gennaio 25, 2007

4.07 - L'isola dell'arcimago

La pioggia cadeva fitta sul ponte della nave. Il capitano si avvicinò al gruppo di ospiti paganti che aveva preso a bordo a Keremish, e puntando il dito verso il mare disse: "Vedete quelle rocce?"
Ivan, Krisonna, Gordianus e Azalorn spinsero gli sguardi in lontananza, dove il mare si confondeva con la pioggia e la sagoma di un'isola iniziava a delinearsi. "Quegli scogli non c'erano dieci anni fa, l'ultima volta che sono passato di qui! Non posso avvicinarmi di più all'isola. Il fondale potrebbe essersi sollevato e rischierei di incagliare la nave!"
Degli scogli alti e aguzzi emergevano dal mare. L'assenza di vento faceva sì che le grosse gocce di pioggia cadessero quasi verticali sul manto d'acqua, e i mozzi stavano rovesciando una scialuppa per liberarla dalla pioggia che vi si era depositata.
"Vi darò una delle mie scialuppe. - continuò il capitano - Il mare è calmo, dovreste riuscire a raggiungere la spiaggia facilmente. Però dovrete pagarmi la barca. Sono 30 monete d'oro, remi compresi."
"Ma come torneremo?" Chiese Gordianus. Krisonna gli spiegò che Milos li aveva provvisti di una pergamena di teletrasporto. Pagarono e scesero nella barca. Gordianus si mise ai remi e spinse la scialuppa tra gli scogli. In breve raggiunsero la spiaggia.

L'isola era poco più di un grosso scoglio che affiorava dal mare. Probabilmente di origine vulcanica, era lunga cinque chilometri e larga poco meno. La terra si era formata attorno ad un gigantesco sperone di roccia emerso dal mare per chissà quale evento geologico. Adesso sul quel costone di roccia erano visibili i resti di una abitazione, costruita in parte su un piano sporgente in parte nel vuoto. Sul fianco della roccia era stata scolpita una scalinata per raggiungere la casa, ma è probabile che ci fosse un sistema di carrucole e ascensori per arrivare lassù. Comunque la base della roccia si trovava nel mezzo dell'isola, e attorno era cresciuta una delle più intricate selve mai viste. Arbusti e sterpi, non riuscendo a coprire il sole, avevano permesso la crescita di un fastidioso sottobosco fatto di felci ed erbe infestanti, che con i secoli aveva coperto tutta l'isola fino alla spiaggia. Il capitano aveva detto loro che gli unici animali presenti sull'isola erano insetti, lucertole ed uccelli. E poi c'era quell'arcimago, Wabbekee, che dieci anni fa abbandonò la sua dimora e si trasferì altrove. Stava studiando le proprietà di un metallo rarissimo, per caso presente nella roccia alla base di quest'isola, il nihilium. Ma dieci anni fa lasciò ogni studio e si trasferì altrove. L'isola di Wabbekee rimase disabitata fino ad oggi. Milos aveva bisogno di quel minerale per portare avanti gli esperimenti di Pollas, ed ecco perché gli avventurieri erano lì.

