febbraio 17, 2007

4.12 - Riposa in pace

La piccola Lepel si sollevò in punta di piedi e pose la sua mano su una lastra metallica a lato della porta della tomba della famiglia Burroughs. La pesante porta di pietra si sollevò e scivolò di lato, non appena il meccanismo riconobbe il tocco della guardiana del cimitero.
Lucian, Ivan, Gordianus, Krisonna e Azalorn videro di fronte a loro una lugubre scalinata di pietra scendere nel buio. Strano modo di ammazzare il tempo prima di sera... infilarsi in una cripta che era stata profanata per investigare su cosa fosse successo. Secondo Lepel qualcuno aveva officiato un rito magico, ed un qualche tipo di passaggio dimensionale era stato aperto... il che era strano, visto che ormai da mesi non era più possibile per nessun abitante della regione raggiungere i piani esterni o interni di alcun tipo. Lepel aveva avvisato la Gilda Arcana, ma i maghi sembravano avere altre gatte da pelare. Il gruppo di Krisonna invece si era presentato da lei chiedendo il permesso di rimanere nel cimitero di Keremish per tutta la notte a venire, nel tentativo di cogliere sul fatto una congrega di streghe intenta a riunirsi. Lepel aveva dato loro l'autorizzazione, avvisandoli che quella sera non sarebbe stata presente, causa impegni "diplomatici". Ed era rimasta sorpresa che, per non stare con le mani in mano qualche ora, quel gruppo di avventurieri volesse occuparsi anche del caso della tomba dei Burroughs. Ma ne aveva conosciuti di spostati, nei sette anni di guardia al cimitero che già aveva trascorso.

Krisonna illuminò le scale con uno sciame di luci danzanti. Gordianus si avviò per primo, seguito da tutti gli altri. Ogni passo scendeva di più nel profondo delle colline sulle quali si estendeva il Campo dei Morti. Ogni passo aumentava il silenzio, l'odore di chiuso, il senso di oppressione, di immobilità, di sonno eterno. Poi qualcosa si illuminò per un attimo ai piedi del mezzodrago. Fece giusto in tempo a guardare in basso, che una voragine si spalancò sotto di lui, per inghiottirlo. Con la mano che non stringeva la spada, il paladino cercò un appiglio mentre il baratro lo risucchiva, e trovò il bordo della botola. Rimase qualche secondo sospeso nel vuoto, contemplando il pozzo di trenta metri che si era spalancato sotto di lui, reso ancora più letale da una serie si lame trasversali piazzate a vari livelli di altezza. Se fosse caduto, l'avrebbero raccolto a tranci. Si tirò sù, aiutato da Ivan, che era appena dietro di lui.
"Trappole!"
A quanto pare la famiglia Burroughs ci teneva che nessuno profanasse il sonno eterno dei suoi cari. Qualcuno di loro immaginò quali tesori dovevano essere stati sepolti assieme ai defunti. Qualcun altro si rese conto di come fosse saggio officiare un rito sacrilego nel profondo di una di quelle cripte, metri sottoterra e circondato da trappole costosissime poste dai famigliari degli estinti. Tutti comunque, realizzarono che entrare in un posto del genere senza un ladro era un suicidio. E andarono avanti.
La trappola successiva, scattando al passaggio di Krisonna, scagliò sulla maga una magia che la stordì momentaneamente, quindi tentò di schiacciare l'intero gruppo facendo crollare su di loro il soffitto del corridoio. Azalorn si voltò indietro tuffandosi sulla maga e afferrandola al volo. Con un balzo entrambi saltarono fuori dall'area del meccanismo, e videro le tonnellate di roccia schiantarsi a terra fragorosamente. Quando l'enorme massa di pietra si risollevò, Azalorn e Krisonna videro che Gordianus ne era rimasto vittima. Impacciato dall'armatura, non era riuscito a sfuggire alla pressa di granito, che l'aveva inchiodato a terra schiacciandolo. Solo grazie alla sua robustezza il mezzodrago riuscì a sopravvivere. Sputando sangue dalla bocca, il paladino si rialzò.
"Era un potente incantesimo, quello che mi ha stordita." Notò Krisonna. Questa tomba doveva essere molto antica... prima del cataclisma che privò Thesis della sua energia magica.

