febbraio 23, 2007

4.14 - Il tempo di fuggire

Il riflesso soprannaturale che scivolava serpentino su ogni lastra di marmo che fosse in grado di riflettere la luce della luna, d'improvviso, si fermò. Ed un'esplosione di schegge di vetro investì in pieno il volto di Gordianus. Da una delle foto sulla lapide più vicina la strega degli specchi lanciò il suo attacco, quindi rientrò nella duo-dimensione e si spostò altrove, prima che Ivan potesse colpirla. Quando Gordianus sollevò la spada per difendersi da un altro attacco, si accorse di uno sguardo maligno che lo osservava dall'interno della lama stessa. Il braccio nero e nodoso della strega fuoriuscì di colpo dal riflesso sulla sua arma e strinse i suoi artigli attorno al collo del paladino, cominciando a stringere... stringere...
"Gordianus!" Gridò Ivan, che aveva timore di colpire il mezzodrago e non osava vibrare il colpo contro la strega.

Nel frattempo Lucian e Antallen si trovavano circondati da ladri delle mantidi notturne. Il ranger vorticò le spade abbattendo un paio di nemici, Antallen attaccò le figure agili che gli roteavano attorno, ma la sua abilità con lo stocco non era al pari di quella del mezzelfo. Lucian vide con la coda dell'occhio arrivare una Palla di fuoco. Le fiamme esplosero trasformando la notte in un inferno. Il ranger era riuscito a coprirsi con il corpo di uno dei suoi avversari, mentre Antallen era balzato veloce dietro una delle tombe. Teg Maine apparve all'orizzonte, con una serie di balzi incredibili si proiettò da una tomba all'altra e giunse a pochi metri dagli intrusi. Sfoderando dardi dal nulla, scagliò una raffica di letali proiettili contro di loro. I dardi si incendiarono in aria illuminando per un attimo il Campo dei Morti e tracciando scie di luce nell'aria. Esplosero contro il ranger ed il bardo, e Antallen cadde a terra privo di sensi.
"Non sono avversari da due soldi. - Stabilì ad alta voce lo stregone a capo della riunione, che aveva appena lanciato la Palla di fuoco. - Portate via i vostri uomini. Io mi occuperò di loro, e vi darò il tempo di allontanarvi." Così dicendo si sollevò in aria, sorretto da due enormi ali piumate color pece, che spuntarono dalla sua schiena quasi per magia. Tag Maine rinfoderò nella carne i suoi pugnali, e le Mantidi Notturne scomparvero veloci e silenziosi come falene. Subito Lucian afferrò il corpo di Antallen e si diresse verso la cappella più alta nei dintorni. Poggiò il bardo ad uno dei muri e lo curò, in modo da fargli riprendere i sensi.

Gordianus sfoderò i denti aguzzi da mezzodrago ed azzannò il braccio che lo stringeva. La Strega degli specchi rientrò nel riflesso della spada e scivolò di nuovo via, attraverso le superfici lucide degli stemmi, dei marmi e delle vetrate del cimitero. Il paladino gonfiò la gola e si preparò a soffiare. Quando vide che l'ombra della creatura si fermava sul vetro di una lanterna sprigionò il suo cono di gelo. I vetri della lanterna si frantumarono e la strega venne scagliata fuori dal suo involucro bidimensionale. Un essere spaventoso, dalle sembianze umanoidi di una vecchia ossuta e completamente coperta di schegge di vetro che ne laceravano le carni. Il mostro gridò di terrore e subito la spada di Ivan la colpì così forte da scagliarla tra i marmi alle sue spalle. In un attimo si gettò nuovamente in una delle vetrate ed emettendo un gemito sinistro e prolungato scomparve.

Lo stregone alato stava tenendo Lucian e Antallen sulla difensiva, bersagliandoli con incantesimi a distanza e mantenendosi troppo in alto per essere raggiunto. Krisonna raggiunse i due compagni ed insieme si rifugiarono in un trucco della corda. Lo stregone ne approfittò per lanciare su di sé svariate protezioni magiche, quindi dissolse la protezione degli avventurieri e riprese ad attaccarli. Gordianus e Ivan giunsero giusto in tempo per distrarlo ed attirare qualche Palla di Fuoco su se stessi, quindi il mezzo drago prese lo stocco volante di Krisonna e decollò verso il nemico. Utilizzando le cariche dell'anello dell'ariete colpì lo stregone con tale forza da farlo schiantare a terra, dove Ivan poteva raggiungerlo e devastarlo a colpi di spada. Lo scontro proseguì per qualche minuto, ma non appena l'incantatore si accorse che i suoi alleati avevano avuto tempo a sufficienza per fuggire, lanciò su di sé un teletrasporto e scomparve senza lasciare traccia.
Il bilancio dell'incursione non era dei più soddisfacenti... nessun criminale catturato, nessuna nuova informazione fondamentale, nessun piano sventato. Gli avventurieri rinfoderarono le armi e tornarono in città.

febbraio 20, 2007

4.13 - Ospiti non attesi

Antallen suonava con passione e ispirazione. La sua musica sembrava fermarsi nell'aria odorosa e umida della locanda e danzare con i profumi ed il sussurrìo dei tavoli. Il bardo muoveva le dita velocemente, come formiche su di un ramo, e i suoi occhi rimanevano chiusi, la mente rapita dalla melodia. Quando fermava la musica, intonava una strofa. Il pubblico seguiva i suoi racconti con attenzione, smettendo di parlare per un attimo e posando sul tavolo i boccali. Il lybran cantava di luoghi lontani, di cieli azzurri e luminosi, di navi volanti e di città sospese in aria. Poi poggiava nuovamente le dita sulle corde e dal chitarrino un accompagnamento delizioso si levava ad esaltare la sua voce.
Per il tempo che durò l'esibizione, sembrava di essere tornati indietro, ai tempi in cui Keremish non respirava ed era una cittadina allegra e vivace. I giorni erano lunghi e luminosi, le strade piene di vita, i vicoli offrivano scorci caratteristici e i mercanti amavano fermarsi in città per godere della vista del porto dalle finestre delle locande.