Messa al sicuro la barca dalla marea, si inoltrarono nella vegetazione. Azalorn riusciva a muoversi con passo spedito anche nel sottobosco più fitto, ma gli altri dovevano procedere strappando e tagliando i cespugli e le felci, quindi dovette stare al loro passo.
Poi un rumore allarmò il ranger, un crepitio, come di elettricità statica. Riferì all'arcanista, la quale notò alcune scariche elettriche tra gli alberi. Aveva giò visto quel fenomeno: si stava per aprire un portale.
"Ma il collegamento con i piani è reciso!" Fece notare il paladino.
"Probabilmente il portale si apre verso un altro punto di questo stesso piano." Rispose Krisonna.
Si nascosero, ma la ragazza lanciò sul gruppo una invisibilità per maggiore sicurezza.
Il portale si aprì qualche secondo dopo. Sembrava che conducesse all'interno di un edificio... con mura di mattoni grigi e porte di metallo. Un essere minaccioso uscì dal varco dimensionale: il suo aspetto era quello di un grosso umanoide dalle zampe caprine, con due paia di corna da capra ed una pelle rossa e coperta di peli neri. Vestiva di lacci di cuoio ed impugnava una verga magica. Diede dei comandi in una lingua strana, quindi una decina di esseri, simili a ragni ma con un unico bulbo oculare al posto del corpo, sciamarono fuori dal portale diffondendosi per la foresta. Lui restò in attesa. Anche gli avventurieri.
Dopo qualche minuto parte dei ragni tornò indietro. Sembrava che l'essere comprendesse la strana sequenza di rumori striduli che i ragni emettevano per comunicare. A quel punto rientrò e per un paio di minuti sembrò che l'intero bosco stesse ascoltando in silenzio. Quando si riaffacciò, era seguito da un gigante con sei braccia, la pelle verde, zanne da cinghiale che sporgevano fuori dalla sua bocca e i capelli raccolti in un unica ciocca rossa, sulla testa. Gli avventurieri lo videro allontanarsi assieme ai ragni verso la spiaggia... verso la barca! L'altro rimase a sorvegliare il passaggio. Era il momento di agire.
Gordianus raccolse Krisonna e utilizzando il suo cristallo del volo la depositò su un ramo. Ma il rumore dell'armatura del paladino allarmò il guardiano. Stringendo la verga nel pugno si inoltrò nel bosco verso Gordianus e tentò di colpirlo sferzando nell'aria la sua arma. Colpì solo un alberò, che sembrò seccarsi al tocco della verga.
A quel punto Ivan partì in carica contro il diavolo. Il suo corpo si gonfiò della forza della furia, e la sua testa mutò forma, fino a divenire quella di un grosso e feroce ghiottone. Azalorn, che vedeva per la prima volta questa trasformazione, restò scosso per qualche secondo. La spada di Ivan si abbatté sull'avversario, e il guerriero uscì dall'invisibiltà. Anche Azalorn rinunciò a restare nascosto ed attaccò l'energumeno cornuto. La verga del diavolo colpì Ivan più volte, sommando al danno il suo potere corruttivo. Per fortuna Krisonna e Gordianus erano rimasti invisibili e si occuparno di curare le ferite del guerriero, che in preda alla furia sarebbe morto anziché ritirarsi. Le mazzate subite non fermarono comunque la sua spada, che continuò a colpire fino a che il nemico non crollò a terra sconfitto.
Krisonna si impossessò incautamente della verga, la quale reagì al suo tocco scagliando su di lei una maledizione debilitante. L'arcanista rinviò le preoccupazioni: adesso era meglio fuggire. Infilò la verga nello zaino e tutti insieme si diressero verso la dimora dell'arcimago.

Azalorn guidava il gruppo. Giunse per primo alle pendici della parete di roccia sulla quale l'arcimago aveva eretto la sua abitazione. "Forza! Sbrigatevi! Da questa parte!" Gridò. Grave errore. In alto, qualcuno stava ascoltando. Munito di due enormi ali da drago, l'umanoide sentì echeggiare nell'aria la voce del ranger e scagliò nella boscaglia una palla di fuoco. Azalorn saltò in aria investito dalle fiamme. La creatura iniziò quindi una lenta discesa circolare per controllare cosa aveva colpito.
"Dobbiamo tornare a Keremish e curarci!" Sentenziò Krisonna. Si rese conto che gli effetti della maledizione potevano essere scacciati, se entro 24 ore avesse provveduto a lanciare su di sé una magia curativa. Che però nessuno lì possedeva né era in grado di lanciare. Gli altri convennero che era una buona idea. Raccolsero Azalorn e si prepararono ad utilizzare il teletrasporto.

gennaio 24, 2007

4.06 - Il gruppo di Castalia Van Dike

Il ritorno di Azalorn fu festeggiato con una grossa scorpacciata a base di cipolle e patate presso la Locanda del Pollo Aviario. Erano appena stati nel bosco, ad officiare il rituale che trasformava un volta per tutte Ivan Strong in una creatura magica, in grado di mutare forma durante la furia del combattimento. Sorseggiando idromele il gruppo si rese conto che l'atmosfera in città si faceva ogni giorno più tesa. Le giornate buie e piovose dell'inverno non aiutavano certo a far salire il buon umore. Le guardie ed i mercenari pattugliavano le strade con solerzia stressante, e di tanto in tanto compivano ispezioni e perquisizioni in cerca di "mostri" o "minacce" nelle case dei cittadini. Ma la loro presenza non teneva le paure della gente lontane dalle case. I volti erano stanchi e le discussioni giravano sempre attorno ai soliti argomenti... morti improvvise, strane ombre nei vicoli, presenze sinistre tra la folla, voci di fatti insoliti da oltre le mura. Il Duca aveva impegnato ogni singolo avventuriero di Keremish, stretto dubbie alleanze con popoli poco affidabili, emanato nuovi bandi di arruolamento per la milizia della città, tenuto discorsi diplomatici con i mercanti più importanti per invitarli a proseguire nei rapporti commerciali. Ma cosa poteva fare per lenire le insicurezze della sua gente? Le paure?
Una lunga alba si apprestava a lasciare il posto al giorno. Le albe ed i tramonti sembravano non terminare mai, in questi giorni. Il cielo si tingeva di carminio e non sfumava verso l'azzuro o il blu se non dopo interminabili mezzore. E la pioggia cadeva con gocce grosse e rumorose.

