ottobre 29, 2007

7.19 - L'anacoreta

Bree era partita per il fronte. Molti avventurieri l'avevano fatto. Le richieste di reclutamento in città, a Wallace, si facevano sempre più pressanti. I morti sul campo di battaglia aumentavano di ora in ora, l'esercito del regno era riuscito a spingere le forze del Teschio Cremisi fino davanti alle mura di Keremish. Ma la flotta volante di Wallace era stata costretta a ritirarsi dopo l'assalto volante di Kalfyra, che aveva danneggiato gran parte delle navi. Insomma feroci combattimenti si susseguivano appena sotto le mura della loro città... Il sangue imbeveva la terra e Melpheron stava avendo il domino... e il gruppo cercava di essere utile facendo altro. Cioè cercando essedreel superiore, di cui avevano bisogno per incastonare le gemme di armadale. Una cerca che probabilmente pensavano di terminare nel pomeriggio di quello stesso giorno...

Lucian si recò presso la Gilda dei Maghi di Wallace, la cui sede era una enorme torre frammentata i cui tranci si reggevano sospesi in aria avvolti da un campo di forza magico. Due maghi, che stavano conversando davanti all'ingresso della torre all'ombra dei propri guardiani protettori, accolsero la richiesta del ranger e lo accompagnarono da Ady, il mago delle trascrizioni. La stanza di Ady era di un disordine tale che solo la magia poteva rendere peggiore. Alambicchi, libri, sestanti, fiale, pergamene, lenti... sembrava che tutto l'equipaggiamento che un mago potesse possedere stesse fluttuando lentamente, senza gravità, nello studio. Ady fluttuava anche lui, a gambe incrociate, in prossimità del soffitto, leggendo con attenzione un tomo che levitava di fronte a lui. Lucian entrò stando attento a non calpestare tutto quello che c'era in terra. "Cosa c'è ragazzo?" Gli chiese il mago. Ady era un piccolo ometto sulla cinquantina, con barba arruffata e capelli ricci troppo cresciuti, tenuti a bada da un ridicolo cappellino a cuffietta. Si spostò gli occhiali dal naso per vedere chi fosse entrato. "Mi chiamo Lucian... vengo a porle delle domande... ho bisogno di informazioni."

Nel frattempo Dewen e Krison erano di nuovo entrati nella biblioteca della cattedrale, alla ricerca anche loro di informazioni. Dewen era spazientito, la situazione era critica, ma si perdeva tempo a fare altro.

Nella stanza di Ady entrò Carden. La maga era fuggita da Keremish ed era al corrente di quanto stava accadendo, ma non sembrava preoccupata dell'esito della guerra. Né del fatto che Bree fosse resuscitata. O suo padre morto. Lucian aveva consultato Baltar, un drago di rame che sembrava alleato della gilda dei maghi, il quale gli aveva chiarito alcune ipotesi riguardo gli shard. Mille indizi, mille ipotesi, mille informazioni di un puzzle che non sembrava ricomporsi. Uscendo dalla gilda Lucian si diresse all'incontro con i suoi compagni. Decisero che Keremish poteva aspettare. E anche l'essedreel superiore. E anche gli shard. Lucian tirò fuori un vecchio elenco di richieste di avventurieri che sembravano proporre missioni alla loro altezza... c'era un anacoreta che aveva avuto delle visioni riguardo un artefatto di Hyssiris... si diressero alla taverna dello "stinco di porco", dove il religioso si era fermato per cercare aiuto.
L'eremita era uno straccione puzzolente, barba e capelli sporchi, pantaloni sudici, sguardo da invasato. Parlava con suadenza. Aveva ridotto la sua stanza ad una specie di luogo di meditazione improvvisato ed erano cinque giorni che non pagava il conto. Dewen saldò il debito per lui. L'asceta lo interpretò come un segno della volontà di Sinth. Gli chiesero del sogno, e lui raccontò terrorizzato di una caverna, di incubi dalle mille forme, di una potente energia magica che emanava da qualcosa di nascosto lì sotto. Disse che un paio di gruppi di avventurieri, prima di lui, avevano ascoltato i suoi deliri e si erano diretti sul posto, ma non erano tornati. Si trattava di un complesso di grotte naturali che sorgeva a est, quasi al confine con il deserto, le caverne di Yundros. Non aveva nulla per pagarli, poteva dare loro solo qualche indizio, e uno in particolare gli sembrava importante: una fessura cilindrica nella quale infilare il braccio con forza.

