settembre 09, 2007

7.05 - Gran serata da Monsignor Diovidis

In cima ad uno degli edifici più alti di Fluvia, al centro di un vasto giardino sospeso illuminato da luci magiche e attraversato da deliziosi vialetti di pietra, sorgeva la villa di Monsignor Diovidis. Diovidis era stato in passato un illustre esponente della Chiesa di Sinth, ma in seguito ad alcuni dissapori con l'amministrazione centrale aveva deciso di ritirarsi a vita privata e di dedicarsi al commercio. Come importatore e venditore di oggetti esotici aveva avuto immediatamente una grande fortuna, ed era riuscito in una decina di anni a scalare la classifica degli uomini più ricchi di Fluvia, assicurandosi nel contempo un gran prestigio in città. Grazie alle sue generosissime donazioni al santuario cittadino, la chiesa di Sinth, seppur con un unico modesto santuario, era riuscita ad essere presente presso la città dei fiumi. In questo modo Monsignor Diovidis era riuscito anche a riallacciare i rapporti con la Chiesa, ed attualmente non c'era cittadino di Fluvia che non lo considerasse una grande persona.

Lucian, Ivan, Krison, Gordianus, Akramil e Kimar scesero dai dischi levitanti che li avevano portati fino a cento metri di altezza sulla città e si diressero verso i cancelli della villa godendo nel contempo della vista notturna mozzafiato tutta intorno a loro. Grazie ai permessi che Lady Rassinel aveva fatto consegnare loro, riuscirono a passare e furono ammessi alla serata danzante come inviati dell'ambasciatrice. Nessuno di loro aveva dovuto quindi lasciare armi ed equipaggiamento a casa, ma scatenare una rissa non era nelle loro intenzioni.
Entrati nella lussuosa sala da ballo, notarono immediatamente che l'alta società di Fluvia era composta solo in parte da esseri umani o dalle più comuni razze senzienti. Un beholder di media stazza fluttuava in un angolo ombroso sorseggiando del ponch. Un illithid discuteva di affari con alcuni nobili spocchiosi vicino alla scalinata di marmo. Molte ragazze giovani e meno giovani, vestite con elegantissimi vestiti, volteggiavano al centro della sala da ballo accompagnate dai rispettivi cavalieri. Della musica aleggiava nell'aria, anche se non era possibile scorgere chi la stesse suonando.
Gli avventurieri immediatamente individuarono Monsignor Diovidis su una balconata al piano superiore. Stava discutendo proprio con Teg Maine. Il ladro aveva di nuovo entrambe le mani. Una magia curativa lanciata al momento giusto? Attesero con pazienza che la conversazione ebbe termine, e nel frattempo si intrattennero parlando con qualcuno degli altri ospiti. Non appena l'occasione fu propizia, si avvicinarono a Teg Maine per provocarlo e ottenere magari qualche informazione. Il ladro sembrava stranamente calmo e pacato, come se non serbasse nessun rancore nei loro confronti.
"Gli affari vanno bene. - Disse loro. - Monsignor Diovidis si ritiene soddisfatto del suo recente acquisto e ha pagato puntualmente alla consegna. Adesso scusatemi, vado a fumare un sigaro nel giardino."
Soprattutto Lucian, Kimar e Gordianus sembravano interessati a fargli perdere le staffe, e continuarono a punzecchiarlo con le tipiche battutine sagaci da occasione finché Teg Maine non fu sulla soglia della sala. "Se avete qualcosa da discutere, vi aspetto fuori." E si allontanò nella notte. Nessuno lo seguì, nonostante la tentazione di dargli una lezione fosse forte. Cercarono invece di parlare con Diovidis, che però era circondato di dame intente a catturare la sua attenzione e non sembrava propenso a discutere di nuovo di affari.
"Non so di cosa parliate, mi spiace." Rispose con l'intenzione di liquidare i suoi interlocutori. Quindi tornò a ciarlare con le nobildonne presenti in sala. Gli avventurieri invece, decisero di abbandonare la festa.

A quanto pareva, per recuperare i cristalli di Armadale ci sarebbe stato bisogno di rubarli. Diovidis non era disposto ad ammettere nemmeno di averli acquistati. Decisero di andare a dormire, l'indomani mattina avrebbero usato un teletrasporto per tornare a Colle Ukron e terminare il lavoro lasciato a metà. D'altro canto, Gordianus e Ivan avevano bisogno di armi e armature decenti, e Krison non aveva più il suo prezioso gimorio.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Lantaren?!?!?! Correggi subito, questo si che è stato un bel lapsus ;) . Ah poi sono ranger di 11°

Bigio ha detto...

Miseriaccia!!! L'avevo corretto già cinque minuti dopo averlo pubblicato! Ma che fate... aspettate i nuovi aggiornamenti come avvoltoi???