"Potremmo andare a reclamare quella villa infestata... - stava proponendo Krisonna - La danno in regalo a chi vi rimane per una notte intera. Altrimenti ci sono i sotterranei del tempio."
L'arcanista sfogliava le richieste di mercenari avventurieri che aveva raccolto nelle varie bacheche cittadine. Nel frattemo alcuni soldati dell'Ordine del Teschio Cremisi entrarono nella locanda. Due si sedettero ad un tavolo, il terzo attaccò un avviso di qualche genere alla bacheca prima di raggiungere gli altri. Sembrava una taglia. Krisonna si alzò e andò a controllare: 10.000 monete d'oro sulla testa del misterioso drago che aveva attaccato la città pochi giorni fa.
"Abbiamo un impegno preso con Piria e Guasco De Borgognoni." Ricordò Ivan.
"Ormai staranno già discutendo con il duca." Rispose Krisonna.
"Comunque 10.000 monete d'oro sono poche." Ribatté il guerriero.
Erano poche per loro che conoscevano il rischio. E comunque c'era il tesoro. Il foglio non rimase appeso per troppo tempo. Un avventuriero in abiti da arcanista la strappò dal muro. Gordianus chiese perché fosse interessato a quell'annuncio.
"E' ovvio. Sono un avventuriero anche io. Il mio gruppo è quello laggiù."
Indicò un tavolo in fondo, vicino al camino. Vi erano seduti un chierico dai biondi capelli e dalle vesti molto ricche, una ragazza lybran in abiti da bardo ed una mezzelfa, con i capelli castani, l'armatura leggera ed uno sguardo molto sicuro di sé.
"Un mago, un bardo, un chierico ed una guerriera. E' un bel gruppo." Constatò sottovoce Ivan.
"Con permesso." Fece l'arcanista, chinando la testa sulla quale brillavano lunghi capelli impomatati. Aveva occhiali sugli occhi ed una barba sottile molto curata. Un tipo preciso.

Dalla porta entrò Carden.
"Cercavo proprio voi." Disse, dirigendosi velocemente al tavolo del gruppo. Si accorse che c'era un avventuriero in più. "E tu chi sei?" Chiese.
"Azalorn." Rispose il ranger. "Normalmente faccio parte del gruppo, ma ho avuto da fare."
La maga scosse la testa. "Va bene. - proseguì - Ho chiesto in giro e mi hanno detto che eravate qui, perciò sono passata prima di tornare alla Gilda. Pare che Milos abbia finito di tradurre gran parte dei diari di Pollas sull'essedreel bipolare. Gli occorre una componente, e ha bisogno di avventurieri che la recuperino. Metterà un annuncio pubblico, ma forse potete anticipare la concorrenza e occuparvene voi, visto che finora siete stati così efficienti."
"Grazie Carden. - Fece Krisonna, interpretando il pensiero di tutti - Parleremo con Milos."
La maga salutò con un gesto di commiato e uscì, attirandosi dietro i commenti pecorecci di metà della gente seduta ai tavoli. Anche Azalorn chiese quanti anni aveva, ma decise che era troppo vecchia per lui.
"E Lucian?" domandò Ivan. Il ranger non c'era, stava cercando di ottenere un permesso di ingresso per il suo lupo. "Ci raggiungerà." Concluse Krisonna.