Siccome la missione era mal retribuita, terribilmente pericolosa e assolutamente inutile per quello che concerneva il loro dovere nei confronti della città di Keremish, gli avventurieri saltarono in groppa ai cavalli e si diressero immediatamente verso le caverne. Tutti loro sentirono come di avere tra le mani un puzzle che non voleva ricomporsi... perché stavano andando alla ricerca di un artefatto di Hyssiris? Cosa gliene fregava? Bree stava morendo in battaglia, Kalfyra dominava su una città che era sempre più preda di Melpheron. Cacciarono via questi pensieri come fossero frutto di una influenza mentale malvagia. No, no... Siamo avventurieri. Siamo all'avventura. Dopo un giorno di galoppo a cavallo, giunsero presso una piccola oasi nella prateria stepposa... un laghetto, un boschetto di arbusti, una cascata. Sembrava tutto così bello.

ottobre 26, 2007

7.18 - Il ricercatore duellante

La stanza dove il disco levitante di energia si posò dopo la lunga discesa era illuminata da cristalli magici fluttuanti che irradiavano di una fredda luce bluastra l'ambiente circolare. Il sangue sparso sul pavimento assumeva un colore violaceo e sembrava già incrostato sul marmo. I corpi dei trenta paladini inviati a difendere il sacro reliquiario erano distesi a terra, straziati da colpi possenti di spada e da tagli precisi di stocco.
Dalla porta che si apriva sul lato opposto della stanza apparve Vanagard, seguito da quattro energumenti pelosi alti due metri, ognuno dei quali brandiva una grossa arma di pietra dalle forme di una spada ma più simile ad un randello roccioso.
"Mi ricordo di voi... - Disse Vanagard - Riconosco il vostro odore... quello di due di voi in particolare, mi è molto famigliare... Chi siete?"
"Siamo quelli che hanno completamente sbaragliato il tuo gruppo, e che ti hanno sconfitto davanti al sacrario del tempio di Sinth a Keremish!" Gli rinfrescò la memoria Lucian.
"Keremish... - Rifletté il ricercatore di cristalli - Sì, mi ricordo... al tempo ero alla ricerca di un cristallo del potere molto potente... il Teschio Cremisi." I suoi occhi completamente bianchi si strinsero in una espressione divertita: "Adesso ho altri obiettivi, altre priorità."
Si voltò verso uno degli energumeni che lo seguivano, e gli consegnò un sacchetto. "Porta queste gemme al sicuro. A loro penserò io." Poi iniziò a togliersi la cappa di dosso. Ma Gordianus non gli diede il tempo: lo caricò brandendo Stigma di Adamantio e sferrando uno dei suoi migliori colpo. Il rumore stridulo delle spade che si incrociavano in aria congelò la stanza: Vanagard aveva parato il colpo con il suo stocco: uno stocco di essedreel superiore con incastonate diverse potentissime gemme. Krison lo riconobbe appena lo sfoderò... si trattava di Nebras, lo stocco di Quahad. Vanagard se ne vantò. "Un altro utilissimo oggetto rinvenuto nel tempio di Keremish quando è stato depredato... la sua gemma non mi serviva, ma l'ho enervato in modo da poterci incastonare tutte quelle che mi erano utili. Adesso è un'arma eccellente."
Anche Lucian e Ivan partirono all'assalto, mentre Krison al solito forniva loro incantesimi di supporto e potenziamento. Dewen roteò in aria sopra la testa di Vanagard e atterrò su uno degli energumeni che ancora erano immobili alle spalle del loro capo. Con un'altra acrobazia cercò di afferrare il sacchetto delle gemme ma non era così facile.
Vanagard possedeva una difesa impenetrabile. I colpi sparati da Lucian venivano deflessi da rapidi fendenti di spada, e le spadate possenti di Gordianus e Ivan raramente eludevano le sue parate e la sua capacità di schivarle. Dewen raccolse il sacchetto e piroettò nella stanza, cercando di allontanarsi dal ricercatore di cristalli, ma Vanagard riusciva ad intuire istantaneamente la presenza delle gemme. Rimbalzò anche lui su un paio di colonne saltando oltre le teste dei guerrieri che lo stavano stringendo in combattimento e rivolse tutte le sue stoccate su Dewen, inchiodandolo al pavimento. Gordianus si accanì contro le guardie del corpo di Vanagard e le annientò, Ivan raggiunse il loro capo e con una veloce serie di colpi lo finì.

