gennaio 25, 2007

4.07 - L'isola dell'arcimago

La pioggia cadeva fitta sul ponte della nave. Il capitano si avvicinò al gruppo di ospiti paganti che aveva preso a bordo a Keremish, e puntando il dito verso il mare disse: "Vedete quelle rocce?"
Ivan, Krisonna, Gordianus e Azalorn spinsero gli sguardi in lontananza, dove il mare si confondeva con la pioggia e la sagoma di un'isola iniziava a delinearsi. "Quegli scogli non c'erano dieci anni fa, l'ultima volta che sono passato di qui! Non posso avvicinarmi di più all'isola. Il fondale potrebbe essersi sollevato e rischierei di incagliare la nave!"
Degli scogli alti e aguzzi emergevano dal mare. L'assenza di vento faceva sì che le grosse gocce di pioggia cadessero quasi verticali sul manto d'acqua, e i mozzi stavano rovesciando una scialuppa per liberarla dalla pioggia che vi si era depositata.
"Vi darò una delle mie scialuppe. - continuò il capitano - Il mare è calmo, dovreste riuscire a raggiungere la spiaggia facilmente. Però dovrete pagarmi la barca. Sono 30 monete d'oro, remi compresi."
"Ma come torneremo?" Chiese Gordianus. Krisonna gli spiegò che Milos li aveva provvisti di una pergamena di teletrasporto. Pagarono e scesero nella barca. Gordianus si mise ai remi e spinse la scialuppa tra gli scogli. In breve raggiunsero la spiaggia.

L'isola era poco più di un grosso scoglio che affiorava dal mare. Probabilmente di origine vulcanica, era lunga cinque chilometri e larga poco meno. La terra si era formata attorno ad un gigantesco sperone di roccia emerso dal mare per chissà quale evento geologico. Adesso sul quel costone di roccia erano visibili i resti di una abitazione, costruita in parte su un piano sporgente in parte nel vuoto. Sul fianco della roccia era stata scolpita una scalinata per raggiungere la casa, ma è probabile che ci fosse un sistema di carrucole e ascensori per arrivare lassù. Comunque la base della roccia si trovava nel mezzo dell'isola, e attorno era cresciuta una delle più intricate selve mai viste. Arbusti e sterpi, non riuscendo a coprire il sole, avevano permesso la crescita di un fastidioso sottobosco fatto di felci ed erbe infestanti, che con i secoli aveva coperto tutta l'isola fino alla spiaggia. Il capitano aveva detto loro che gli unici animali presenti sull'isola erano insetti, lucertole ed uccelli. E poi c'era quell'arcimago, Wabbekee, che dieci anni fa abbandonò la sua dimora e si trasferì altrove. Stava studiando le proprietà di un metallo rarissimo, per caso presente nella roccia alla base di quest'isola, il nihilium. Ma dieci anni fa lasciò ogni studio e si trasferì altrove. L'isola di Wabbekee rimase disabitata fino ad oggi. Milos aveva bisogno di quel minerale per portare avanti gli esperimenti di Pollas, ed ecco perché gli avventurieri erano lì.