Stavano per alzarsi quando una delle ragazze del gruppo di avventurieri seduto in fondo si avvicinò.
"Salve, mi chiamo Castalia."
Gli avventurieri risposero al saluto con poco entusiasmo. La mezzelfa non se ne curò. "Girano voci su di voi. Si dice che abbiate affrontato quel drago, mentre assaltava la città. Noi saremmo interessati a quella taglia... per non parlare del tesoro."
"Buona morte." Commentò Ivan.
"Cosa potete dirci di quell'essere? Sputava fuoco? Era un drago rosso?"
"Non era un drago rosso. - Le spiegò Krisonna. - Dalla bocca sputava uno strano liquido che si incendiava a contatto con l'aria. E' un drago di un tipo sconosciuto. E siamo anche sicuri che ci sia qualcuno con cui il drago collabora ed è alleato."
"Chi?" Chiese Castalia. Ma Krisonna scosse la testa.
"Forse allora potremmo indagare su quegli alleati... capire chi c'è dietro, in modo da occuparci prima di lui." Rifletté la mezzelfa. Ivan si lasciò sfuggire un altro commento cinico. Krisonna annuì.
"Beh, ora vi lasciamo ai vostri affari, andiamo a mozzare le teste di qualche goblin!" Concluse la ragazza. I suoi compagni erano già dietro di lei.
"Ammazzare i goblin? E poi andate a caccia di draghi? Noto una certa differenza di impegno tra le due missioni..." Disse Ivan.
"In qualche modo dovremo pure pagare i conti della locanda." Gli rispose Castalia. Poi tutto il gruppo uscì dalla sala. Gli avventurieri, dal canto loro, pagarono il conto e si avviarono per andare a parlare con Milos.

gennaio 20, 2007

4.05 - Tuoni e fulmini nella sala del sapere

Dalla porta provenivano odore di aria ionizzata e puzza di bruciato. Krisonna se ne accorse e lanciò incantesimi di resistenza al fulmine sui suoi compagni. Tranne su Lucian, che possedeva già un anello magico in grado di garantirgli una resistenza assai superiore a quanto Krisonna potesse donargli.
L'ingresso era in disordine. Strisce di bruciato correvano sulle pareti e sugli scaffali dei libri come se avessero subito delle sferzate da parte di fruste infuocate. Nei pressi della porta erano visibili i resti del corpo del bibliotecario, trovato carbonizzato nell'atto di uscire dalla stanza.
Carden lanciò un nuovo muro di forza alle spalle degli avventurieri non appena furono tutti nell'edificio. Era la prassi. Tutto ciò che si sapeva era che un accolito, nel tentativo di animare alcuni oggetti che l'aiutassero a pulire la biblioteca, aveva lanciato una magia di troppo. L'incantesimo era entrato in risonanza con i cristalli luminosi utilizzati per dare luce all'edificio, generando un effetto di magia selvaggia che aveva avuto conseguenze devastanti e -senz'altro- pericolose.

Si addentrarono con cautela tra gli scaffali colmi di volumi polverosi. Alcuni erano molto natichi, grossi, gonfiati dall'età e dall'utilizzo. Di tanto in tanto, su uno scaffale, si notavano segni di bruciatura. Krisonna individuò una debole presenza magica localizzata al centro della struttura. Varcarono la soglia della zona centrale della biblioteca, e vi trovarono un luminoso agglomerato di cristalli luminosi, che si era addensato a formare un grosso nucleo dalla forma ottaedrica. Scariche elettriche vibravano attorno al costrutto soprannaturale. Quando l'essere si accorse della presenza degli avventurieri, si scompose in tre ottaedri più piccoli e iniziò a scaricare energia elettrica sugli estranei.
Le scariche elettriche superavano abbondantemente il livello delle protezioni magiche fornite da Krisonna. L'unico in grado di affrontare gli avversari era Lucian. Ivan, bruciato dalle cariche elettriche, si ritirò presso i compagni mentre l'arcanista del gruppo apriva un piccolo vano dimensionale dove rifugiarsi.
La lotta contro gli ottaedri fu lunga ed estenuante. Le creature attiravano e respingevano il metallo a tempi alterni rendendo difficile colpirle e strappando di mano le spade all'unico nemico che era rimasto ad affrontarle. Colpo dopo colpo, Lucian sgretolò il primo degli ottaedri elettrici. Gli altri due sommarono le proprie scariche elettriche sul mezzelfo ma anche grazie all'aiuto di Ivan riuscirono a distruggere gli altri due costrutti in poco tempo.
La biblioteca era libera da ogni pericolo.