"Abbiamo recuperato Armadale, andiamo." Disse Lucian.
"Ma no, - lo fermò Krison - siamo a due passi dal reliquiario, basta introdurci lì dentro, prendere le armi in essedreel che ci servono per incastonarci armadale... armi che sicuramente ci sono e che sicuramente possiamo prendere senza chiedere nemmeno il permesso al tempio... sono lì appena oltre le diecimila trappole magiche che i sacerdoti del tempio più importante di Wallace avranno allestito per proteggere i loro oggetti magici più potenti... che poi non abbiamo nemmeno dei ladri esperti, quindi sarà una passeggiata."
Ecco, Krison non disse proprio queste esatte parole, ma il senso era quello. Il bello è che tutti furono d'accordo con lui, e si incamminarono nel corridoio che antecedeva il reliquiario.
La prima trappola era un allarme. Gli ologrammi delle tre Gran Sacerdotesse che componevano la sacra triade si materializzarono di fronte a loro, chiedendo cosa stessero facendo. Sorvolando sulla figuraccia, aggiornarono il gruppo su quanto era accaduto negli ultimi minuti: Viglis era stata sconfitta da Kalfyra, e la triade era scesa a compromessi per non moltiplicare ulteriormente le vittime. Avrebbe riavuto indietro il corpo di Notturno, con tutto il suo equipaggiamento. Gli avventurieri furono quindi immediatamente richiamati in superficie.

Restituito Notturno a Kalfyra, il drago si allontanò immediatamente dalla città, prima che le forze del regno si potessero scatenare contro di lei. Gli avventurieri chiesero di poter utilizzare le gemme di armadale, e al sicuro in un chiostro interno del tempio chiesero all'artefatto sacro di resuscitare la Gran Sacerdotessa Bree. La precedentemente nota come Custode de Culto ringraziò freddamente, sconvolta dall'apprendere che la sua città era caduta, che c'era una guerra alle porte di Keremish e che Kalfyra era stata eletta governatrice assoluta. Si ritirò nelle sue stanze, lasciando riposare il gruppo.

ottobre 20, 2007

7.17 - Tre strade e una decisione

Non appena Gordianus e Dewen abbero ripreso possesso della vita e del loro equipaggiamento, tutti si spostarono nella stanza adiacente, dove cinque sacerdoti di alto rango erano riuniti in cerchio attorno ad una sfera. Grazie ad una magia di luce, la sfera proiettava le immagini che scorrevano al suo interno sulle pareti anch'esse di forma sferica della stanza. Sembrava di essere dentro una gigantesca sfera di cristallo, e di guardarne le immagini sul vetro dall'interno. Immagini non proprio rasserenanti. La sfera vagava a caso nel campo di battaglia di Keremish, laddove mercenari e demoni evocati da chissà quale angolo remoto del multiverso stavano massacrando le truppe alleate. L'esercito di Wallace sembrava in grave svantaggio, nonostante ciò i cinque sacerdoti nella stanza sembravano sapere cosa facevano e continuavano a pianificare la battaglia inviando messaggi magici attraverso la sfera, i quali venivano percepiti dai generali che tentavano immediatamente di metterli in pratica.
Nell'alto dei cieli le navi volanti del regno si stavano scontrando con l'esigua flotta della città usurpata da Kalfyra. Giganteschi velieri in fiamme precipitavano rombando nell'oceano mentre sul campo di battaglia piovevano continuamente cadaveri e rottami incandescenti. I maghi scagliavano le loro magie senza sosta, mentre i sacerdoti si affettavano a muoversi fra le linee sanando le ferite dei compagni in difficoltà. Fulmini e palle di fuoco esplodevano ovunque mentre armi e armature si scontravano con fragore. Il terreno era ormai intriso di sangue, corpi straziati, armature ammaccate, ceneri e lamiere.
"Abbiamo subito gravi perdite. - Disse Viglis, rivolgendosi agli avventurieri appena entrati - Ma stiamo tentando di ripiegare in difesa limitando i danni."
"Conosco quel tipo di demone..." stava commentando Kryson.
"Se avete intenzione di unirvi alle nostre forze sul campo di battaglia, ve ne saremo grati." Fece la custode del culto.
"Non c'è anche un attacco in corso nella sala delle reliquie?" Le ricordò Lucian.
"Sì, ma la sala è ben protetta da meccanismi magici e trappole devastanti. Inoltre, abbiamo appena inviato là sotto trenta dei nostri uomini."
Il gruppo si raccolse per qualche secondo. Armadale era in pericolo, sarebbe stato meglio andare immediatamente a controllare. "Va bene, - disse Viglis, chiamando a sé un paladino - seguitelo, vi condurrà al sotterraneo delle reliquie, dov'è custodita Armadale."

