maggio 30, 2007

5.12 - Lo Shard

Gordianus toccò il cristallo di apertura. Sembrò non funzionare. Quando lo toccò una seconda volta però, la massiccia anta di ferrò scivolò lateralmente, rivelando una stanza rettangolare completamente inondata di luce. Al centro della stanza una colonna luminosa, dal bagliore così intenso da ferire gli occhi, splendeva emanando energia in continuo movuimento. L'energia sembrava fluire tra due pentacoli magici, uno disegnato sul soffitto e l'altro sul pavimento. Nel mezzo di quel flusso accecante si trovava un oggetto sospeso, la cui forma era impossibile da scorgere. Di tanto in tanto dal flusso luminoso veniva rilasciata una scarica di energia che si abbatteva contro le pareti... i mosaici che decoravano le quattro mura erano ormai ridotti a brandelli dalle continue bruciature. Seduti su troni di pietra, ai quattro angoli della stanza, stavano quattro statue raffiguranti probabilmente antichi sacerdoti. Una breccia nella parete a sud sembrava essere stata aperta dall'esterno... da lì dovevano essere passati i troll.
Poi qualcosa si mosse nell'angolo a nordovest... quella che sembrava una statua non lo era. I resti del sacerdote di marmo che sedeva su quel trono erano sparsi in terra. Al suo posto stava una figura crucciata, seminuda, imponente. La pelle era chiara come la luna, i capelli bianchi con riflessi d'argento... dalla sua schiena si allontanavano sue lunghe ali piumate, lasciate cadere sul pavimento.

La creatura angelica aveva lo sguardo perduto nella luce dello Shard, la mente inghiottita da chissà quali dubbi, la sua preoccupazione sembrava trascendere la comprensione mortale.
Gli avventurieri lanciarono protezioni magiche per prevenire il danno delle scariche elettriche vaganti, poi fecero qualche passo nella stanza. Il celestiale lì vide e si sollevò dal trono di pietra. Era alto quasi tre metri. Ripiegò le ali dietro la schiena con un gesto maestoso, poi stese la mano verso di loro: "Fate attenzione! Il campo di contenimento dello shard ha perso molta della sua stabilità... ci sono scariche elettriche vaganti che potrebbero colpirvi!"
"Chi sei?" Chiese Lucian.
"Il mio nome è Eclipse. Voi cosa ci fate qui? Credevo fossero di nuovo quei troll..."
I resti polverizzati di alcuni troll erano ancora vagamente riconoscibili, incrostati sulle mura e sul pavimento della stanza.
"Cosa è successo?"
"Volevano rivendicare questa sala come loro. - Spiegò Eclipse - Non mi hanno lasciato altra scelta che distruggerli. Il mio unico scopo adesso è proteggere lo shard."
Sembrava chiaro che non fosse stato il suo ruolo da sempre. Krisonna e Lucian tentarono di porre delle altre domande sullo shard e sul perché andava protetto, ma Eclipse non sembrava incline a rispondere a queste domande.
"Non è mio compito fare luce su queste cose. Io sono giunto qui quasi per caso, e una volta realizzate le potenzialità dello shard ne sono divenuto il protettore. A meno che non vogliate interferire con i miei compiti, potete passare."
L'angelo non sembrava interessato nemmeno alle reliquie che erano state custodite nella stanza. Le gemme artefatto giacevano incastonate sulle tre statue intatte, Eclipse lanciò loro la quarta gemma, raccogliendola tra i detriti della statua distrutta.
"Sono queste gemme le importanti reliquie custodite qui sotto?" Domandò Krisonna ad Arose.
La chierica annuì. Gli avventurieri si congedarono in silenzio, lasciando quell'insolito guardiano a sorvegliare lo shard.