Illus. di Elisa Ferrotto (Fenice Banshee)

gennaio 18, 2007

4.04 - Il passato del Mago dei Corvi

Milos sembrava molto coinvolto mentre spiegava agli avventurieri che gli esperimenti di Pollas erano mirati a potenziare il legame elementale dell'essedreel con i cristalli magici. Comunicò che tutti i suoi diari ed appunti erano stati immediatamente messi sotto analisi per poterne decifrare il contenuto e poter proseguire le ricerche. Era altresì sconvolto per la tragica fine del collega, ovviamente.
Chiese agli avventurieri di farsi vivi più avanti. Se dalle ricerche fosse affiorato qualcosa, avrebbero avuto bisogno di avventurieri capaci per recuperare eventuali componenti. Per ora la Gilda Arcana non aveva altro da offrire loro. Tranne uno stupido lavoro presso la biblioteca e una pericolosissima missione in una distante roccaforte. Ma la prima sembrava adatta a dei principianti, la seconda richiedeva un livello di esperienza che nessuno riteneva di aver raggiunto. Altri avventurieri si stavano occupando di un labirinto di beholder abbandonato.
Krisonna domandò da chi poteva raccogliere ulteriori informazioni riguardo il "mago dei corvi". Milos indirizzò il gruppo da Carden Derdensku, la figlia di Lobas.
Carden era seduta ad un tavolo alchemico scrivendo appunti su di un grosso libro. Era vestita con abiti nobili e indossava preziosi monili. Si alzò ad accolse gli ospiti come se li stesse aspettando, ignorando la maleducazione del padre che si aggirava per la stanza assorto nelle sue letture.
"Milos mi aveva detto che mi cercavate, mentre eravamo nel rifugio. Cosa vi serve?"
"Informazioni. - Le disse Krisonna - Sul mago dei corvi. Un incantatore molto potente il cui corpo sembra composto da centinaia di corvi... come è possibile?"
"Suppongo si tratti di Allan Wisestep. O di ciò che ne resta." Sembrava stesse ripescando da antichi ricordi sui quali ormai aveva messo una pietra sopra. Ma dopo una breve incertezza iniziale, riprese.
"Era un Arcanista molto potente. Specializzato negli incantesimi del tuono e del fulmine. Ma il suo sangue mezzelfo lo spingeva all'avidità... voleva sapere di più, imparare di più. Tentò qualche nuova strada per acquistare più potere, ma senza successo. Da allora non lo vidi più. Ma so che durante lo scontro tra Whisper e Valisid il suo corpo restò esposto all'esplosione di un potente ertefatto... prima di quell'incidente aveva un famiglio corvo ed aveva creato numerosi incantesimi per moltiplicarne la forma... probabilmente un flusso di magia ne ha modificato l'essenza in via definitiva..."
Scosse la testa "Non so altro."
"E riguardo i sotterranei del tempio di Sinth?" Domandò Krisonna. Alla cattedrale la custode del culto era in cerca di avventurieri per esplorare i sotterranei del tempio. Potenti oggetti erano nascosti lì sotto, ma pericolose trappole ed imponenti guardiani non lasciavano passare nessuno.
Carden fece un cenno con gli occhi per indicare suo padre.
"E' lui l'esperto di storia e mitologia magica. Ha più di 250 anni. Io so soltanto che il tempio, assieme ad altri sei luoghi nel regno di Wallace, fa parte di circolo magico dove le energie arcane sono ancora molto potenti. Questi posti erano in passato considerati sacri e vi sorgevano edifici, statue o santuari per la preghiera. Purtroppo la conoscenza della loro magia è andata perduta nei secoli. Su uno di questi fulcri sorge la Cattedrale della Dea Madre. C'e n'è un altro qui vicino, sulla strada mercantile ovest... ci sono le rovine di un tempio antico. Allan era uno studioso di queste energie, per questo venne a Keremish, anni fa."

Gli avventurieri decisero di non disturbare Lobas.
Prima di andarsene dalla torre chiesero a Milos se qualcuno poteva aiutarli ulteriormente. Milos li indirizzò da un vecchio costruttore di Golem, un arcanista che viveva nel quartiere nobile della città, un tale Gelb Rothblau. Aveva costruito i guardiani per la Gilda Arcana, e probabilmente anche quelli per proteggere i sotterranei del tempio. L'avrebbero incontrato dopo. Ora decisero invece di aiutare la Gilda riguardo i problemi nella loro biblioteca. Milos chiamò Carden e, una volta stabilito il compenso, face accompagnare gli avventurieri presso l'edificio.