Stavano per lasciare la stanza, quando le immagini sulla sfera si fecero meno nitide, poi sempre più sfocate. Alla fine scomparvero del tutto. "Cosa succede?" Esclamò uno dei sacerdoti, bastonando la sfera con la sua asta sacra. La sfera si riaccese... mostrando serio e minaccioso lo sguardo di Kalfyra. La donna drago si tolse il cappuccio, mostrando il volto della forma umana che amava assumere. Si trovava proprio di fronte al tempio, nel sacrario, sotto la volta di vetro policroma. Il sole, filtrato dalle vetrate colorate, non era sufficiente a ferirla. Dietro di lei due guardie del corpo avevano già dilaniato i chierici che avevano osato avvicinarsi. Kalfyra guardò dritta verso la sfera, la ferocia nei suoi occhi era enfatizzata dai tagli verticali sopra e sotto di essi. Allungò le dita artigliate e sembrò quasi afferrare l'immagine di chi la stava guardando. Quando strinse il pugno, la sfera al centro della stanza andò in pezzi, come stritolata da una forza oscura.
"Kalfyra è qui... le cose si complicano. - Commentò Viglis - Devo andare ad affrontarla."
Così dicendo la Custode del Culto uscì dalla sala. Uno dei saggi stava posizionando una nuova sfera sul piedistallo. Gli avventurieri adesso si trovavano davanti a tre possibilità: seguire Viglis da Kalfyra, scendere nel reliquiario per proteggere Armadale, oppure aiutare le forze di Wallace nella battaglia contro i mercenari del Teschio Cremisi.
Decisero di fermare chi stava cercando di appropriarsi di Armadale.

Mentre Viglis si preparava alla battaglia. Il tempio tremava e grida di terrore provenivano dall'ingresso principale. Le sacerdotesse della sacra triade avevano dato l'ordine di attaccare il drago vampiro, ma in molti sarebbero caduti prima di riuscire a sconfiggerlo. Il paladino li condusse ad un ascensore di forza levitante, e si congedò. Salirono sulla piattaforma di energia magica, la quale iniziò la sua lunga discesa verso il reliquiario.

ottobre 18, 2007

7.16 - Guerra!

Il teletrasporto funzionò. Una luce, un lampo, e il gruppo si ritrovò all'istante di fronte alla Basilica di Wallace. Il sacrario coperto della basilica, sovrastato da una gigantesca volta di vetrate policrome e solitamente colmo di mendicanti e fedeli di Sinth.
Stavolta no.
Uno sciame di grida di dolore, una confusione indistinta, una nube di gemiti e di urla strazianti raggiunse in un secondo le orecchie degli avventurieri, colmandole di colpo. I marmi del sacrario erano completamente coperti di stracci, vestiti macchiati di terra e sangue, pezzi di armatura, armi... e persone ferite, rantolanti, che chiedevano aiuto. I chierici di Sinth correvano da una parte all'altra della piazza cercando di stabilizzare i feriti il più velocemente possibile, poi curarli, poi fare posto ai nuovi feriti. Continuamente le luci di altri teletrasporti illuminavano le vetrate, comparivano maghi da battaglia con feriti aggrappati al collo: "presto! c'è bisogno di aiuto!" abbandonavano il ferito e sparivano nuovamente, per tornare al fronte. I paladini coordinavano le forze: "laggiù, c'è da cauterizzare un arto! portate qui quella barella! qui c'è bisogno di un guaritore, subito!"
Nel marasma un chierico si avvicinò al gruppo. "Dove sono i vostri feriti?"
Krison si sollevò da terra. Con le mani abbracciava i corpi di Notturno, di Gordianus e di Dewen, che giacevano sbudellati a terra. Il sacerdote lo vide rialzarsi e abbassò lo sguardo sulle frattaglie che stava calpestando. "Non credo ci sia più nulla da fare per loro!" Disse.
"Anche noi siamo feriti." Fece notare Lucian. Il sacerdote sbuffò, alcuni stavano gridando per avere il suo intervento. "Va bene, vi manderò dei guaritori, ma nessuno di voi è in pericolo di vita. Guardatevi intorno: c'è una battaglia in corso. I mercenari del Teschio Cremisi hanno caricato l'esercito nella piana a est di Keremish, contro ogni aspettativa."

