febbraio 03, 2007

4.08 - Ritorno e furia

Una volta riapparsi alle porte di Keremish, Azalorn si espresse opponendosi ad un ritorno presso quell'isola. I pericoli erano troppo grandi comparati ai guadagni. Ivan, Krisonna e Gordianus tornarono alla Locanda del Pollo Aviario, dove trovarono Lucian. Spiegata la situazione al ranger, Lucian acconsentì ad unirsi a loro per una seconda spedizione.
Accompagnarono Krisonna alla cattedrale, dove poté rimuovere l'aura di debilitazione che il contatto con l'arma maledetta del loro ultimo avversario le aveva calato addosso. La sacerdotessa le vendette anche qualche pozione, in misura preventiva. Poi passarono da Balmiro per acquistare pergamene di teletrasporto e poter viaggiare indietro all'isola.

Un attimo prima attorno a loro c'era l'aria soffocante della città. Le case bagnate dalla pioggia ed il cielo grigio dell'inverno. Poi tutto si dissolse nei rumori selvaggi della piccola foresta tropicale dell'isola dell'arcimago, Wabbekee. La pioggia cadeba nebulosa sulle larghe foglie degli alberi e il rumore delle gocce sembrava assorbire qualsiasi altro suono. Krisonna fece notare al ranger che una creatura umanoide alata volava in alto sorvegliando l'isola.
Lucian si spostò attorno alla roccia che si innalzava innaturalmente al centro del bosco. Saliva per 300 metri d'altezza, un picco vertiginosamente alto per un'isola di meno di 5 chilometri di diametro. Osservò le venature della roccia, il colore, la densità. Non si trattava di pietra vulcanica, quell'isola non era emersa dal mare a causa di eventi geologici. Notò nella foresta uno di quei ragni. Forse sorvegliavano l'area. Tornò indietro dai suoi compagni.
"Deve esserci una scalinata di pietra che conduce alla casa. L'abbiamo vista arrivando in nave." Ricordò Krisonna. Lucian scosse la testa. "Sì, ma probabilmente occorrerà girare attorno alla roccia e rischiamo di essere avvistati."
Scelsero la via più breve. L'arcanista rese tutti invisibili, poi utilizzando un incantesimo volare e lo stocco magico di Krisonna, s'innalzarono in aria verticalmente. Giunsero ad un'ampia balconata a circa 100 metri d'altezza sulle fronde degli alberi. Atterrarono senza fare rumore. All'estremità opposta del piazzale si ergeva una figura miscolosa ed imponente, altra tre metri. Sembrava un gigante di qualche tipo, quasi completamente nudo se non fosse per un perizoma di pelliccia ed un elmo di acciaio. La barba bionda ed i capelli lunghi scendevano sul corpo villoso. Appoggiava le braccia su un gigantesco spadone a due mani, e scrutava l'orizzonte in silenzio.
Alle sue spalle, qualche metro più indietro, c'era un passaggio che entrava nella casa di Wabbekee. Si intravedevano un focolare, un grosso tavolo in legno, delle pareti arredate con gusto.

Gli avventurieri decisero di sfruttare la sorpresa. Scivolarono attorno al grosso barbaro e... colpirono! Il gigante gridò di dolore nel vedere aprirsi nel suo corpo delle profonde ferite come se il vento stesso lo stesse ferendo. Un istante dopo l'invisibilità che proteggeva gli attaccanti svanì. Il barbaro roteò l'enorme spada e l'abbatté si Ivan, spaccando armatura e parte del parapetto di pietra in un sol colpo. Ma né Ivan, né Lucian, né Gordianus si allontanarono. Continuarono ad attaccare nella speranza di abbattere il gigante prima che lui potesse uccidere loro.
Purtroppo per loro, gli occhi del barbaro si accesero della sua ira furiosa. I muscoli del suo corpo si tesero come fasci di corde e con una serie di colpi poderosi scagliò via Lucian, che cadde a terra privo di sensi. Quindi urlando di dolore e rabbià colpì Gordianus, spaccandolo letteralmente in due. Il mezzo drago fu sollevato dal colpo, sventrato e sbattuto contro una parete. Ivan e Lucian continuavano a conficcare le loro lame nel corpo del nemico.
"Ivan, sfrutta la tua ira!" Krisonna, da una parte, si rendeva con orrore conto che per il paladino non c'era altro da fare, e correva a rianimare il ranger. Ma Ivan non aveva intenzione di bruciare le sue energie così presto. Il barbaro sollevò la sua arma colpì Ivan con tale forza da spaccare il pavimento e sollevare nubi di detriti.
Lucian si sollevò, parzialmente guarito da Krisonna un millesimo di secondo prima che il suo cuore cedesse per sempre. Poi Ivan entrò in furia. Con un affondo di spada, Ivan trapassò il cuore del temibile avversario. L'energumeno crollò addosso ad un muro, inondandolo del suo sangue. Ivan cadde a terra subito dopo, tramortito dallo sforzo compiuto.

"Dobbiamo andare via!" Disse Krisonna. Si udiva chiaramente un rumore di ali che si avvicinava.
"Teletrasportiamo via anche il corpo! - Suggerì Lucian, con un filo di voce. - Potremmo farlo analizzare..." L'arcanista stese le mani sui suoi compagni, i quali afferrarono a loro volta il corpo di Gordianus e quello del barbaro appena abbattuto. Non dimenticando la sua enorme spada. Un secondo dopo, non erano più lì.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo il barbaro è stato sconfitto dalla mia furia selvaggia, alla fine ho ceduto al richiamo di chi voleva che usassi tutte le mie energie..... Se vi ricordate alla fine del combattimento sono stramazzato al suolo proprio per la fine dell'effetto della furia!!
nd Ivan

Bigio ha detto...

Corretto corretto!!!