"Questa è la Forgia di Ghostwall. - Disse, con voce rauca e palesemente magica - Questo luogo è stato dichiarato sacrilego dalla Sacra Chiesa di Sinth. La Chiesa di Sinth ha posto dei sigilli. Nessuno che sia fedele ai dettami della Chiesa dovrà oltrepassarli. Abbandonate questo luogo. Vi dimora un male immortale ed immorale."
Gordianus esaminò i sigilli. Sembravano vecchi chiavistelli di ferro e assi di legno inchiodate al muro, niente di eccezionale. Ma decisero che prima di tornare sarebbe stato meglio riportare Eritz Burbank dalla sua signora.

Usciti da casa di Krista e Eritz si diressero verso la basilica di Sinth, nella piazza della riunione. La basilica era un tempio di imponenza monumentale, con colonne ciclopiche che si innalzavano bianche e lucide come torri sorreggendo volte affrescate di incredibile bellezza. Una delle custodi del culto, la diacona Viglis, ascoltò il loro rapporto riguardo la forgia e li invitò a seguirla presso la torre della biblioteca. Su alcuni vecchi tomi scoprirono molti dettagli riguardo la forgia. Quel luogo avrebbe dovuto essere inerte e dormiente, ed i titani avrebbero dovuto sorvegliarlo per conto della chiesa. Viglis consigliò loro di chiedere a Granak, un mezzorco chierico che, secondo le note del libro, fu l'ultimo a ispezionare la forgia sessant'anni fa.

Secondo Granak l'unica soluzione era far crollare la montagna sulla forgia, seppellirla per sempre. Se la forgia si era rianimata, poteva significare solo una cosa: il ritorno di Hyssiris a Wallace. "Noi abbiamo affrontato un suo servitore..." Ricordò Lucian, riferendosi a Lobas. Granak aveva visto bene. Un emissario di Hyssiris era rinato in città. La forgia lo aveva percepito, e si era riattivata.
"Tornate da Viglis, fatevi dare una pergamena di terremoto. E un potente incantesimo. Scendete laggiù e distruggete ogni cosa, così che nessuno mai possa far più uso della forgia."
Viglis diede loro anche delle pergamene di teletrasporto, per poter fuggire e non restare sepolti lì sotto. Ottenuta l'autorizzazione a distruggere quella caverna, gli avventurieri si diressero di nuovo verso l'ingresso della forgia.
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