Veglis apparve in cima alle scalinate del tempio. Sembrava molto preoccupata, guardava verso il sacrario brulicante di feriti come se non fosse quello il problema. Gli avvenurieri le si avvicinarono e le spiegarono dei loro due compagni, uccisi, e di Notturno.
"Avete portato Notturno, qui? Adesso?" Esclamò con terrore Viglis. "Vi rendete conto di quello che avete fatto? Kalfyra non esiterà a venire a riprendere il suo compagno!"
In realtà, irrompere a Wallace per attaccare il tempio era una opportunità che la chiesa di Sinth poteva tranquillamente escludere. Un drago non era una minaccia per le difese della città. Ma certo, se avesse tentato, centinaia di persone sarebbero morte, sommandosi ai morti che già si accumulavano sul campo di battaglia nel sud del continente.
"Custode del Culto! - Un paladino si avvicinò di corsa alla sacerdotessa - I nostri paladini hanno raggiunto la camera delle reliquie, ma non abbiamo rinforzi da inviare in loro aiuto."
"Che sta succedendo?" Chiese Krison.
"C'è un attacco in corso. Dei ricercatori di cristalli, vogliono riprendersi Armadale."
Lucian si illuminò. "Armadale? Il gruppo di Orion è riuscito a recuperare i cristalli da Monsignor Diovidis?"
Viglis annuì con un cenno del capo. "Ma qualcuno è stato informato del furto, e dei mercenari sono stati inviati a recuperare l'artefatto. Le nostre forze sono schierate in difesa della santa triade, non abbiamo altri soldati da assegnare al compito."
"Possiamo andare noi." Propose coraggiosamente Lucian. "Ma alcuni nostri compagni sono caduti."
Viglis diede ordine di portare i loro corpi nelle sale di rianimazioni. Il corpo di notturno sarebbe stato custodito in una di quelle sale. I sacerdoti trasportarono Gordianus e Dewen sugli altari dove sarebbero stati rianimati. La Custode del Culto si allontanò: "Appena potete, raggiungetemi nella sala della sfera di cristallo." Seguita da alcuni paladini si spostò in una stanza adiacente.

ottobre 04, 2007

7.15 - Il giuramento del Planetar

Quando scesero di nuovo nel pozzo si resero conto che non c'era nessun passaggio da cercare. Lo shard era lì, in quella stanza. Il meccanismo serviva semplicemente ad abbassare il livello delle acque per far emergere delle piccole piattaforme di pietra che ora galleggiavano sospese nel mezzo dell'enorme spelonca.
Lucian, volando grazie al suo anello magico, trasportò i suoi compagni sulla roccia levitante più grande e più in alto di tutte. Su di essa, pulsante di potere magico, ruotava nell'aria a pochi centimetri da terra lo shard. Si trattava di un pezzo di roccia incrostato di cristalli magici e completamente ricoperto di rune... ed era intatto. Lo shard del complesso sotterraneo nel sottosuolo di Keremish era instabile e proiettava energia al di fuori di sé, ma probabilmente era stato danneggiato. Questo era intatto, e riposava qui da secoli. Così come il suo guardiano.
A pochi passi dallo shard, quasi al bordo della piattaforma di roccia, un circolo di simboli magici si illuminò, riportando in vita una creatura che dimorava in stasi temporale da centinaia di anni, con il dovere di proteggere il sigillo magico in caso di pericolo.
La figura si sollevò in ginocchio e spalancò le lunghissime ali piumate, di un grigio cenere uniforme e funesto, poi si appoggiò ad un lungo spadone a due mani alto più di un uomo e con maestosità si alzò in piedi. Si trattava di una Planetar, un celestiale dalle forme angeliche. Il suo profilo femminile non serviva a renderne meno minacciosa la figura: la pelle bluastra, gli occhi perlacei, calva, alta quasi tre metri... rivolse la spada verso gli intrusi, stendendola in tutta la sua lunghezza.
"Ho il compito di proteggere questo shard al costo della vita. Andatevene, prima che sia troppo tardi."
"Il tuo compito ormai è inutile! - Le disse Lucian - Gli shard sono inutili. Questo piano sta per essere distrutto dalle forze del Nephandum."
L'angelo strinse gli occhi luminosi e rispose avanzando di un passo: "Che sia inutile o meno, ho giurato di compiere il mio dovere e porterò a termine la mia missione."
"Chi ti ha dato questo incarico? Riesci a ricordarti i loro nomi?" Le domandò il ranger.
"Non ricordo i loro nomi... - Rispose il Planetar mentre ricordi atavici le riaffioravano nella mente - Si trattava di potenti maghi... Moltissimi di loro... Riunitisi per uno scopo nobile. Io difendo il loro sogno."

