteggiare con decisione anche le minacce che provengono dal suo interno. Vi ringrazio per l'avvertimento, ma non c'è nulla che sfugga al nostro controllo."
"E possiamo interrogare Teg Maine?" Chiese diretto e sprezzante il mezzodrago paladino.
"Non vedo perché dovrei negarvi questa possibilità. Ma non gli ordinerò di sottoporsi ad un interrogatorio, se non vorrà interloquire con voi, sarà libero di rifiutare."

Si diressero verso la tenda di Teg Maine. Musica di festa proveniva dalle tende della truppa. Un gran numero di soldati accorreva per assistere al piccolo spettacolo che Antallen aveva improvvisato. Il bardo stava suonando e cantando di battaglie, di soldati, di imprese eroiche. I soldati danzavano e cantavano a squarciagola brindando alla loro vita da mercenari.
Quando gli avventurieri giunsero alla tenda di Teg Maine, trovarono uno dei nuovi ufficiali a salutarli con uno sguardo gelido. Una ragazza terosiana, dalla pelle olivastra e dagli occhi chiari, il cui sguardo era sottolineato da linee di colore nero come era usanza nella sua terra. Indossava pochi abiti nonostante l'aria dell'ultimo inverno fosse ancora fredda, e lunghi monili le pendavano al collo. Li seguì con gli occhi mentre entravano nella tenda dell'ufficiale da interrogare.
Teg Maine stava seduto sul suo letto di pelliccia e stoffe pregiate, ma si alzò in piedi quando gli avventurieri entrarono. "Avevo capito che eravate voi dalle vostre voci." Disse, versandosi del vino da una caraffa d'argento.
Gordianus, Krisonna e Lucian tentarono di provocarlo, ma il mercenario sembrava non rispondere alle loro accuse. Non sembrava nemmeno infastidito. Forse però avrebbero potuto utilizzare il suo doppio gioco a loro favore.
"Perché non ci riveli dove si nascondono le Mantidi Notturne?"
"Potrei farlo... - Ipotizzò Teg Maine - Ma non senza ottenere qualcosa in cambio."
"E cosa vorresti, in cambio?"
"Un favore. Credete di poterlo fare?"
"Dipende dal favore." Rispose Lucian, che già sospettava ci fosse qualcosa di losco sotto.
"C'è una nave che approderà al porto di Keremish durante la notte. Trasporterà un carico che devo ritirare, ma non posso farlo di persona: in quel momento sarò a corte, dal Duca, convocato assieme agli altri ufficiali. Ho bisogno di qualcuno che ritiri per me quel carico, nel modo più discreto possibile. Fatelo, ed io vi rivelerò l'esatta locazione del covo delle Mantidi Notturne."

marzo 07, 2007

4.16 - Golem o non golem

Trascorsa da pochi giorni la ricorrenza delle Gemme Invernali, per la quale la chiesa di Sinth celebra speciali funzioni, la custode del culto Bree poteva finalmente concedersi un periodo di tempo ordinario (sempre che non fosse spuntato un altro lich nei dintorni).
Gli avventurieri si recarono da lei per chiedere nuove e più aggiornate informazioni riguardo la missione nei sotterranei del tempio. La custode li fece accomodare all'interno della sala consacrata.
"La Cattedrale della Dea Madre fu costruita decine di anni fa sui resti di quello che era un antico luogo di culto dedicato a divinità della magia. Dopo il cataclisma, la dea Sinth ha preso il posto di qualsiasi divinità su Thesis, e Keremish si stava espandendo di nuovo, la città aveva bisogno di un tempio dedicato alla dama di luce. Quando esplorammo i sotterranei del vecchio santuario, trovammo un labirinto di cunicoli protetto da incantesimi che non eravamo più in grado di riprodurre. Allora decidemmo di sigillare quei cunicoli e di porvi dei golem di guardia, per impedire ai nostri fedeli di scendere ma anche per impedire a qualsiasi cosa di salire."
La storia delle linee di flusso magiche, dei santuari, la separazione planare e il sacrificio di Sinth erano tutte storie che il gruppo aveva già sentito da Lobas e da Kemper, alla Gilda Arcana. Bree consigliò agli avventurieri di recarsi da Gelb Rothblau, un esperto costruttore di golem che viveva nel quartiere nobile della città. Krisonna c'era già stata, ma decisero di tornare da lui per porgli ulteriori domande.

Gelb venne loro incontro sul viale della sua casa, costeggiato da pini e sorvegliato da golem che fungevano da serrature, comunicatori e guardiani. Il mago, dai capelli scompigliati e dall'aria bizzarra, pretese di essere pagato dieci monete d'oro per la sua consulenza.
"Sì... ricordo quel lavoro, fui pagato profumatamente e produssi dei golem che sono tra i migliori mai creati dalle mie vecchie mani. Dei Mekal, se non sbaglio. Sono dei costrutti molto efficienti, possiedono arti multipli e armi di luce... quasi nessun punto debole."
"Non hanno un comando di emergenza per essere disattivati?" Chiese Krisonna.
"No... solitamente si disattivano su comando del creatore o della persona che viene indicata loro come padrone. Ma è evidente che stiamo parlando di golem malfunzionanti."
"Cosa può aver generato la malfunzione?"
"Probabilmente quel sotterraneo è zeppo di incantesimi protettivi. Qualcosa deve aver influenzato i golem, magari oltrepassando i loro ordini e spingendoli ad attaccare qualsiasi cosa si avvicini loro... non lo so con certezza..."