Messa al sicuro la barca dalla marea, si inoltrarono nella vegetazione. Azalorn riusciva a muoversi con passo spedito anche nel sottobosco più fitto, ma gli altri dovevano procedere strappando e tagliando i cespugli e le felci, quindi dovette stare al loro passo.
Poi un rumore allarmò il ranger, un crepitio, come di elettricità statica. Riferì all'arcanista, la quale notò alcune scariche elettriche tra gli alberi. Aveva giò visto quel fenomeno: si stava per aprire un portale.
"Ma il collegamento con i piani è reciso!" Fece notare il paladino.
"Probabilmente il portale si apre verso un altro punto di questo stesso piano." Rispose Krisonna.
Si nascosero, ma la ragazza lanciò sul gruppo una invisibilità per maggiore sicurezza.
Il portale si aprì qualche secondo dopo. Sembrava che conducesse all'interno di un edificio... con mura di mattoni grigi e porte di metallo. Un essere minaccioso uscì dal varco dimensionale: il suo aspetto era quello di un grosso umanoide dalle zampe caprine, con due paia di corna da capra ed una pelle rossa e coperta di peli neri. Vestiva di lacci di cuoio ed impugnava una verga magica. Diede dei comandi in una lingua strana, quindi una decina di esseri, simili a ragni ma con un unico bulbo oculare al posto del corpo, sciamarono fuori dal portale diffondendosi per la foresta. Lui restò in attesa. Anche gli avventurieri.
Dopo qualche minuto parte dei ragni tornò indietro. Sembrava che l'essere comprendesse la strana sequenza di rumori striduli che i ragni emettevano per comunicare. A quel punto rientrò e per un paio di minuti sembrò che l'intero bosco stesse ascoltando in silenzio. Quando si riaffacciò, era seguito da un gigante con sei braccia, la pelle verde, zanne da cinghiale che sporgevano fuori dalla sua bocca e i capelli raccolti in un unica ciocca rossa, sulla testa. Gli avventurieri lo videro allontanarsi assieme ai ragni verso la spiaggia... verso la barca! L'altro rimase a sorvegliare il passaggio. Era il momento di agire.
Gordianus raccolse Krisonna e utilizzando il suo cristallo del volo la depositò su un ramo. Ma il rumore dell'armatura del paladino allarmò il guardiano. Stringendo la verga nel pugno si inoltrò nel bosco verso Gordianus e tentò di colpirlo sferzando nell'aria la sua arma. Colpì solo un alberò, che sembrò seccarsi al tocco della verga.
A quel punto Ivan partì in carica contro il diavolo. Il suo corpo si gonfiò della forza della furia, e la sua testa mutò forma, fino a divenire quella di un grosso e feroce ghiottone. Azalorn, che vedeva per la prima volta questa trasformazione, restò scosso per qualche secondo. La spada di Ivan si abbatté sull'avversario, e il guerriero uscì dall'invisibiltà. Anche Azalorn rinunciò a restare nascosto ed attaccò l'energumeno cornuto. La verga del diavolo colpì Ivan più volte, sommando al danno il suo potere corruttivo. Per fortuna Krisonna e Gordianus erano rimasti invisibili e si occuparno di curare le ferite del guerriero, che in preda alla furia sarebbe morto anziché ritirarsi. Le mazzate subite non fermarono comunque la sua spada, che continuò a colpire fino a che il nemico non crollò a terra sconfitto.
Krisonna si impossessò incautamente della verga, la quale reagì al suo tocco scagliando su di lei una maledizione debilitante. L'arcanista rinviò le preoccupazioni: adesso era meglio fuggire. Infilò la verga nello zaino e tutti insieme si diressero verso la dimora dell'arcimago.

Azalorn guidava il gruppo. Giunse per primo alle pendici della parete di roccia sulla quale l'arcimago aveva eretto la sua abitazione. "Forza! Sbrigatevi! Da questa parte!" Gridò. Grave errore. In alto, qualcuno stava ascoltando. Munito di due enormi ali da drago, l'umanoide sentì echeggiare nell'aria la voce del ranger e scagliò nella boscaglia una palla di fuoco. Azalorn saltò in aria investito dalle fiamme. La creatura iniziò quindi una lenta discesa circolare per controllare cosa aveva colpito.
"Dobbiamo tornare a Keremish e curarci!" Sentenziò Krisonna. Si rese conto che gli effetti della maledizione potevano essere scacciati, se entro 24 ore avesse provveduto a lanciare su di sé una magia curativa. Che però nessuno lì possedeva né era in grado di lanciare. Gli altri convennero che era una buona idea. Raccolsero Azalorn e si prepararono ad utilizzare il teletrasporto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Arghhh, ho bisogno di cure!!!
Mai che si trovi in chierico o un templare quando ti serve, e poi mi chiedono perchè non credo in sint ^_^

Anonimo ha detto...

a che ora giocate, dopo le 18.00?
Ant

Bigio ha detto...

In realtà giochiamo di pomeriggio, come al solito. Ma stavo pensando ad una sessione "serale", un giorno di questi...

Anonimo ha detto...

vedi di trovarmi una sera per me...