Per qualche minuto il gruppo discusse su cosa fare. Abbattere anche questo avversario? Abbandonare la missione? Ma erano davvero così sicuri che disattivare quei sigilli avrebbe condotto a qualcosa di buono? Nell'indecisione, si voltarono e tornarono in superficie. Dove ebbero un'amara sorpresa: Kalfyra.
"Grazie buon uomo, credo che abbiamo trovato l'ingresso." Disse la voce di un creepian dall'alto del collo del drago. Kalfyra era giunta fin qui. Lei in persona, e aveva portato il suo cavaliere. L'imponente drago perlaceo curvò il collo fino a terra facendo scendere il creepian. Immediatamente lui evocò una penombra magica, che proteggesse se stesso e la vampira dalla luce del lungo tramonto, in grado di ferirli anche se ancora per poco.
"Conosco i vostri volti. - Riprese il guerriero. - Voi siete gli alleati di Bree che Kalfyra ha risparmiato. Credevo foste scomparsi dalla circolazione. Mi chiamano Notturno, piacere di fare la vostra conoscenza."
"Voi cosa ci fate qui?" Domandò Gordianus.
"Distruggiamo gli shard." Svelò il creepian senza peli sulla lingua. Nel frattempo, Kalfyra dietro di lui prendeva forma umana e si avvicinava al suo compagno.
"Forse distruggere gli shard non è la cosa giusta da fare." Bisbigliò Lucian ai compagni, poi si rivolse all'attuale sovrana di Keremish e al suo cavaliere: "Prego, andate avanti. Lo shard e qui sotto."
Kalfyra in un attimo tornò ad essere drago, si sollevò sulle zampe posteriori e abbatté tutto il suo peso sul mausoleo, facendolo collassare all'interno della caverna sottostante. Il drago spalancò le ali si sollevò in aria mentre il rombo del crollo riecheggiava nella pianura. Non appena la polvere ed i detriti si furono depositati, la guardiana dello shard emerse dalla caverna con lo spadone sguainato ed uno sguardo feroce dipinto sul volto. "Avete portato degli altri alleati!" Tuonò contro gli avventurieri. "No!!! - Si giustificò Lucian - Siamo tuoi alleati!"
"Io penso alla guardiana, - pianificò con voce imponente Kalfyra - tu occupati di loro."
Notturno sfoderò lo spadone. Tatuaggi cremisi di nota fattura risplendevano sulla sua pelle traslucida e grigiastra, mentre muscoli tesi si preparavano allo scontro. Cinque contro uno, ma il creepian non sembrava avere paura. "Non vi conviene farmi arrabbiare... Conoscete la potenza di questi tatuaggi..." Suggerì con malizia. Non appena Kalfyra e l'angelo furono scomparsi in cielo, Notturno si scagliò contro il membro del gruppo più debole e più scoperto. Tutti si erano furbescamente raccolti attorno a Krison, che il creepian non aveva smesso di puntare con la grossa spada seghettata... Ma all'ultimo il guerriero si lanciò su Dewen. Vibrò il colpo con una forza tale che il terreno sotto i piedi del ladro si sollevò in aria. La spada colpì Dewen in pieno petto, sfondò la cassa toracica, sollevò le interiora in aria e fece volare in cielo sangue e carne della povera vittima. Il corpo di Dewen cadde a terra senza vita. I tatuaggi sulla pelle di Notturno iniziarono ad illuminarsi di una luce sinistra. Il creepian si voltò assetato di sangue.
"Non diamogli scampo!" suggerì Ivan. I guerrieri si gettarono su di lui cercando di abbatterlo il più velocemente possibile, ma nonostante i colpi terrificanti che Notturno incassava, i suoi occhi non smettevano di brillare di ferocia. Ruotò la spada e sferrò due fendenti talmente potenti sul corpo di Gordianus che l'armatura che indossava si piegò fin dentro di lui. Il secondo colpo sventrò il paladino sparpagliandone i resti sull'erba del campo. Notturno fece in tempo a voltarsi e colpire con un fendente anche Ivan, ma il guerriero era preda della sua furia e ruggendo con il volto trasformato in ghiottone scaricò sul creepian abbastanza spadate da mandare all'inferno un gigante. Notturno crollò a terra tra le interiora degli avversari che era riuscito ad uccidere in appena una manciata di secondi. Gli stessi che, a quanto pare, erano bastati a Kalfyra per sbarazzarsi della guardiana: il corpo dell'angelo precipitò giù dal cielo schiantandosi al suolo.