"Ma cos'è lo shard?" Chiesero gli avventurieri ad Arose, tornando verso il covo dei troll.
"Nessuno lo sa. - Rispose Arose. - Sappiamo che ce ne sono sette, nascosti nel sottosuolo di Wallace, e che prima del cataclisma erano custoditi con devozione dai sacerdoti e dai fedeli. Poi le divinità morirono e sopraggiunse Sinth. Qui a Keremish fu costruito un tempio dedicato alla dea madre sfruttando in parte l'antico luogo di culto preesistente. Quando i sacerdoti di Sinth rinvenirono lo shard, trovarono saggio proseguire la tradizione di custodirlo, pur non comprendendone né lo scopo né l'utilizzo. Le conoscenze sullo shard erano probabilmente un segreto custodito da pochi eletti, e forse ormai sono perdute per sempre."
Arose spiegò anche delle gemme artefatto, quattro potenti reliquie che per poter essere utilizzate necessitano di una lega metallica di essedreel superiore. Lo scopo di tali artefatti è proprio quello di difendere il tempio dal Nephandum, e forse saranno la chiave per salvare la città. "Ma alle gemme penseremo dopo. - Disse Arose - Mi preoccupa di più quel celestiale. Se non lo convinciamo ad andare via, dovremmo vedercela con lui più tardi, quando la chiesa di Sinth vorrà riprendere possesso di questa antica struttura..."

Giunti presso le stanze dei troll, trovarono Selknak ed i suoi guerrieri ad aspettarli. Il capo dei troll era molto contrariato che non avessero sconfitto il custode dello shard.
"Selknak non può riportare la sua tribù a casa se il guardiano non è sconfitto."
Probabilmente Eclipse li avrebbe fatti passare, se glielo avessero chiesto gentilmente, ma la gentilezza non faceva parte del carattere dei troll, e certo adesso non c'era modo di convincere Selknak che con la diplomazia avrebbe potuto risolvere il suo problema. L'angelo aveva ucciso più di venti suoi uomini, non si fidava. E non avrebbe fatto tornare gli avventurieri in superficie, se non avessero risolto la situazione. Il gruppo doveva decidere se massacrare i troll oppure combattere contro il guardiano. Valutarono le opzioni per qualche minuto, poi tornarono nella stanza dello shard. Con un piano.

"Cosa volete, ancora?" Domandò Eclipse vedendoli varcare di nuovo la soglia della sua sala. Il celestiale si alzò in piedi, fiutando qualcosa di losco nelle intenzioni del gruppo. Vedendoli avvicinare, richiamò la sua armatura e le sue armi dal vuoto dimensionale dove le aveva riposte. Allarmati dal gesto, gli avventurieri entrarono in azione. Ivan si gettò verso lo shard, affondando il braccio nel flusso di energia. Proprio come per il cristalli luminosi che illuminavano i corridoi, la magia dei sigilli era talmente esausta che l'interferenza fece collassare il campo magico. La luce si spense e rivelò al suo interno una massa rocciosa colma di intrusioni cristalline. Interrotto il campo magico, la roccia cadde a terra frantumandosi in mille pezzi. Un'ondata di magia, come una brezza calda e piacevole, esplose all'impatto con il pavimento e si allargò in ogni direzione per un secondo, poi più nulla.
Eclipse aveva gli occhi iniettati di sangue.
"Se avete un briciolo di intelligenza... distruggetevi da soli." Disse, inferocito.
Ma Krisonna non ne aveva intenzione. Il gruppo si strinse attorno alla maga, che aprì una pergamena e, un secondo dopo, non era più lì.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

furbo eclipse; "...distruggetevi da soli.." ma per chi mi ha preso?!
MAI!!! piuttosto guai a lui se prova a venire huahauhauahuahauha perira sotto la mia lama e con le sue ali mi farò una coperta per il mio giaciglio ^__^

(sembra quasi che ci credo ^_-)

Anonimo ha detto...

MITICO!!!!!
Ma se co 2 pizze mori.....
Tocca sempre a me fare il lavoro sporco.......