gennaio 10, 2007

4.03 - Lo strano destino di Pollas

Quattro arcanisti da battaglia entrarono nella sala sotterranea per comunicare a Milos che la torre era sicura. Il nemico si era ritirato. Pian piano tutti i maghi e gli ospiti della Gilda salirono alle sale superiori. I golem furono nuovamente attivati e iniziarono a raccogliere le macerie e riordinare le stanze. Lobas aprì un loculo segreto e invitò Krisonna a deporre all'interno dello scomparto di pietra il Teschio Cremisi. Laggiù sarebbe stato protetto finché non si fosse deciso cosa farne. Quindi risalirono ai piani superiori.
Lobas si avvicinò al bancone della bottega e accreditò ad ognuno degli avventurieri 7.500 monete d'oro, come ricompensa per la coraggiosa difesa della Gilda.
Mentre gli avventurieri stavano contrattando l'acquisto di alcuni cristalli del potere, alle loro spalle apparve una figura imponente, alta oltre due metri, dalla carnagione bianco-azzurra e con occhi argentei. Tra i capelli chiari era visibile una cresta lucida che scendeva dietro la testa. Vesti da paladino e un'armatura di tutto rispetto coprivano il corpo muscoloso.
"Gordianus! - Esclamò il bottegaio - Bentornato alla Gilda Arcana. Sei venuto a spendere almeno una parte delle tue 6.665 monete d'oro di credito?"
"Non ancora. - Rispose il paladino - Ho bisogno di un cristallo magico per la mia arma e per la mia armatura, ma il mio credito non è ancora sufficiente."
Krisonna si avvicinò all'avventuriero. Rapidamente concluse che doveva trattarsi di un mezzo-drago, probabilmente d'argento.
"Hai un credito piuttosto cospicuo. Devi essere un avventuriero molto capace."
"Sei un paladino di Sinth?" Aggiunse Lucian.
"Di un ordine devoto alla dea, certo."
"E sei già parte di un gruppo di avventurieri?"
"Non ancora." Rispose sinteticamente il mezzo-drago.
"Abbiamo giusto bisogno di un nuovo membro. - Propose Krisonna - Se entrerai nel nostro gruppo ti fornirò io stessa i cristalli che cerchi, senza bisogno che tu debba comprarli."
Gordianus rifletté per qualche istante. Da quel che aveva appena ascoltato sembrava che questi tre avventurieri avessero appena salvato la torre dall'assalto di un angelo nero.
"Va bene."
C'erano altre cose da fare in città, il gruppo diede uno sguardo alla bacheca delle missioni, quindi si recò dal fabbro e alla Cattedrale della Dea Madre. Infine, pronti per la prossima sfida, decisero di tornare alla Gilda Arcana per chiedere di una indagine il cui annuncio era stato esposto in bacheca.

"Oh... l'incidente di Pollas, è vero."
Milos inforcò gli occhiali e lesse l'annuncio che gli avventurieri avevano raccolto nella bacheca.
"Mi ero quasi scordato di questa faccenda. Pollas conduceva esperimenti alchemici nella sua stanza, c'è stata una esplosione e abbiamo mandato delle guardie a controllare, ma non sono più tornate. Abbiamo sigillato la sua stanza in modo che nulla potesse invadere la torre, quindi abbiamo esposto l'annuncio. E' bizarro che abbiate risposto proprio voi, non credete?"
Accompagnò il gruppo ai piani superiori della torre, fino al secondo piano, dove si trovava lo studio di Pollas. Giunto lì dissolse il muro di forza che bloccava la porta e ne eresse un'altro tra lui stesso e gli avventurieri.
"Buona fortuna!" Augurò.
Krisonna e Lucian entrarono per primi, seguiti da Gordianus e Ivan. La stanza era in disordine, la finestra aperta era oscurata da una pesante tenda che si gonfiava ritmicamente sospinta dal vento. Lucian controllò il pavimento, trovò tracce di un corpo trascinato verso la finestra. Quindi si avvicinò ad uno dei banconi alchemici.
"Cos'è questo?" Chiese a Krisonna.
La ragazza si avvicinò e ispezionò il tavolo da lavoro.
"Sembra che qui si stessero svolgendo esperimenti di incantamento di armi. Ci sono residui di Essedreel e riconosco la disposizione delle lenti."
Lucian notò alcune pergamene aperte. Qualcuno stava incantando un'arma, qualcosa doveva essere andato decisamente storto. Si avvicinò alla tenda e la tirò da parte. La finestra dava su un tetto, qualcuno era saltato oltre, probabilmente prima che i maghi schermassero la stanza. Alcune tegole erano spaccate. Il ranger volò sul tetto sfruttando il potere del suo anello magico. Krisonna attivò la capacità di volo del suo stocco e si fece portare sul tetto da Gordianus. Ivan saltò giù, atterrando con uno schianto tra le tegole.
"C'è un vetro sfondato, nella finestra di quel magazzino." Fece notare Krisonna.
Osservarono l'interno: un magazzino di prodotti di terracotta e ceramica, giare, ampolle, vasi. Entrarono con relativo silenzio. Ivan piombò a terra saltando.
C'erano tre cadaveri a terra. Lucian e Krisonna si fecero avanti. Erano decomposti, lasciati in terra a marcire da diversi giorni. Il ranger notò delle ferite da taglio che avevano lacerato il costato del corpo di Pollas, ormai ridotto ad una carcassa marcescente, cibo per mosche.