"Dobbiamo andare via di qui! Non possiamo farcela contro Kalfyra!" Disse Kryson mentre raccoglieva i resti dei suoi due amici attorno al corpo senza vita di Notturno. I suoi compagni si strinsero attorno al mago. Un secondo dopo, il teletrasporto li volatilizzò altrove.

ottobre 03, 2007

7.14 - La caverna sommersa

La lapide in memoria dei 28 soldati di Sinth caduti nel dare battaglia al lich che dimorava qui sotto era ancora in piedi. Una pietra levigata sulla quale era stata affissa una lastra di metallo lucente, con incisi i nomi di tutti quei valorosi. L'interno del piccolo tempio sotterraneo era stato rimesso in ordine, ripulito e intonacato, in modo da farne un decoroso mausoleo. Sul fondo della stanza erano stati posti dei bassorilievi in memoria della battaglia.

Lucian entrò ed esaminò l'ambiente. C'erano cacche di pecora un po' ovunque, il pastore che abitava nelle vicinanze sembrava fregarsene della memoria al valore. Assieme a Gordianus scoprirono che una parte del pavimento suonava a vuoto. Con un po' di sforzo sollevarono le lastre di pietra grigia che formavano il pavimento. Al di sotto di una di esse, scendeva un pozzo buio e angusto. Krison gettò nel pozzo una torcia, e la vide spegnersi nell'acqua.
L'acqua non era esattamente l'elemento migliore per muoversi, soprattutto se si è carichi di armature metalliche e di decine di chili di equipaggiamento. La magia di Krison risolse alcuni dei problemi, ma quando Gordianus si immerse iniziò a scivolare senza scampo nel buio assoluto del pozzo.
Il paladino evocò uno dei suoi poteri magici, e si illuminò. Lo spazio sotterraneo, al termine del pozzo, si aprì rivelando una enorme cavità sotterranea completamente colma di acqua. Il silenzio, il freddo ed il buio profondo avvolgevano Gordianus, che non riusciva a penetrare l'oscurità che lo avvolgeva per più di tre metri. Mentre gli altri si preparavano a raggiungerlo, un enorme creatura delle profondità notò un paladino luminoso che galleggiava nella sua tana. Srotolando le sue spire si svegliò dal torpore e nelle sue fauci una fucina di calore infernale riprese a bruciare. Il serpente delle profondità scivolò nel buio e nel silenzio come un coltello nell'olio. Gordianus si accorse di averlo addosso solo quando la creatura spalancò le enormi fauci per inghiottirlo, e il mezzodrago si trovò faccia a faccia con una massa incandescente di interiora che pulsavano di fuoco e fiamme anche se immerse nell'acqua più gelida.
Ivan vide la luce di Gordianus sparire. Si rese conto che qualcosa lo aveva attaccato e si diresse verso di lui. Lucian, sapendo che Genésis avrebbe funzionato anche nel buio e sott'acqua, fece fuoco sul serpente degli abissi. I proiettili magici di Genésis superarono Ivan in velocità e penetrarono con forza nelle carni bollenti del mostro. Gordianus intanto si apriva una strada verso l'esterno, dilaniando lo stomaco del serpente. L'essere si contorse e avvolse il paladino in un vortice di fiamme talmente intense da esplodere nell'acqua, ma dopo un paio di colpi ben assestati esalò l'ultimo respiro e crollò pesantemente sul fondale.

I compagni aiutarono Gordianus a risalire in superficie.
"Deve esserci un passaggio... - Ipotizzò Lucian - ...che conduca allo Shard. Dobbiamo cercarlo."
Si immersero nuovamente. Dewen trovò qualcosa, una specie di ruota di pietra con strani simboli incisi. Furono fortunati, perché anche la luce magica era insufficiente a illuminare l'ambiente sommerso. Con forza la ruotarono, e si accorsero dalla corrente che l'acqua veniva aspirata via. Purtroppo le loro aspettative furono disattese: la caverna non si vuotò, e rimasero nel buio e nell'acqua. Trovarono il condotto che si era aperto per qualche minuto, e sembrava essersi richiuso automaticamente... Tuttavia Gordianus non riuscì a farlo riaprire di nuovo (anzi, spaccò la ruota con la quale lo avevano aperto poco prima). Certi che quello fosse il passaggio che li avrebbe condotti allo Shard, si unirono tutti insieme per aprirlo... e ci riuscirono. La corrente li risucchiò via lungo il condotto per diverse centinaia di metri. Al termine della corsa, li sputò fuori dall'alto di una scogliera, sulla costa sud del continente.
Dewen si aggrappò al volo ad un arbusto.
"Dove siamo finiti?" Si chiese Krison sollevandosi in volo. La risposta non tardò ad arrivare. Un contadino inferocito li minacciò con il fucile di essersi inoltrati nella sua proprietà, e li scacciò malo modo. A piedi tornarono al tempio, che si trovava a un quarto d'ora di strada verso nord.