L'ultima trappola fu superata con coraggio: Lucian individuò dove il gruppo che aveva violato la cripta si era fermato, il che indicava chiaramente il punto dove il loro ladro era entrato in azione per permettere ai suoi compagni di superare il diabolico meccanismo. Gordianus impugnò lo stocco magico di Krisonna e volò attraverso il cunicolo. Una sistema di inversioni di gravità, aculei disposti sul soffitto, baratri e nubi incendiarie si attivò al passaggio del paladino, ma grazie al fatto che stava volando il temerario apri-pista del gruppo giunse dall'altra parte ed invitò gli altri a fare altrettanto.
Ora di fronte a loro si apriva la stanza che era il cuore della cripta: luculi e candele spente erano disposti lungo le pareti, e dalle nicchie nella pietra sporgevano bare di legno, casse da morto, cadaveri rinsecchiti e ossa polverose. La famiglia Burroughs custodiva qui i suoi morti da oltre duecento anni... ce n'erano decine. Ma i morti non erano stati i soli ad entrare in questa stanza, sebbene fosse così ben protetta. Al centro della stanza c'erano i resti di quella che doveva essere stata una cerimonia sacrificale. Polvere e terriccio, misto a sangue, avvolgevano nel rosso una serie di candele accese e incantate per brillare senza spegnersi. Fogli bruciati e unguenti profumati giacevano da una parte. Appoggiata alla parete c'era una minacciosa quanto macabra vergine di ferro. Gordianus percepì un'aura malvagia nello stesso punto.
"E' uno strumento di tortura. - Fece notare Lucian - L'interno di quel sarcofago di metallo è pieno di aculei, e quando viene chiuso la vittima ne è trafitta."
Il sangue che si era seccato sul metallo della vergine era la prova che Lucian aveva ragione. E che qualcuno era stato chiuso lì dentro, e ucciso. "Raccogli questi fogli, - disse il mezzelfo indicando a Krisonna dei frammenti di pergamena sui quali erano state vergate parole in una lingua sconosciuta - possiamo farli analizzare da Milos."
Krisonna si avvicinò, ma in quel momento la vergine di ferro si scosse. Con un sussulto il sarcofago di metallo si sollevò in piedi, illuminandosi di energia soprannaturale, e afferrando due grosse spade guardò minaccioso gli intrusi. "Un Sarcofagus!" Esclamò Krisonna.

Lo strano golem si mosse contro Lucian e lo attaccò. Il mezzelfo rispose con le sue lame, tra le quali una che era folgorante. Le scariche elettriche avevano uno strano effetto debilitante sulla vergine animata. Krisonna colpì il golem con un fulmine, quindi Ivan, Azalorn e Gordianus lo attaccarono. L'elettricità aveva rallentato il gigante metallico a sufficienza da poterlo abbattere prima che potesse ridurre in fin di vita il mezzelfo. Quando la vergine di ferrò crollò in terra, tutti si allontanarono da lei. Un golem non poteva emettere un'aura malvagia! Un tremore percorse il corpo del mostro di ferro, quindi si aprì, rivelando l'interno costellato di chiodi acuminati. La creatura che nacque dai rottami del golem era spaventosa a dir poco. Il corpo rianimato di un uomo torturato a morte, avvolto in cinghie di cuoio e trafitto da centinaia di chiodi. Galleggiava a pochi dentimetri da terra contorcendosi di dolore, mente i suoi occhi lacrimavano sangue.
Ivan fu colto dal terrore soprannaturale emanato da quella creatura, e restò paralizzato in un angolo della stanza. Gli altri decisero che dovevano abbatterlo il prima possibile. Mentre il nonmorto cercava di utilizzare le sue capacità mentali per penetrare nella mente di Krisonna, le lame di Lucian e Gordianus, nonché i proiettili delle pistole di Azalorn, martoriarono il corpo della creatura aggiungendo dolore al dolore. Con uno spasmo di agonia l'essere si accasciò a terra.
Gli avventurieri esplorarono velocemente il resto della cripta, resistendo alla tentazione di portare via alcune delle ricchezze che dovevano essere sepolte quaggiù assieme ai corpi.
Tornando in superficie, trovarono Lepel ad aprire loro la porta.

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