Il gruppo si riunì nella piazza poco fuori la villa di Gelb per discutere il da farsi. Golem di quel tipo, Mekal, sembravano al di sopra delle loro possibilità.
"Io suggerirei di parlare con il nostro amico Teg Maine." Disse Gordianus.
"E cosa facciamo? Andiamo là, nel campo dell'ordine del Teschio Cremisi, e lo accusiamo?" Gli rispose Ivan. Ma Lucian fece notare che Gordianus è un paladino. Forse la loro parola contro quella di un mercenario avrebbe avuto qualche valore.
"Senza prove è inutile." Asserì Krisonna.
"Andiamo a procurarcele!" Consigliò il mezzodrago. Gli altri annuirono. In fondo, era improbabile che Zark negasse loro di parlare con uno dei suoi ufficiali, non aveva motivo di rifiutarsi.
Si avviarono in direzione della porta ovest della città, nel pomeriggio di fine inverno.

marzo 06, 2007

4.15 - Essedreel bipolare

Indecisi sul da farsi, dopo aver concluso poco o niente durante la spedizione notturna nel cimitero, gli avventurieri lasciano passare qualche giorno prima di rimettersi al lavoro. D'altro canto, è stata una giornata devastante quella trascorsa: un lich, una tomba profanata ed uno scontro con le Mantidi Notturne.
Nei giorni a seguire le voci delle loro gesta si diffondono per Keremish. La chiesa di Sinth inizia la costruzione del santuario dedicato ai ventotto caduti, lungo la strada mercantile ovest. Antallen compone qualche ballata sulla battaglia e grazie alle sue canzoni vecchie e nuove riesce a riempire quasi ogni sera la locanda del Pollo Aviario, guadagnando abbastanza monete d'oro da garantire vitto e alloggio gratuito per tutti i suoi compagni. La notorietà del bardo attira nuovi clienti e l'oste diventa un suo grande amico. Non c'è sera che il lybran non allieti la bevuta di birra degli avventori con una drammatica melodia sulle guerre antiche, o con una romantica romanza riguardo gli amori disperati di una dama chiusa in una torre lontana. Ben presto il volto del bardo è su decine di manifesti che coprono le mura cittadine, e sempre più amanti della musica e delle poesie fanno visita al Pollo Aviario per conoscere il maestro Antallen Refis in persona.

Una sera di quelle, mentre Antallen firmava autografi a adolescenti in delirio, gli avventurieri si erano riuniti per decidere cosa fare. La missione che sembrava più redditizia e più semplice era dare una mano alla chiesa di Sinth con quel malfunzionamento di golem, nel sotterraneo del tempio. Prima però si diressero alla Gilda Arcana, per saperne di più riguardo le armi in essedreel bipolare che i maghi avrebbero dovuto creare grazie al nihilium e alle formule di Pollas.

Il piano terra della torre, come al solito, era gremito di persone. Il numero degli avventurieri a Keremish aumentava di giorno in giorno, di pari passo con la durata delle albe e dei tramonti ed in perfetta sincronia con il crescere dei guai in città. Si fecero strada fino al bancone e chiesero di Milos.
"Siamo spiacenti, Milos sta ricevendo visite e a quanto pare è molto occupato." La commessa indicò in direzione dello studio del responsabile delle relazioni con il pubblico: la porta era chiusa e una discreta folla di persone spazientite aspettava appena proprio lì di fronte.
"Possiamo parlare con qualcun altro? Chi è il responsabile economico qui dentro?" Chiese Lucian.
"Lobas Derdensku, ma attualmente è in missione ufficiale per conto della Gilda. - Rispose la commessa. - Potete parlare con Carden, è nella sua stanza, al secondo piano."
Salirono da Carden. La maga stava leggendo alcuni vecchi testi riguardanti linee di flusso magiche, mentre un famiglio coniglio gironzolava per la stanza ammucchiando le scartoffie. Non appena li riconobbe, li fece entrare... e chiuse la porta che aveva lasciato aperta.
"Come procede la vostra missione sull'isola di Wabbekee?" Domandò lei.
"E' in una fase di... stallo." Disse Krisonna.
"Ma abbiamo recuperato il materiale per la creazione dell'essedreel bipolare. Pensavamo che le armi fossero state già create." Aggiunse Lucian. Nel frattempo il coniglio famiglio stava servendo del thé a tutti gli ospiti.
"Credo che siano già state create infatti. - Asserì Carden - Avete chiesto giù alla bottega?"
Ivan e Gordianus scensero a controllare mentre gli altri finivano il thé. Le armi erano già in vendita e premettevano di incastonare più di un cristallo elementale dello stesso tipo sulla stessa arma. Il paladino ordinò uno spadone a due mani in essedreel bipolare a cinque enervature, quindi attesero gli altri e si diressero verso il tempio di Sinth.