ottobre 02, 2007

7.13 - Il nuovo corso degli eventi

I gran sacerdoti riuniti alla Basilica di Sinth esaminarono gli artefatti intelligenti recuperati dagli avventurieri. Nel frattempo Viglis incaricò un altro gruppo di scendere nella forgia e, se il vento d'ira non fosse stato ancora lì, di distruggerla. "Non credo che il nonmorto rimarrà ancora in quel luogo. Avete portato via i tesori che custodiva, le anime delle persone che erano riuscite a divenire oggetti magici, e ora non ha più motivo di infestare quelle sale." Spiegò la custode del culto.
Quando il consiglio prese la sua decisione, Viglis la riportò ai proprietari degli artefatti:
"Questi oggetti imprigionano l'anima di persone che un tempo erano vive. Sono rimaste imprigionate in questa forma per secoli, alcuni di loro non hanno neppure mai lasciato la forgia. I sacerdoti vi permetteranno di tenere con voi gli oggetti, ma le anime di coloro che ce lo chiederanno saranno liberate... e potranno riposare in eterno."
Lord Atharas, il mantello indossato da Kimar, fu il primo a volersi liberare di quella falsa vita nella quale aveva creduto possibile realizzare il suo sogno... tornare a varcare i confini tra i piani. Anche Bastet, la driade dello scudo di Ivan, decise che ricongiungersi con l'anima del suo compagno ucciso sarebbe stata la cosa migliore da fare. I sacerdoti prepararono il tutto per la cerimonia. "Ci sono poi il bastone di Raske e i guanti dell'assassino... - proseguì Viglis - Il consiglio ha deciso che non possiamo lasciarveli prendere. Sono oggetti troppo pericolosi, di indole malvagia e propensi al male. Li custodiremo nel tempio, affinché nessuno possa mai farne uso."

Trascorsero alcuni giorni. Kimar decise di separarsi dal gruppo. La lontananza dal suo piano di origine si faceva sentire ogni giorno di più, e oltretutto c'era Mara adesso nella sua vita. Ringraziò gli avventurieri per le esperienze vissute insieme, poi si allontanò da Wallace. Gli altri cercarono un nuovo compagno di avventure per sostituire Kimar. Al termine della giornata solo due candidati sembravano essere adeguati alle necessità del gruppo: Johanna, una avventuriera dalle forme procaci e dalle capacità quasi nulle, e un mezzelfo di nome Dewen. Alla fine decisero di prendere con loro Dewen.

L'esercito di Wallace era a tre giorni da Keremish ormai. Le vedette della città, dalle alte mura, potevano già scorgerlo avvicinarsi da est, in fondo alla pianura. "Credete che sia il caso di unirci alle forze di Sinth e assediare la città?" Domandò qualcuno. "C'è ancora tempo..." Disse un altro. "E abbiamo molte altre questioni da affrontare." Aggiunse un terzo. Discussero su cosa era più impellente fare. Scoprire che fine avevano fatto i maghi della Confraternita Arcana scampati dal crollo della Cattedrale? Indagare sull'abominevole creatura che si diceva si fosse risvegliata sotto passo Silberhorn? Alla Basilica di Sinth alcuni avventurieri erano stati appena acclamati per aver recuperato un golem di mithral e un mago in stasi temporale che si trovavano abbandonati nella cattedrale di Keremish. Forse avrebbero potuto cercare il modo di riattivare quel golem.
"Possiamo cercare i rimanenti Shard..." Suggerì Lucian. Prima di morire, Lord Atharas aveva dato loro un prezioso indizio a riguardo: grazie agli Shard tre piani di transizione erano stati fusi in uno solo. Era per questo che il livello di mana del piano era calato così drasticamente? Non si trattava dell'opera di Sinth, che sigillò i piani durante il Cataclisma? Avrebbero potuto trovare delle risposte, se in quei tre giorni avessero investigato a riguardo.
Decisero di cominciare dal secondo Shard più vicino a Keremish, a est della catena settentrionale, al limitare delle pianure di Teros. Lì dove un anno fa avevano sconfitto un lich appena risorto.