Krisonna, Gordianus e Ivan entrarono al Pollo Aviario quando l'esibizione del loro vecchio amico volgeva al termine. Con lo sguardo notarono che Guasco e Piria stavano appalaudendo, e il mercante non si lasciò scappare l'occasione di complimentarsi di persona con il maestro e di allungargli un paio di monete d'oro, segno di apprezzamento. Quando Antallen scese dal piccolo palco di legno, l'oste gli si avvicinò dondolando. Nascose una coscia di pollo nella tasca del suo sudicio camice, e ne estrasse una quindicina di monete d'oro, unte ma decisamente appetibili.
"Complimenti, mastro Refis! Il pubblico è rimasto incantato, e la mia sala non si riempiva così da almeno un anno!" Il corpulento padrone della locanda esplose in una fragorosa risata.
"La ringrazio, messere. Anche io mi sono premurato di omaggiarvi con un piccolo dono, per ringraziarvi della vostra ospitalità!" E così dicendo estrasse una piccola ghirlanda dorata. L'oste la afferrò e la mise in tasca. La stessa dove teneva la coscia di pollo. Poi si esibì in un inchino sgraziato e tornò al suo lavoro.
"Antallen! Quanto tempo!" Il bardo salutò tutti e si sedettero ad uno dei tavoli. Gli amici lo aggiornarono su quanto stava accadendo in città. Antallen era partito per un lungo giro della regione, e al suo ritorno le cose sembravano decisamente peggiorate.
"Abbiamo un appuntamento, fra qualche ora... - Riferì Krisonna - Una congrega di streghe. Si troveranno al cimitero. Vieni con noi?"

La notte era calata, finalmente. Avvicinandosi al cimitero, si accorsero che uomini dai volti coperti con un mantello grigio vagavano nei pressi del perimetro del Campo. Le guardie cittadine pattugliavano l'alta cancellata, e ogni tanto era possibile imbattersi anche in qualche mercenario del Teschio Cremisi. Trovarono un punto lontano da sguardi indiscreti, e oltrepassarono le inferriate. Lucian li raggiunse giusto in quel momento. Si accorsero però di avere nel gruppo due guerrieri in armatura pesante, che ad ogni passo emettevano rumori metallici al pari di un golem arrugginito. Così, Lucian e Antallen andarono avanti da soli.
Scivolarono fra le tombe fino a raggiungere una delle colline sulle quali sorgeva la maggiorparte delle tombe del Campo dei Morti. Lucian si accorse di numerose presenze che si muovevano furtivamente nell'ombra: ladri. Era evidente che anche le Mantidi Notturne erano state invitate. Si nascosero nel buio ed avanzarono facendo attenzione a non essere visti. Giunsero fino ad un centinaio di metri da un ampio anfiteatro di pietra, la tomba dei Wandermaster. Si trattava di una famiglia di grandi oratori e politici, che avevano costruito un'arena di pietra semicircolare di fronte all'ingresso della cripta di famiglia, per commemorarne l'onore. Spesso l'anfiteatro veniva utilizzato per le cerimonie funebri dai sacerdoti di Sinth, ma quella notte sarebbe stato testimone di un altro tipo di evento.
Tre figure misteriose erano riunite al centro dell'anfiteatro. Attorno al perimetro, nascosti all'ombra delle tombe, c'erano molti altri ladri. Una delle tre figure sembrava essere l'incantatore visto da Lucian nel vicolo dei gatti. Un altro era avvolto da un mantello grigio, proprio come tutti gli altri suoi compagni, ma evidentemente doveva avere un ruolo di comando. La terza figura era a dir poco grottesca, una creatura umanoide dalle forme vagamente femminili, con la pelle rugosa e bluastra, e due piccole corna nere che le spuntavano dalla fronte.
Poi si udì un rumore sospetto da alcune tombe a ovest. Si trattava di Krisonna, che aveva tentato di raggiungere i compagni dopo essere stata avvisata con un messaggio magico da Antallen. Il bardo subito tentò di sviare i ladri producendo un suono fantasma altrove, il miagolìo di un gatto. Ma non sembravano essere interessati ai gatti.
Fortunatamente la maga aveva già provveduto a lanciare trucco della corda e a nascondersi in un piccolo spazio extradimensionale. Anche Lucian e Antallen tentarono di nascondersi, ma non ci riuscirono. Tre Mantidi Notturne emersero dall'oscurità alle loro spalle. Lucian si voltò di scatto e con una rapida successione di colpi eliminò i due ladri che aveva attorno, ma non riuscì ad avvertire in tempo il bardo, che si ritrovò una gelida lama conficcata tra le scapole. Antallen gridò di dolore, e il suo grido giunse alle orecchie di Ivan e Gordianus, che stavano attendendo lontani. I loro amici erano stati scoperti. Ormai agire di sotterfugio era inutile.

"La nostra riunione dovrà essere rimandata! - disse il mago agli altri due complici - Chiunque sia, uccideteli." La creatura notturna in un attimo scomparve. Il capo delle Mantidi Notturne invece stese le braccia, e la carne dei due avambracci si squarciò facendo uscire due coltelli acuminati che scivolarono velocemente tra le sue dita. Lucian aveva già visto quel trucco: Teg Maine! Assieme al bardo iniziarono a correre via, il più lontano possibile da quel posto. Ma i ladri li avevano praticamente già circondati.
Nel frattempo Ivan e Gordianus correvano tra le lapidi nel tentativo di raggiungere i loro amici prima che fosse troppo tardi. Un riflesso scivolò tra i marmi lucidi illuminati dalla luna. Qualcosa di soprannaturale. La Strega degli Specchi.

febbraio 17, 2007

4.12 - Riposa in pace

La piccola Lepel si sollevò in punta di piedi e pose la sua mano su una lastra metallica a lato della porta della tomba della famiglia Burroughs. La pesante porta di pietra si sollevò e scivolò di lato, non appena il meccanismo riconobbe il tocco della guardiana del cimitero.
Lucian, Ivan, Gordianus, Krisonna e Azalorn videro di fronte a loro una lugubre scalinata di pietra scendere nel buio. Strano modo di ammazzare il tempo prima di sera... infilarsi in una cripta che era stata profanata per investigare su cosa fosse successo. Secondo Lepel qualcuno aveva officiato un rito magico, ed un qualche tipo di passaggio dimensionale era stato aperto... il che era strano, visto che ormai da mesi non era più possibile per nessun abitante della regione raggiungere i piani esterni o interni di alcun tipo. Lepel aveva avvisato la Gilda Arcana, ma i maghi sembravano avere altre gatte da pelare. Il gruppo di Krisonna invece si era presentato da lei chiedendo il permesso di rimanere nel cimitero di Keremish per tutta la notte a venire, nel tentativo di cogliere sul fatto una congrega di streghe intenta a riunirsi. Lepel aveva dato loro l'autorizzazione, avvisandoli che quella sera non sarebbe stata presente, causa impegni "diplomatici". Ed era rimasta sorpresa che, per non stare con le mani in mano qualche ora, quel gruppo di avventurieri volesse occuparsi anche del caso della tomba dei Burroughs. Ma ne aveva conosciuti di spostati, nei sette anni di guardia al cimitero che già aveva trascorso.

