settembre 04, 2007

7.03 - Inseguimento sopra gli oceani

Kimar si tuffò in acqua. Un guardinal della sua specie, in acqua, è fuori dal suo contesto. Kimar aveva piume che gli coprivano il corpo e le braccia, aveva ossa cave che gli permettevano di librarsi in volo, aveva poderosi muscoli sui quali contare quando era necessario sollevarsi in cielo. Ma nessuna delle sue caratteristiche speciali gli era utile in acqua.
Trattenne il respiro e si spinse in profondità nuotando al massimo della sua possibilità. La Mastro Xillian, rovesciata e semidistrutta dall'impatto con il mare, stava affondando. Da qualche parte, lì dentro, c'era Mara. Kimar sapeva che Teg Maine aveva usato Mara per costringere i suoi compagni a rimanere, tuttavia avrebbe rischiato di morire in mare con lei anziché abbandonarla al suo destino. E mentre i suoi amici, in superficie, si allontanavano inseguiti dalle Mantidi Notturne, lui raggiunse il fianco della nave ed iniziò a scorrerlo in cerca di un'apertura. Teg Maine aveva parlato della cabina del capitano, ma poteva anche essere una trappola. Raggiunse con le dita una porta, e grazie a Sinth era aperta. All'interno della cabina fogli e mappe galleggiavano nell'acqua torbida. Gli occhi di Kimar si sforzarono di cercare il corpo di Mara, e intravidero una cassa, della grandezza giusta per contenere un corpo, ammucchiata sul fondo della cabina. L'avoral si spinse fin lì ed iniziò a sollevare ogni cosa che le era caduta addosso. Raggiunse il lucchetto, grosse catene metalliche la avvolgevano. Ma la cassa era di legno. Kimar sfoderò gli artigli ed iniziò a colpire la cassa cercando di spaccarla. Ogni sforzo gli costava aria, ad ogni colpo i suoi polmoni richiedevano di aprirsi. Le assi del baule borchiato si spaccarono e Mara, dall'interno, spinse per aiutare Kimar ad aprire un varco abbastanza grande da permettere alla mezzelfa di uscire. Mara era legata, ma con un colpo di artigli Kimar la liberò dalle corde. Non sapeva da quanto tempo la ragazza stesse trattenendo il respiro, ma era chiaro che entrambi si trovavano allo stremo delle forze. Uscirono dalla cabina il più velocemente possibile, nuotando verso la luce che filtrava dall'alto nelle acque. Il cielo si era allontanato parecchio, mentre il relitto scricchiolante si inabissava sempre di più dietro di loro.
Emersero.
Inalare di nuovo aria fu come nascere una seconda volta. Entrambi respirarono avidamente, come se non l'avessero mai fatto prima, e restarono immobili cullati dalle acque placide, con lo sguardo rivolto verso il cielo, per tanti lunghissimi minuti.

