marzo 31, 2007

5.01 - Gli ultimi due Pugnali

Le giornate si allungano, il sole inizia a riscaldare le strade di Keremish, per troppo tempo spazzate dal vento e dalla pioggia delle stagioni fredde. I roseti sanguinari che infestano la città, in fiore, donano una strana atmosfera di bellezza alle strade, come se bellezza e terrore si potessero fondere insieme in una pianta e scaldare i cuori dei cittadini con il rosso dei loro petali ricordando loro nel contempo dei pericoli di questi giorni. Con il tempo i Mercenari del Teschio Cremisi sono divenuti quasi di casa. Molte nuove reclute sono giovani abitanti della città che colgono l'occasione di essere utili per la città e garantirsi un futuro. Molti altri ormai frequentano le locande e le taverne della città con disinvoltura, hanno amici e conoscenti, e magari anche compagni e compagne tra la gente di Keremish.
In un giorno in cui c'è un motivo in più per la cittadinanza di essere felice, Ivan, Lucian e Krisonna si ritrovano ai tavoli della locanda del Pollo Aviario a guardarsi preoccupati negli occhi. A quanto pare, con un'ultima fulminante azione, i mercenari hanno arrestato quanti ancora rimanevano liberi della Gilda dei Pugnali di Cristallo. Tutti i prigionieri si trovano ora detenuti nelle carceri delle caserme del palazzo ducale.

Circa venti giorni prima, proprio Ivan, Lucian e Krisonna, accettando un discutibile accordo con Teg Maine, avevano accettato di recuperare una pesante cassa metallica da una nave mercantile al porto per portarla al campo base dell'ordine. Ma a metà strada, nella notte, erano stati fermati da una mezzelfa dai capelli bianchi e dalla pelle pallida come la luna. Gli abiti erano quelli tipici di un ladro, aveva strani tatuaggi sulle braccia ed un sottile stocco al fianco. Li minacciò di dare a lei la cassa, in quanto inviata dai Pugnali di Cristallo per impedire che cadesse nelle mani delle Mantidi Notturne, delle quali Teg Maine faceva parte. Dopo alcune brevi e inutili discussioni, i tre avevano accettato. In qualche modo era in effetti controproducente aiutare uno dei loro nemici a venire in possesso di qualcosa che poteva aiutarlo nei suoi folli piani. La mezzelfa, che disse di chiamarsi Mara, scomparve recitando un teletrasporto, portando con sé la cassa di metallo. Adesso tutti e tre gli avventurieri avevano il dubbio che fosse stato proprio quell'evento a scatenare la catena di conseguenze che aveva portato all'arresto dell'intera Gilda.

Non c'era modo migliore per averne conferma che andare a parlare direttamente con i prigionieri. Si diressero alla fortezza del duca. Appena attraversato il ponte, furono fermati da alcuni soldati della Guardia Cittadina che li accompagnarono nei sotterranei dove incontrarono per l'ennesima volta Gruveth, il carceriere e torturatore della fortezza. Gli avventurieri sapevano che Gruveth faceva anche lui parte delle Mantidi Notturne, ma non avevano prove in proposito.
"Siamo qui per visitare i prigionieri della gilda dei Pugnali di Cristallo" Chiesero.
"Ci sono solo due motivi per i quali un gruppo di avventurieri visita dei prigionieri: sono loro amici o sono loro nemici. Qual'è la vostra motivazione?"
Ivan era tentato di rispondere ancora una volta che i loro affari erano loro e basta, ma Gruveth avrebbe potuto negare loro l'autorizzazione necessaria per la visita, quindi si trattenne.
"Alcune indagini che stiamo conducendo necessitano di informazioni che forse i Pugnali di Cristallo sono in grado di darci." Gli rispose Lucian. Gruveth sorrise divertito. "E' una bella scusa, - poi si rivolse alla guardia - lasciali passare, ma sorvegliateli mentre interrogano i prigionieri."

Le guardie accompagnarono i tre avventurieri giù per le scale che conducevano alle celle. Mentre ricordavano agli ospiti le regole da seguire, Ivan e Lucian si ricordarono di essere già fuggiti da queste prigioni, più di un anno fa, utilizzando lo scarico dei rifiuti, come suggerito loro da Gelden. Arrivarono di fronte alle celle dove erano stati rinchiusi i membri della Gilda. Anche Shiwen Lynn e Valesid erano state catturate. Probabilmente nessuno sospettava che quella gracile e pallida ragazza che ora se ne stava seduta in un angolo respirando a fatica fosse in realtà un drago d'argento, ma avrebbero potuto scoprirlo da un momento all'altro. Shiwen disse loro di parlare con il loro capo, nella cella accanto.
Il nome della ragazza che guidava la gilda dei Pugnali di Cristallo era ancora un mistero. La donna non sembrava affatto piegata dalla prigionia, gli occhi neri ed i capelli lunghi le davano un aspetto rispettoso e nonostante avessero vestito ogni prigioniero con la stessa sudicia tunica, era evidente che gli avventurieri stessero parlando con il capo.
"Due di noi sono sfuggiti alla cattura. - Disse loro la ragazza - Si tratta di Adranth e Mara. Erano in missione e devono aver intuito quello che stava accadendo. Se volete aiutarci ad uscire di qui, contattateli. Staranno già escogitando qualcosa."
Poi indicò loro come accedere ad uno dei tanti traboule segreti della città, per giungere presso Piazza Padella, un angusto piazzale circondato dai palazzi che poteva essere un ottimo punto di incontro.
"Attendeteli lì. Prima o poi si faranno vivi."

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