Krisonna illuminò le scale con uno sciame di luci danzanti. Gordianus si avviò per primo, seguito da tutti gli altri. Ogni passo scendeva di più nel profondo delle colline sulle quali si estendeva il Campo dei Morti. Ogni passo aumentava il silenzio, l'odore di chiuso, il senso di oppressione, di immobilità, di sonno eterno. Poi qualcosa si illuminò per un attimo ai piedi del mezzodrago. Fece giusto in tempo a guardare in basso, che una voragine si spalancò sotto di lui, per inghiottirlo. Con la mano che non stringeva la spada, il paladino cercò un appiglio mentre il baratro lo risucchiva, e trovò il bordo della botola. Rimase qualche secondo sospeso nel vuoto, contemplando il pozzo di trenta metri che si era spalancato sotto di lui, reso ancora più letale da una serie si lame trasversali piazzate a vari livelli di altezza. Se fosse caduto, l'avrebbero raccolto a tranci. Si tirò sù, aiutato da Ivan, che era appena dietro di lui.
"Trappole!"
A quanto pare la famiglia Burroughs ci teneva che nessuno profanasse il sonno eterno dei suoi cari. Qualcuno di loro immaginò quali tesori dovevano essere stati sepolti assieme ai defunti. Qualcun altro si rese conto di come fosse saggio officiare un rito sacrilego nel profondo di una di quelle cripte, metri sottoterra e circondato da trappole costosissime poste dai famigliari degli estinti. Tutti comunque, realizzarono che entrare in un posto del genere senza un ladro era un suicidio. E andarono avanti.
La trappola successiva, scattando al passaggio di Krisonna, scagliò sulla maga una magia che la stordì momentaneamente, quindi tentò di schiacciare l'intero gruppo facendo crollare su di loro il soffitto del corridoio. Azalorn si voltò indietro tuffandosi sulla maga e afferrandola al volo. Con un balzo entrambi saltarono fuori dall'area del meccanismo, e videro le tonnellate di roccia schiantarsi a terra fragorosamente. Quando l'enorme massa di pietra si risollevò, Azalorn e Krisonna videro che Gordianus ne era rimasto vittima. Impacciato dall'armatura, non era riuscito a sfuggire alla pressa di granito, che l'aveva inchiodato a terra schiacciandolo. Solo grazie alla sua robustezza il mezzodrago riuscì a sopravvivere. Sputando sangue dalla bocca, il paladino si rialzò.
"Era un potente incantesimo, quello che mi ha stordita." Notò Krisonna. Questa tomba doveva essere molto antica... prima del cataclisma che privò Thesis della sua energia magica.

L'ultima trappola fu superata con coraggio: Lucian individuò dove il gruppo che aveva violato la cripta si era fermato, il che indicava chiaramente il punto dove il loro ladro era entrato in azione per permettere ai suoi compagni di superare il diabolico meccanismo. Gordianus impugnò lo stocco magico di Krisonna e volò attraverso il cunicolo. Una sistema di inversioni di gravità, aculei disposti sul soffitto, baratri e nubi incendiarie si attivò al passaggio del paladino, ma grazie al fatto che stava volando il temerario apri-pista del gruppo giunse dall'altra parte ed invitò gli altri a fare altrettanto.
Ora di fronte a loro si apriva la stanza che era il cuore della cripta: luculi e candele spente erano disposti lungo le pareti, e dalle nicchie nella pietra sporgevano bare di legno, casse da morto, cadaveri rinsecchiti e ossa polverose. La famiglia Burroughs custodiva qui i suoi morti da oltre duecento anni... ce n'erano decine. Ma i morti non erano stati i soli ad entrare in questa stanza, sebbene fosse così ben protetta. Al centro della stanza c'erano i resti di quella che doveva essere stata una cerimonia sacrificale. Polvere e terriccio, misto a sangue, avvolgevano nel rosso una serie di candele accese e incantate per brillare senza spegnersi. Fogli bruciati e unguenti profumati giacevano da una parte. Appoggiata alla parete c'era una minacciosa quanto macabra vergine di ferro. Gordianus percepì un'aura malvagia nello stesso punto.
"E' uno strumento di tortura. - Fece notare Lucian - L'interno di quel sarcofago di metallo è pieno di aculei, e quando viene chiuso la vittima ne è trafitta."
Il sangue che si era seccato sul metallo della vergine era la prova che Lucian aveva ragione. E che qualcuno era stato chiuso lì dentro, e ucciso. "Raccogli questi fogli, - disse il mezzelfo indicando a Krisonna dei frammenti di pergamena sui quali erano state vergate parole in una lingua sconosciuta - possiamo farli analizzare da Milos."
Krisonna si avvicinò, ma in quel momento la vergine di ferro si scosse. Con un sussulto il sarcofago di metallo si sollevò in piedi, illuminandosi di energia soprannaturale, e afferrando due grosse spade guardò minaccioso gli intrusi. "Un Sarcofagus!" Esclamò Krisonna.

Lo strano golem si mosse contro Lucian e lo attaccò. Il mezzelfo rispose con le sue lame, tra le quali una che era folgorante. Le scariche elettriche avevano uno strano effetto debilitante sulla vergine animata. Krisonna colpì il golem con un fulmine, quindi Ivan, Azalorn e Gordianus lo attaccarono. L'elettricità aveva rallentato il gigante metallico a sufficienza da poterlo abbattere prima che potesse ridurre in fin di vita il mezzelfo. Quando la vergine di ferrò crollò in terra, tutti si allontanarono da lei. Un golem non poteva emettere un'aura malvagia! Un tremore percorse il corpo del mostro di ferro, quindi si aprì, rivelando l'interno costellato di chiodi acuminati. La creatura che nacque dai rottami del golem era spaventosa a dir poco. Il corpo rianimato di un uomo torturato a morte, avvolto in cinghie di cuoio e trafitto da centinaia di chiodi. Galleggiava a pochi dentimetri da terra contorcendosi di dolore, mente i suoi occhi lacrimavano sangue.
Ivan fu colto dal terrore soprannaturale emanato da quella creatura, e restò paralizzato in un angolo della stanza. Gli altri decisero che dovevano abbatterlo il prima possibile. Mentre il nonmorto cercava di utilizzare le sue capacità mentali per penetrare nella mente di Krisonna, le lame di Lucian e Gordianus, nonché i proiettili delle pistole di Azalorn, martoriarono il corpo della creatura aggiungendo dolore al dolore. Con uno spasmo di agonia l'essere si accasciò a terra.
Gli avventurieri esplorarono velocemente il resto della cripta, resistendo alla tentazione di portare via alcune delle ricchezze che dovevano essere sepolte quaggiù assieme ai corpi.
Tornando in superficie, trovarono Lepel ad aprire loro la porta.