La scialuppa sorvolava le acque ad una velocità che definire tale era imbarazzante. Un cavallo al galoppo avrebbe superato queste imbarcazioni di emergenza senza troppa difficoltà. Tuttavia anche le Mantidi Notturne erano a bordo di scialuppe dello stesso tipo, che non riuscivano quindi né a raggiungere né a distanziarsi da quella sulla quale si trovavano gli avventurieri. Avevano lasciato Kimar a recuperare Mara, e ora si ritrovavano in fuga nel mare aperto, inseguiti da una mezza dozzina di barche levitanti colme di ladri armati di balestra, spronati da Teg Maine a raggiungerli e terminarli. A nulla serviva spingere il cristallo yolos al massimo della potenza. Una scialuppa di emergenza non era progettata per percorrere lunghe distanze. Lucian cercava di mantenere la rotta evitando il fuoco di dardi che proveniva dalle imbarcazioni dei suoi inseguitori. Krison era in fin di vita, con il corpo ormai sforacchiato da più di uno di quei proiettili. Ivan giaceva schiacciato a terra, mentre i colpi piovevano tutti intorno a lui... poteva sentirli conficcarsi nel legno della barca, e di tanto in tanto Lucian veniva trafitto. Il corpo di Gordianus dondolava senza vita appeso all'ancora dove Kimar lo aveva aveva agganciato.
"Recupera Gordianus!" Disse Lucian al guerriero. In effetti, avrebbe potuto staccarsi e precipitare in acqua in qualsiasi momento. Ivan si sollevò ed afferrò la corda dell'ancora, iniziando a tirarla a bordo. Il mezzodrago era pesante, e la fune bagnata strideva scorrendo sul bordo della barca. Nel frattempo, le Mantidi Notturne caricarono gli arpioni sulle loro balestre. Un paio di rampini si agganciarono alla scialuppa pilotata d Lucian, ma rapidamente il ranger li mozzò estraendo una delle sue spade e ruotandola dietro di lui.
"Forse ho un'idea!" Esclamò Krison sollevandosi dal fondo. Si appoggiò ad un lato della barca. "Se riesco a colpire il cristallo yolos di una delle loro scialuppe con un Dissolvi magia, forse posso disattivarlo per qualche secondo e far perdere quota alla nave!"
L'arcanista si affacciò appena oltre il bordo dell'imbarcazione e recitando le formule magiche scagliò la sua magia. Il primo colpo non ebbe effetto, ma al secondo tentativo una delle scialuppe perse il controllo. Mentre le Mantidi Notturne si gettavano in mare cercando di non finire uccise dall'impatto con l'acqua sottostante, Teg Maine si sollevò in aria con un balzo quasi soprannaturale e atterrò in perfetto equilibrio su un'altra imbarcazione. Ivan aveva appena caricato a bordo l'ingombrante cadavere di Gordianus, quando una pioggia di dardi investì la loro barca volante costringendo sia Krison che Lucian a gettarsi a terra. "E' una situazione di stallo! - Fece notare Lucian - Non possiamo seminarli. Dobbiamo reagire!" Krison si avvicinò al cristallo yolos. "Credo di poterlo controllare facilmente. - Affermò - Reggetevi forte, proverò una manovra piuttosto pericolosa."
Tutti si aggrapparono ai bordi e agli appigli più vicini. Ivan strinse il corpo di Gordianus. Su comando di Krison, la scialuppa scivolò lateralmente fino a disporsi esattamente davanti a quella dove al momento si trovava Teg Maine. Poi si sollevò di una frazione di metro, in modo che la loro poppa si trovasse appena più in alto della prua della barca inseguitrice.
Di colpo Krison arrestò il cristallo e invertì la direzione.
Il pilota della scialuppa vide l'imbarcazione che stavano inseguendo avvicinarsi a piena velocità. Prima che potesse comandare al cristallo yolos di cambiare rotta, si ritrovò la faccia sfracellata sul retro della scialuppa pilotata da Krison. I ladri che sedevano dietro di lui furono praticamente decapitati dal passaggio della barca, e solo un paio riuscirono a salvarsi gettandosi in mare. Ma Teg Maine non era così facile da sorprendere: con un balzo all'indietro atterrò all'estremità più lontana della sua navicella e con un successivo balzo si aggrappò al retro di quella degli avventurieri. Purtroppo per lui, Lucian aveva previsto questa mossa. Affacciandosi a poppa, il ranger estrasse una spada e mozzò di nettò la mano di Teg Maine all'altezza del polso. La Mantide Notturna precipitò in acqua urlando di dolore, e le altre scialuppe si precipitarono verso il basso per prestare soccorso al loro capo. Gli avventurieri non aspettavano altra occasione, a tutta velocità si allontanarono sperando che nessuno li avrebbe inseguiti. E così fu.

Mara e Kimar videro la nave dei loro compagni comparire all'orizzonte dopo pochi minuti. La ladra e l'avoral furono caricati a bordo, dopodiché si decise di raggiungere Fluvia, dove probabilmente Teg Maine stava cercando di piazzare i cristalli di Armadale. Se il ladro era ancora vivo, probabilmente avrebbe cercato aiuto lì, e non sarebbe bastata la perdita di una mano a dissuaderlo dal portare a termine la sua missione primaria.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

domenica mi ha chiamato il patata...ha detto ke visto ke ieri partiva giovedì nn c'è e quindi di nn cercarlo...ciao ciao

Bigio ha detto...

Ok... farete a meno di Akramil. Probabilmente è rimasto a Fluvia.