settembre 17, 2007

7.09 - La forgia vivente

Si trattava di una sfera di cristallo, programmata per ripetere in eterno una immagine illusoria. Non appena Gordianus si avvicinò, la sfera si illuminò, ed apparve sopra di essa la figura evanescente di un sacerdote di Sinth, anziano, dalla lunga barba e con vesti che non si portavano più da almeno un secolo.
"Questa è la Forgia di Ghostwall. - Disse, con voce rauca e palesemente magica - Questo luogo è stato dichiarato sacrilego dalla Sacra Chiesa di Sinth. La Chiesa di Sinth ha posto dei sigilli. Nessuno che sia fedele ai dettami della Chiesa dovrà oltrepassarli. Abbandonate questo luogo. Vi dimora un male immortale ed immorale."
Gordianus esaminò i sigilli. Sembravano vecchi chiavistelli di ferro e assi di legno inchiodate al muro, niente di eccezionale. Ma decisero che prima di tornare sarebbe stato meglio riportare Eritz Burbank dalla sua signora.

La signora Burbank fu felicissima di rivedere suo marito sano e salvo. Era chiaro che né lui né i suoi sprovveduti (quanto fuori esercizio) compagni di avventura avrebbero mai tentato una nuova missione. Non a breve. Ricompensò il gruppo con un gemma zaffiro di grandissimo valore, uno dei tesori del marito quando era un abile avventuriero.
Usciti da casa di Krista e Eritz si diressero verso la basilica di Sinth, nella piazza della riunione. La basilica era un tempio di imponenza monumentale, con colonne ciclopiche che si innalzavano bianche e lucide come torri sorreggendo volte affrescate di incredibile bellezza. Una delle custodi del culto, la diacona Viglis, ascoltò il loro rapporto riguardo la forgia e li invitò a seguirla presso la torre della biblioteca. Su alcuni vecchi tomi scoprirono molti dettagli riguardo la forgia. Quel luogo avrebbe dovuto essere inerte e dormiente, ed i titani avrebbero dovuto sorvegliarlo per conto della chiesa. Viglis consigliò loro di chiedere a Granak, un mezzorco chierico che, secondo le note del libro, fu l'ultimo a ispezionare la forgia sessant'anni fa.

Granak era ancora vivo. Lo trovarono a spaccare legna, nonostante la veneranda età, e servito da una servitù molto ben educata. Invitò tutti a cena, e raccontò loro di Raske l'arcimago, una delle anime intrappolate nella forgia. "Quella forgia è un artefatto maledetto... Si nutre di anime per creare potentissimi artefatti... ma l'ultima volta che scesi lì sotto, c'era ben più che una fucina magica... le anime di tutte le persone bruciate nel magma si erano come aggrappate al luogo della loro morte, alle mura, alle colonne... una terribile presenza risiede laggiù!"
Secondo Granak l'unica soluzione era far crollare la montagna sulla forgia, seppellirla per sempre. Se la forgia si era rianimata, poteva significare solo una cosa: il ritorno di Hyssiris a Wallace. "Noi abbiamo affrontato un suo servitore..." Ricordò Lucian, riferendosi a Lobas. Granak aveva visto bene. Un emissario di Hyssiris era rinato in città. La forgia lo aveva percepito, e si era riattivata.
"Tornate da Viglis, fatevi dare una pergamena di terremoto. E un potente incantesimo. Scendete laggiù e distruggete ogni cosa, così che nessuno mai possa far più uso della forgia."

Viglis diede loro anche delle pergamene di teletrasporto, per poter fuggire e non restare sepolti lì sotto. Ottenuta l'autorizzazione a distruggere quella caverna, gli avventurieri si diressero di nuovo verso l'ingresso della forgia.

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