febbraio 10, 2007

4.11 - Spedizione contro il redivivo

Una discreta folla di curiosi circondava le scalinate della Cattedrale di Sinth quando Lucian, Ivan e Gordianus si avvicinarono al tempio. Si fecero largo tra la gente, che osservava ammirata quello che stava accadendo sul sacrario. Tra le alte colonne e le imponenti statue, proprio davanti alla porta della cattedrale, una schiera di paladini e templari stava salutando l'uscita della Custode del Culto.
Chiedendo il permesso ad una delle accolite, i tre avventurieri furono condotti all'interno, dove Bree stava terminando la benedizione delle proprie armi. La Custode del Culto era vestita con la tunica e le armi dell'ordine dei paladini di Sinth. Aveva indossato le vestigia delle grande battaglie e aveva dipinto le lacrime della dea madre al di sotto degli occhi. Appena finito di benedire la sua spada, la rinfoderò e si accorse dell'accolita, che introduceva gli avventurieri.
"Gordianus! - Esclamò la sacerdotessa - E' un piacere rivederti. Purtroppo non ho molto tempo."
"Che succede?" Domandò il mezzodrago.
"Una spedizione di emergenza, presso un santuario abbandonato a pochi chilometri da Keremish, lungo la strada mercantile. Sembra che durante la notte, un folle abbia completato il rituale per trasformarsi in nonmorto, ed un lich ha preso vita."
Lucian e Ivan avevano già sentito questa storia. Tempo addietro, un signorotto aveva proposto loro una missione che riguardava il fratello, il quale era un potente incantatore con tutte le intenzioni di divenire un lich. Ma si erano impegnati in altre missioni, e il tipo non si era più fatto vedere. Ma che qualcuno si stesse preparando a quel rituale presso il santuario sulla strada mercantile ad ovest era una notizia a loro nota da tempo. Tuttavia preferirono non farne parola con Bree.
"Abbiamo bisogno di aiuto... stanotte alcune streghe si riuniranno al cimitero." Riferì Lucian.
"Non posso aiutarvi, - rispose Bree - abbiamo una missione da compiere."
"Andiamo anche noi!" Propose Ivan.
Lucian si fece sfuggire una risatina, poi capì che il guerriero diceva sul serio.
"C'è una legione di paladini assieme a noi!" Aggiunse Gordianus.
"Possiamo unirci alla spedizione?" Chiese Lucian alla Custode del Culto. La sacerdotessa era piuttosto sorpresa dalla domanda. Andare a caccia di lich era molto pericoloso, molti dei paladini che fieramente innalzavano inni alla chiesa sarebbero morti.
"Non rifiuteremo l'aiuto di nessuno!" Rispose infine Bree.

La folla salutò con grida di giubilo il passaggio delle forze del bene che andavano a sradicare il male a pochi passi dalla città. Ora che la città sembrava sprofondata in un'aura di paura, ogni spiraglio di luce era accolto come un miracolo. La sacerdotessa cavalcava in testa alla legione, la seguivano 40 soldati in armatura scintillante da templare. Dietro di loro, Lucian, Ivan e Gordianus, mercenari aggiunti alla missione.
Oltrepassarono i cancelli di Keremish e imboccarono la strada mercantile ovest accompagnati da squilli di tromba suonati dall'alto delle mura e delle torri di vedetta. Dopo circa due ore di marcia giunsero al tempio abbandonato.
Del santuario restavano in piedi solo quattro colonne, che si alzavano spezzate per qualche metro su un piano lastricato di pietre levigate. Attorno ai ruderi del santuario avevano costruito le loro case qualche fattore e alcuni allevatori. L'ingresso ai sotterranei del tempio, le cripte, si affacciava sulla strada ed era poco più che un buco in terra chiuso da una lastra di marmo.
"L'energia negativa viene da là sotto" Indicò Bree scendendo da cavallo.
Alcuni paladini si mossero verso l'ingresso delle cripte e forzandole la pietra con la spada ribaltarono la pietra di lato. La Custode del Culto diede un ordine silenzioso. I soldati sfoderarono le lame e si lanciarono nel buio della cripta, uno dopo l'altro. Seguirono alcuni minuti di silenzio, poi le prime grida, seguite dai rumori della battaglia. Colpi di spada, tintinnii di armature. Bree ordinò ai quattro templari rimasti a proteggerla di muoversi ai lati della porta, per cogliere di sorpresa qualsiasi cosa uscisse. Gli avventurieri sfoderarono le armi ed attesero assieme a lei.
Di colpo un tentacolo uncinato schizzò fuori dal buio e agguantò un paladino per il cranio, strattonandolo dentro. Seguirono urla. Un altro paladino entrò di corsa, nel tentativo di salvare il compagno. Altri rumori di colluttazione, poi il silenzio. Lucian, Ivan e Gordianus scivolarono ai lati dell'apertura, a dare supporto ai due paladini. Dopo pochi secondi, un Mohrg uscì dalla cripta sferzando l'aria con le sue frattaglie tentacolari.
I colpi di spada si abbatterono sulla creatura ferocemente, poi la sacerdotessa sfoderò il simbolo sacro e con un potente lampo di energia positiva disintegrò completamente la creatura.
"Un Mohrg... - commentò Bree - E' un nonmorto molto potente... come può averlo evocato?"
Ma non ebbe il tempo di ragionarci. Altri due nonmorti dello stesso tipo uscirono dal buio attaccando con i loro tentacoli mollicci e uncinati. Uno dei paladini fu dilaniato. Quando il primo dei due Mohrg cadde a terra con il cranio sfondato l'altro attese, per attirare gli avversari nel buio. Ma nessuno degli avventurieri cadde nella trappola. Affrontarono anche il secondo nonmorto e lo sconfissero. A quel punto Bree ordinò all'ultimo soldato rimasto di scendere a dare supporto ai sopravvissuti, che ancora si sentivano lottare e combattere.