Solo allora si accorsero di tre figure dalla forma indefinita che stavano immobili in un angolo. Lucian pensò bene di attirare la loro attenzione con un sasso. Le creature si resero conto di essere osservate, ed in men che non si dica attaccarono.
Una di loro si gettò tra le anfore. L'altra si sciolse in un liquido metallico che risalì velocemente la parete fino al soffitto. La terza estrasse dal proprio corpo un cristallo e lo attivò, ricoprendosi di scariche elettriche. Mercuroidi!
Lucian, che poteva contare sulla protezione dal fulmine garantitagli dall'anello magico, si scagliò contro quello avvolto dall'elettricità. Ivan lo seguì, brandendo la spada. Il mercuroide attaccato al soffittò attivò una gemma gelida e iniziò a scagliare getti di metallo liquido congelanti sugli avventurieri. Gordianus tentò di avvicinarsi invece a quello nascosto tra le anfore. Purtroppo la natura liquida del suo nemico faceva dei vasi di terracotta un ottimo posto dove nascondersi. Gordianus attaccò sfondando con la sua spada le anfore, ma il mercuroide sfuggiva tra le stesse infilandosi tra quelle più distanti. Un getto di mercurio incendiario fece capire al paladino che questo mercuroide possedeva una gemma infuocata.
Quando Lucian e Ivan ebbero assestato il colpo di grazia al primo nemico, il guerriero si precipitò da Gordianus. "Lascialo a me! Tu pensa a quello in alto!"
Krisonna lanciò resistenze agli elementi sugli altri compagni e un volare sul mezzo-drago, che si gettò sul mercuroide sospeso tra le travi del soffitto. La resistenza al gelo del paladino gli permise di assestare alla creatura potenti colpi senza ricevere danno. Il mercuroide fallì i vari tentativi di afferrare la spada di Gordianus per liquefarla. Quando vide che lo sconro volgeva al peggio, si gettò sull'altro mercuroide, che nascosto tra le giare stava ancora dando del filo da torcere a Ivan. Le due creature si fusero in una sola gigantesca massa di mercurio che sfondò le casse e i vasi intorno per emergere nella sua potenza. Purtroppo ebbe vita breve. I colpi combinati di Lucian, Gordianus e Ivan la distrussero in pochi secondi.
La massa di metallo liquido senza vita si sparse per il pavimento del magazzino, lasciando a terra tre cristalli del potere.

Illus. di Andrea Longhi

gennaio 09, 2007

4.02 - Quiete dopo la tempesta

La pesante porta del rifugio di sicurezza si chiuse alle spalle di Lucian e degli altri emettendo un gracchiante rumore metallico. Subito una coppia di incantatori eressero una barriera magica attorno alla porta, sigillandola.
Situata nel sotterraneo della torre della Gilda Arcana, l'area fungeva da rifugio di sicurezza durante gli attacchi. Al momento ospitava tutti i maghi che si trovavano nella torre durante l'attacco, più tutti i clienti e gli ospiti.
"Dov'è Kemper?" Chiese Lucian.
Un accolito distese la mano indicando quattro o cinque apprendisti che accompagnavano il mago, sfinito dal combattimento, presso una delle brande di emergenza.
"Il drago è stato sconfitto?" Domandò ancora il ranger.
"Il drago è tornato da dove è venuto. Le montagne a nord." Gli rispose una voce alle sue spalle. Si voltò e vide un vecchio arcanista dalla barba lunga, raccolta in due trecce che scendevano dritte fin quasi ai suoi piedi. "Kemper non è riuscito a sconfiggerlo. Si trattava di un drago molto potente."
Alcuni maghi stavano trasportando il corpo dell'angelo nero sconfitto da Ivan, Lucian e Krisonna con l'aiuto di Lepel. Nello scontro Lotus era morto. Il corpo dell'angelo nero era stato posto su una barella galleggiante, e alcuni giovani arcanisti si apprestavano ad analizzarlo.
"Quando potremo nuovamente tornare nei nostri laboratori. I nostri addetti alla sicurezza stanno controllando che non ce ne siano altri in giro. - Riprese il vecchio - Ma perdonatemi, non mi sono presentato: io sono Milos, il responsabile delle difese della Gilda."
Lucian e Krisonna fecero sottilmente notare che avevano sconfitto l'angelo, a costo della vita.
"Meritate senza dubbio una ricompensa, - disse Milos - chiedete a Lobas Derdensku. Quel mago dall'aspetto cupo che si trova laggiù. Lui è il sovrintendente arcano."