Una luce verde illuminò per qualche frazione di secondo il pavimento lastricato del santuario, quindi la roccia si disintegrò lasciando al suo posto un buco di sei metri di diametro. Dal centro della voragine emerse volando il lich. Con un colpo di telecinesi fece crollare l'ingresso alla cripta.
"La Custode del Culto in persona! - Disse, notando la presenza di Bree - Quale onore! Ma non c'è peccato per il quale io debba essere punito! Ho abbandonato le mie vesti mortali per risorgere come creatura eterna. Voi, esseri di carne viva, non mi fermerete. Non più, ormai!"
Invece di replicare verbalmente, la sacerdotessa tese in avanti il simbolo sacro e esplose un altra ondata di energia positiva. Purtroppo non ebbe effetto. Il lich rise istericamente. Brandelli di carne si staccavano dalla sua faccia, essiccati e decomposti. Gordianus passò all'azione, si avvicinò alla voragine e spalancando le fauci emise un potente soffio di gelo. Il nonmorto fu investito in pieno e quando il paladino richiuse la bocca sembrava averlo completamente assiderato. Ma non era così. Il nonmorto spaccò il ghiaccio che lo ricopriva ed estese la mano, ripagando con la stessa carta i suoi avversari. Un cono di gelo di forza devastante investì i quattro avversari. Tutti, tranne Gordianus che era immune al freddo, riportarono tremende ustioni da freddo. Mentre Bree tentava di curare le ferite a se stessa e ai suoi compagni, Ivan corse verso la colonna più vicina. Con la forza che possedeva, iniziò a scalarla velocemente aggrappandosi direttamente sulla roccia, come se l'armatura non gli desse affatto impedimento. Lucian beneficiò di uno scudo amico lanciato da Bree, quindi decollò volando verso il nonmorto ed iniziò a colpirlo con la sua spada. Gordianus non sapeva cosa fare, ma pensò che se avesse abbattuto una colonna avrebbe avuto qualche speranza di centrare il lich sospeso in aria.
La Custode del Culto scagliò raggi roventi contro il mostro. Il lich però sembrava sfruttare tocco del vampiro per riprendere energie, succhiandole al mezzelfo con il quale stava combattendo. Per fortuna dall'alto giunse Ivan! Lanciandosi da una colonna con uno sforzo sovrumano, riuscì a raggiungere il nonmorto. Mentre volava in aria il suo volto si trasformò in quello del suo animale totemico, il furioso ghiottone, e stringendosi sul corpo rinsecchito del lich affondò le zanne nella carne del nemico. Lucian pensava di approfittarne per curarsi, ma quando ebbe estratto la bacchetta si rese conto che poteva usarla per ferire! Colpì il lich infliggendo alla creatura danni da energia positiva: se per sbaglio avesse colpito Ivan, lo avrebbe curato.
"Maledetti!" Gridò il mago nonmorto. Riuscì anche da immobilizzato a lanciare un teletrasporto, e comparve alle spalle della sacerdotessa. Ma Bree non era così indifesa come sembrava. Indietreggiò di qualche passo e utilizzando una delle sue pergamene evocò dal cielo una esplosiva colonna di fuoco, che si abbatté sul povero lich consumandone carni ed ossa, incenerendolo all'istante.

Lucian aveva afferrato Ivan al volo per evitare che cadesse nel vuoto, e lo riportò a terra. Gordianus smise di colpire la colonna, ormai era inutile.
"Dobbiamo ritrovare il filatterio!" Disse Lucian.
"Non abbiamo fretta... il lich impiegherà almeno un giorno intero a rigenerarsi. Rivolteremo quella cripta da cima a fondo finché non recuperemo il ricettacolo dove ha riposto la sua anima."
Così fecero, ed infatti il filatterio si trovava in una delle tombe. Il lich non aveva avuto il tempo di nasconderlo meglio. Gordianus e Ivan lo colpirono con forza fino a spaccarlo. Sì udì un flebile grido di agonia dissolversi nell'aria quando lo scrigno metallico si spaccò. Il lich era morto.
Dei 40 uomini di Bree ne erano rimasti in vita solo dodici.
"Costruiremo un nuovo santuario su questi resti, e lo intitoleremo alla memoria dei ventotto paladini che hanno dato la vita per salvare Keremish da questa spaventosa minaccia."
Quindi la Custode del Culto risalì a cavallo, e tutti insieme tornarono in città.

febbraio 09, 2007

4.10 - Strega, streghe, stregone

Lucian entrò nello studio di Milos che la lunga alba di sangue non aveva ancora abbandonato il cielo della mattina. Il mago se ne stava curvo su un tomo, illuminato da due candele la cui fiamma brillava di luce azzurra. Quando il ranger entrò, sollevò lo sguardo sopra gli occhiali (e sotto le folte sopracciglia bianche) e lo invitò a sedersi.
"Qual buon vento ti porta?"
"Non molto buono... - Rispose Lucian - Siamo tornati dalla nostra seconda incursione sull'isola di Wabbekee e sembra popolata da potenti creature, al di sopra delle nostre forze..."
"Oh, già! Quelle creature! - Lo interruppe Milos - Abbiamo esaminato il cadavere in decomposizione che avevate lasciato sulle rive del fiume!"
"Non era in decomposizione!" Si stupì il ranger.
"Putrefazione accelerata innaturale! Interessante, vero?" Chiarì il mago. Chiuse il libro e saltò giù dalla sedia. In piedi era ancora più basso che da seduto. Poggiandosi sul suo bastone si diresse verso uno scaffale e raccolse una serie di scartoffie.
"Io e i miei accoliti abbiamo trovato cospicue tracce di energia divina nelle carni di quel gigante... l'intera struttura di quella creatura ne era imbibita... era come se l'energia divina in qualche modo lo sostentasse." Spiegò, mentre allargava alcune pergamente sul tavolo, facendosi spazio tra libri e arnesi per l'analisi magica. Sollevò di nuovo lo sguardo su Lucian e riprese:
"Non sapevamo che Wabbekee stesse conducendo esperimenti così interessanti. Quando dieci anni fa abbandonò l'isola e si trasferì a Keremish, non proseguì alcuna ricerca e non ci parlò di alcuna scoperta. Ritenevamo che tutti i suoi sorzi non l'avessero condotto a nulla di concreto. Poi scomparve, dopo qualche mese. Nessuno di noi lo vide più, ma forse siamo in grado di rintracciarlo."
Lucian ascoltava, ma nel frattempo stava rimuginando su altre questioni, cioè sul vero motivo che lo aveva condotto da Milos quella mattina.
"Forse quelle creature erano normali esseri umani prim degli esperimenti di Wabbekee. - Disse - Se Wabbekee era in grado di potenziare in quel modo i suoi alleati, non potremmo fare altrettanto anche noi? Nella nostra ultima incursione Gordianus è stato ucciso (anche se siamo riusciti a riportarlo in vita) e anche gli altri membri del gruppo hanno riportato gravi ferite... Ho sentito che esiste una malattia chiamata licantropia. Modifica il fisico e la mente dell'ospite trasformandolo in una bestia assetata di sangue. Ma se trovassimo il modo di salvare la mente dalla trasformazione..."
Milos lo interruppe, aggiustandosi gli occhiali con due dita. "Esistono numerosi metodi magici per potenziare un combattente... incantesimi potenti che sono andati perduti... possiamo condurre ricerche in quel senso, ma avremo bisogno di voi se si necessiterà di recuperare componenti per le ricerche."
"Affare fatto" Concluse il mezzelfo.
"E a proposito di componenti... - riprese Milos - che ne è del nihilium?"
Lucian scosse la testa.
"Avevo capito - incalzò il vecchio mago - che siete stati sull'isola per ben due volte. E' impossibile che non abbiate notato l'enorme blocco di nihilium che si innalza per decine di metri di altezza al centro di essa!"
"Quello... è nihilium?" Rispose sbigottito il ranger. In effetti avevano constatato che si trattava di una roccia strana, di un materiale insolito... ma non avevano minimamente pensato che si trattasse proprio della roccia che stavano cercando.
"Prendetene più che potete. Con del nigilium saremo in grado di produrre essedreel bipolare secondo quanto scoperto da Pollas prima di morire... e adesso che sappiamo che Wabbekee aveva raggiunto dei risultati molto interessanti, ve la sentite di tornare ed indagare anche sui suoi esperimenti?" Milos ricordò a Lucian del fatto che Carden aveva ingaggiato direttamente loro della missione, senza che la Gilda diramasse alcuna richiesta di avventurieri. "Ma se non vi sentite in grado di completare la missione, ora che si è fatta più complessa, la Gilda può chiedere che se ne occupino altri."
"Non ce n'è bisogno." Fece Lucian.
"Bene! - Esclamò il mago battendo con il suo bastone a terra. - Abbiamo spedito una copia delle nostre ricerche su quel gigante al tempio di Sinth, per un consulto. Se volete saperne qualcosa di più in anteprima, passateci voi stessi."
Il ranger salutò ed uscì dalla torre della Gilda Arcana.

Arrivato alla Locanda del Pollo Aviario trovò Ivan e Gordianus appena svegli e seduti ai tavoli per la colazione. Nessuno dei due, a dir la verità, aveva osato ordinare. L'oste serviva latte di capra, uova fritte e fave. Incontrarono l'altro gruppo di avventurieri che dimorava alla locanda, Castalia, Orion, Merry e Agranok, che scendeva già pronto per la loro missione. Ebbero modo di sedersi al tavolo con loro e di discutere di come andassero le cose. A quanto pare aver scoperto di una confraternita di incantatori arcani che tramava nell'ombra sia con i ladri delle Mantidi Notturne che con il drago dei picchi montuosi non era stato molto utile: le indagini si erano fermate perché nessuno conosceva il covo delle Mantidì, né potevano chiedere al drago, tantomeno era possibile risalire alla confraternita. Sarebbero invece andati a reclamare una villa infestata, messa in palio dal proprietario per il primo gruppo di avventurieri che vi avesse trascorso una notte intera.
"Bene bene! - commentò sarcastico Lucian - Fate testamento, prima!"
Ma nessuno degli altri sembrò spaventato. Castalia pensava si trattasse di "semplici fantasmi", Agranok confidava nelle sue arti arcane. Merry e Orion stavano mangiando uova e fave. Appena finito di mangiare, salutarono i tre colleghi e si allontanarono.

"E noi che facciamo?" Chiese Lucian.
"Abbiamo la pista delle streghe da seguire." Propose Ivan.
Pochi minuti dopo, i tre stavano scivolando in uno sporco vicolo del quartiere del mercato. Lucian e Ivan avevano già incontrato, in quello stesso vicolo, la strega dei gatti neri. Con un po' di fortuna, l'avrebbero trovata ancora lì.
Giunti in prossimità delle finestre della sua casa, si trovarono circondati da decine di gatti neri che giravano per le strade miagolando, o se ne stavano paciosi sdraiati negli angoli più luminosi del vicolo. Lucian aveva provveduto ad avvolgere se stesso ed i suoi due compagni con una invisibilità agli animali, ed era impossibile che i gatti li vedessero. Sentirono delle voci provenire dall'interno dell'abitazione. I vetri delle finestre erano incrostati e la porta di legno era socchiusa... non riuscivano a vedere dentro. Gordianus si concentrò per percepire presenze maligne nei paraggi. Sentì dapprima due, poi tre creature: una forte aura di male in piedi, una più debole seduta, ed una terza che sembrava muoversi da una finestra all'altra... rimanendo dentro le finestre stesse!
"La strega degli specchi!" Disse agli altri.
"Aspettate qui, vado ad ascoltare cosa dicono." Lucian scivolò furtivamente fin sotto una delle finestre. Ma l'udito fino della strega percepì che qualcosa si muoveva. "Chi è là?" Tuonò con voce rauca e sgradevole. Il suo naso bitorsoluto sporse oltre l'apertura della porta, ma non notò il ranger, che si era nascosto dietro un barile per la raccolta dell'acqua piovana.
"Lascia stare le tue paranoie, vecchia! - le intimò una voce giovane ma autorevole - E torniamo ai nostri affari. Stanotte, al cimitero, vi darò conferma definitiva degli accordi, e insieme daremo il via al piano. Siate puntuali."
Un rumore di stivali si avvicinò alla porta. Lucian, che aveva udito tutto, si schiacciò ancora meglio dietro il barile. Un giovane incantatore alto e avvolto in un lungo mantello di stoffa pregiata uscì dalla casa. Il suo collo era avvolto da un'armatura costruita su misura. Aveva corti capelli grigi ed occhi perlacei, senza pupilla. Scomparve nell'ombra di un vicolo.
Il ranger tornò velocemente dai suoi compagni, e riferì loro quanto aveva udito.
"Abbiamo bisogno di aiuto." Propose Gordianus "Chiediamo al tempio."