Il gruppo si fece strada attraverso la folla. C'erano persone di tutti i tipi, perlopiù maghi e arcanisti, che raccolti in piccoli gruppi discutevano sulla situazione, sul perché dell'attacco, sul significato di quello che stava accadendo. Lobas stava scrutando cinque sfere di cristallo fluttuanti, all'interno delle quali si intravedevano scene dalla superficie: il campo dei mercenari distrutto dalle fiamme, le mura cittadine in parte sfondate dai colpi del drago, i feriti che affollavano l'ospedale militare nella rocca.
"Di cosa avete bisogno?" Lobas parlò con voce rauca e profonda. Si voltò. Il suo aspetto era quello di un essere antico e sapiente. Gli occhi erano profondi come due crateri di vulcano, la pelle marmorea e rugosa. Vestiva abiti nobili da arcimago.
Gli avventurieri si presentarono. Stringendogli la mano la sentirono fredda come la roccia.
"Ma certo, - disse, non appena gli spiegarono di aver difeso con ardore la torre della Gilda - avete senza dubbio diritto ad una ricompensa. Parlerò con Milos e con i nostri bottegai."

Lucian e Krisonna rivolsero numerose domande a Lobas. Il mago spiegò loro di come fosse preoccupato per quanto stava accadendo, e i due lo misero al corrente delle loro scoperte. Lobas prese le difese della chiesa di Sinth, che non poteva certo rinunciare ai suoi legami diplomatici e politici per dichiarare guerra ad una non identificata minaccia. Ancora una volta il dovere di salvare la città sarebbe spettato a degli avventurieri.
"E' lo Zeist, - disse Lobas - lo Zeist è la legge dell'universo alla quale nessuno può sfuggire... è l'inevitabilità, il destino, la regola che fa scorrere il tempo e ruotare i pianeti. Chi può prevedere dove lo Zeist vi porterà? Quello che so è che il destino di Thesis è nelle vostre mani."
Fece una lunga pausa, i suoi occhi si persero nel vuoto. Ivan sbadigliò.
"Milioni di anni fa, c'era un multiverso rigoglioso dove le divinità vivevano in simbiosi con i mortali, traendone potere e govenandone i destini. Poi si narra di un mortale... un potentissimo mortale... che osò sfidare gli dei. Lo Zeist lo favorì. Sfidò e distrusse un dio malvagio e ne conquistò i poteri. Non soddisfatto proseguì nella sua crociata distruggendo tutte le divinità del male una dopo l'altra. Quando anche l'ultima fu caduta... il suo cuore era così denso di malvagità e di potere oscuro che voltò la sua arma contro tutte le altre divinità. Divenne un dio supremo, ma la sua avidità non si fermò, e in men che non si dica si fuse con il suo intero piano di esistenza. E continuò, divorando multiversi. Finché negli spazi eterni dell'infinito non incontrò altre essenze come lui: i Terrori Ancestrali. Essi sono cinque, pura energia oscura, un concentrato di tutte le paure esistenti, immoti e onnipotenti.
Quando i nostri saggi si accorsero che quelle forze ataviche stavano per raggiungere il nostro multiverso, i più potenti incantatori esistenti officiarono un terribile rituale magico che spezzò l'universo in due parti: il Nephandum da una parte, i reami degli progenitori ancestrali dall'altra. Nel mezzo, si generò Thesis. Una sola divinità decise di rimanere e vegliare affinché tra i terrori ancestrali e il multiverso restasse per sempre lo spazio di una dimensione: Sinth, la dea madre."
Lobas mostrò un anello, che teneva al dito. L'anello di Sinth.
"La maggior parte delle persone che vive su Thesis ignora queste cose. Addirittura la maggior parte dei sapienti ne è all'oscuro. Ma io ho voluto che voi sapeste, affinché foste consapevoli di cosa c'è in gioco."