febbraio 04, 2007

4.09 - Quel che si muove nell'ombra

Lasciarono il corpo del gigante dietro alcuni cespugli vicino al fiume, oltre le mura orientali della città. Krisonna analizzò velocemente l'enorme spada dell'energumeno. Era uno spadone in essedreel di buona fattura, con una enervatura ed un comunissimo cristallo del potere allocato. Poteva comunque valere per la quantità di metallo in sé.
Prima di dedicarsi agli affari però, portarono il corpo di Gordianus dalla Custode del Culto, la sacerdotessa Bree. Bree rimase sconcertata nell'apprendere che il paladino era stato ucciso. Immediatamente diede l'ordine di chiamare gli amministratori del culto del trapasso, affinché le spoglie potessero essere ricomposte in modo appropriato per poi procedere ad un rito di rianimazione divina.
"Non vi preoccupate del costo, - aggiunse la sacerdotessa - per questa volta la chiesa di Sinth si accollerà l'ammontare... un nostro paladino è morto nel compimento del suo dovere, se possibile lo rianimeremo."
Passarono quattro ore. Il cielo cominciava a tingersi di rosso. Il lungo tramonto aveva inizio.
Gli accoliti di Sinth uscirono dalla sala del rituale ricoperti di sangue e stremati dallo sforzo. Bree era completamente coperta del sangue di Gordianus, ma sorrise.
"E' tornato in vita... dategli solo il tempo di riprendersi. Il suo corpo resterà debilitato per un po' di tempo e le cicatrici non spariranno mai. Soprattutto quelle nell'anima."
Poi si allontanò.

Alla Locanda del Pollo Aviario notarono il chierico del gruppo di Castalia che sorseggiava del sidro vicino alla finestra, in un angolino. Si accorsero anche che l'annuncio della missione per la quale era partito quel gruppo risultava cancellato e la ricompensa riscossa.
"Potrebbero aver scoperto qualcosa sul drago." Suggerì Krisonna.
Si avvicinarono al sacerdote, il quale risistemandosi la chioma bionda e fluente allungò loro una sedia. Si sedettero. Il chierico sembrava fresco e riposato.
"Come è andata la missione con quei goblin, Orion?" Gli chiesero.
"Una passeggiata. - Rispose il sacerdote sbuffando con aria di superiorità - C'erano delle grosse bestie... muso da iena... code come fruste... grandi come orsi... che in qualche modo strano riuscivano a comandare lupi e warg. I goblin della foresta erano le vittime, non i responsabili. Incredibile, vero?"
"Già. - fece Lucian, che aveva difficoltà a capire se i mostri descritti da Orion fossero reali o il frutto del sidro che aveva già bevuto. - E avete scoperto nulla del drago?"
"Oh, si! - Esclamò Orion - Ma non sono sicuro di potervene parlare."
"Erano gli accordi presi con Castalia. Noi davamo o lei le nostre informazioni, lei dava a noi le sue." Gli ricordò Krisonna, con il massimo della diplomazia possibile.
"Va bene... - Annuì lui - Abbiamo scoperto che il drago collabora in qualche modo con una delle gilde di ladri di Keremish, le Mantidi Notturne."
"L'unica gilda di Keremish." Ricordò Lucian. I Pugnali di Cristallo erano stati recentemente distrutti dai mercenari dell'ordine del Teschio Cremisi. Erano veramente morti tutti? Il ranger si ricordò di essere tornato al loro vecchio covo, di recente, trovandovi solo macerie. Ora le Mantidi Notturne avevano il controllo di tutte le attività illegali della città. E a questo proposito erano venuti recentemente a conoscenza del fatto che il Duca, per non perdere grosse fette di commercio a causa della cattiva fama che la città si stava guadagnando, aveva offerto grossi vantaggi a tutti i mercanti che stringevano alleanze con Keremish, tra i quali Guasco de Borgognoni. Potevano tutti questi eventi essere intrecciati in un unica grande trama? Che le Mantidi Notturne avevano un loro tornaconto? Chi c'era veramente dietro tutto questo?
"Ma non è tutto! - Li sorprese Orion - C'è qualcun altro. Una Confraternita di incantatori, di cui sappiamo poco, e della quale abbiamo sentito solo voci. Si muovono nell'ombra, e sembra che abbiano trame un po' ovunque."
Ringraziarono il chierico e andarono a riposare. Avevano molto su cui riflettere.

Il mattino successivo Gordianus poteva unirsi di nuovo ai suoi compagni.
Si recarono alla Gilda Arcana per avvisare Milos del cadavere in riva al fiume. Forse avrebbero potuto esaminarlo e scoprire qualcosa di interessante. Il mago chiamò a se qualche apprendista e andarono subito sul posto. Nel frattempo gli avventurieri portarono la spada (faticosamente trascinata da Ivan) da Melissa, il fabbro della città. La ragazza era giovane e piuttosto inesperta nell'arte della forgiatura, ma raccoglieve l'eredità del vecchio padre, sempre presente nella bottega, seduto alle sue spalle, e troppo vecchio per poter lavorare. Melissa era una ragazza dal fisico robusto e dalla pelle abbrustolita dal colore della fornace e annerita dalla fuliggine. I suoi capelli biondi erano appiccicati dal sudore e impastati di cenere, ma sotto quel chilo e mezzo di carbone c'era lo sguardo fiero di qualcuno che avrebbe voluto un futuro migliore anziché battere ferri di cavallo per gli allevatori della zona.
"E' un bel pezzo di essedreel! - commentò la ragazza - Posso pagarvelo 300 monete d'oro. E' poco meno del suo prezzo d'acquisto." L'offerta era generosa, ma Krisonna non sembrava convinta. Il vecchio fabbro blaterò qualcosa alle spalle della figlia, su come una volta fosse capace di forgiare spade con anche cinque enervature.
"Perché? Tu non sei capace?" Chiese Krisonna.
"No. Non riesco a lavorare il metallo per ottenerne più di tre."

La bottega di Melissa si trovava oltre le mura orientali, in alto sulla collina. Da lì potevano osservare i maghi della Gilda Arcana che analizzavano il cadavere della creatura, giù al fiume. Più tardi sarebbero passati alla torre a chiedere notizie.
"Sai nulla di una Confraternita segreta di maghi?" Gli chiesero, una volta nel suo studio.
"Ci sono molti arcanisti a Keremish, ora più che mai. E non tutti entrano a far parte della Gilda... come Krisonna ad esempio. E' probabile che questi maghi non facciano parte della nostra torre."
"Ma probabilmente vengono da voi per acquistare le componenti per i loro incantesimi, vendere oggetti magici..." Fece notare Lucian.
"Terrò gli occhi aperti. In caso vi avviserò. Ma abbiamo altre congreghe in città. Le streghe ad esempio. - Disse Milos, storcendo il naso per lo schifo. - Esseri che distorcono l'uso delle arti magiche per compiere gesta immonde. La Gilda è loro nemica da sempre."
"Ne abbiamo sconfitta una, tempo fa... Una Strega della seduzione... si era mascherata da Custode del Culto del tempio di Sinth. - Rammentò Lucian - E siamo sicuri dell'esistenza di almeno altre due di esse, una Strega degli specchi ed una Strega dei gatti neri..."
Milos si distese sulla sua sedia e sbuffò.
"Si... conosco quella storia... sembrava collaborassero con Whisper. Sono tre. Il minimo per una congrega. Forse ce ne sono altre. Ad ogni modo, loro hanno sicuramente più contatti con questa confraternita di noi. Almeno sapete dove cominciare ad indagare."

febbraio 03, 2007

4.08 - Ritorno e furia

Una volta riapparsi alle porte di Keremish, Azalorn si espresse opponendosi ad un ritorno presso quell'isola. I pericoli erano troppo grandi comparati ai guadagni. Ivan, Krisonna e Gordianus tornarono alla Locanda del Pollo Aviario, dove trovarono Lucian. Spiegata la situazione al ranger, Lucian acconsentì ad unirsi a loro per una seconda spedizione.
Accompagnarono Krisonna alla cattedrale, dove poté rimuovere l'aura di debilitazione che il contatto con l'arma maledetta del loro ultimo avversario le aveva calato addosso. La sacerdotessa le vendette anche qualche pozione, in misura preventiva. Poi passarono da Balmiro per acquistare pergamene di teletrasporto e poter viaggiare indietro all'isola.

Un attimo prima attorno a loro c'era l'aria soffocante della città. Le case bagnate dalla pioggia ed il cielo grigio dell'inverno. Poi tutto si dissolse nei rumori selvaggi della piccola foresta tropicale dell'isola dell'arcimago, Wabbekee. La pioggia cadeba nebulosa sulle larghe foglie degli alberi e il rumore delle gocce sembrava assorbire qualsiasi altro suono. Krisonna fece notare al ranger che una creatura umanoide alata volava in alto sorvegliando l'isola.
Lucian si spostò attorno alla roccia che si innalzava innaturalmente al centro del bosco. Saliva per 300 metri d'altezza, un picco vertiginosamente alto per un'isola di meno di 5 chilometri di diametro. Osservò le venature della roccia, il colore, la densità. Non si trattava di pietra vulcanica, quell'isola non era emersa dal mare a causa di eventi geologici. Notò nella foresta uno di quei ragni. Forse sorvegliavano l'area. Tornò indietro dai suoi compagni.
"Deve esserci una scalinata di pietra che conduce alla casa. L'abbiamo vista arrivando in nave." Ricordò Krisonna. Lucian scosse la testa. "Sì, ma probabilmente occorrerà girare attorno alla roccia e rischiamo di essere avvistati."
Scelsero la via più breve. L'arcanista rese tutti invisibili, poi utilizzando un incantesimo volare e lo stocco magico di Krisonna, s'innalzarono in aria verticalmente. Giunsero ad un'ampia balconata a circa 100 metri d'altezza sulle fronde degli alberi. Atterrarono senza fare rumore. All'estremità opposta del piazzale si ergeva una figura miscolosa ed imponente, altra tre metri. Sembrava un gigante di qualche tipo, quasi completamente nudo se non fosse per un perizoma di pelliccia ed un elmo di acciaio. La barba bionda ed i capelli lunghi scendevano sul corpo villoso. Appoggiava le braccia su un gigantesco spadone a due mani, e scrutava l'orizzonte in silenzio.
Alle sue spalle, qualche metro più indietro, c'era un passaggio che entrava nella casa di Wabbekee. Si intravedevano un focolare, un grosso tavolo in legno, delle pareti arredate con gusto.

Gli avventurieri decisero di sfruttare la sorpresa. Scivolarono attorno al grosso barbaro e... colpirono! Il gigante gridò di dolore nel vedere aprirsi nel suo corpo delle profonde ferite come se il vento stesso lo stesse ferendo. Un istante dopo l'invisibilità che proteggeva gli attaccanti svanì. Il barbaro roteò l'enorme spada e l'abbatté si Ivan, spaccando armatura e parte del parapetto di pietra in un sol colpo. Ma né Ivan, né Lucian, né Gordianus si allontanarono. Continuarono ad attaccare nella speranza di abbattere il gigante prima che lui potesse uccidere loro.
Purtroppo per loro, gli occhi del barbaro si accesero della sua ira furiosa. I muscoli del suo corpo si tesero come fasci di corde e con una serie di colpi poderosi scagliò via Lucian, che cadde a terra privo di sensi. Quindi urlando di dolore e rabbià colpì Gordianus, spaccandolo letteralmente in due. Il mezzo drago fu sollevato dal colpo, sventrato e sbattuto contro una parete. Ivan e Lucian continuavano a conficcare le loro lame nel corpo del nemico.
"Ivan, sfrutta la tua ira!" Krisonna, da una parte, si rendeva con orrore conto che per il paladino non c'era altro da fare, e correva a rianimare il ranger. Ma Ivan non aveva intenzione di bruciare le sue energie così presto. Il barbaro sollevò la sua arma colpì Ivan con tale forza da spaccare il pavimento e sollevare nubi di detriti.
Lucian si sollevò, parzialmente guarito da Krisonna un millesimo di secondo prima che il suo cuore cedesse per sempre. Poi Ivan entrò in furia. Con un affondo di spada, Ivan trapassò il cuore del temibile avversario. L'energumeno crollò addosso ad un muro, inondandolo del suo sangue. Ivan cadde a terra subito dopo, tramortito dallo sforzo compiuto.

"Dobbiamo andare via!" Disse Krisonna. Si udiva chiaramente un rumore di ali che si avvicinava.
"Teletrasportiamo via anche il corpo! - Suggerì Lucian, con un filo di voce. - Potremmo farlo analizzare..." L'arcanista stese le mani sui suoi compagni, i quali afferrarono a loro volta il corpo di Gordianus e quello del barbaro appena abbattuto. Non dimenticando la sua enorme spada. Un secondo dopo, non erano più lì.