maggio 16, 2007

5.09 - Il santuario interrato

Krisonna lanciò un incantesimo di Chiaroveggenza e scrutò oltre i due golem Mekal che torreggiavano ai lati del passaggio. Affrontare quei due colossi poteva essere un suicidio, la loro missione avrebbe potuto finire prima ancora di cominciare.
La maga strinse lo sguardo e vide un corridoio subito dopo la porta con il sigillo. Anche se nel gruppo adesso c'era Arose, ed il suo simbolo sacro avrebbe aperto le porte, i Mekal avrebbero attaccato non appena si fossero avvicinati alla porta. Meglio teletrasportarsi oltre. Krisonna indossò la cappa magica rubata a Golmore e strinse a sé il gruppo. Con un salto dimensionale riapparvero oltre la porta.
Di fronte a loro c'era un corridoio che correva dritto verso sud. Una fila di cristalli luminosi galleggiava in aria illuminando la zona. Krisonna provò a prenderne uno, ma il cristallo si spense tra le sue mani. La magia che li teneva in aria si era quasi completamente esaurita e bastava un nonnulla per farli cadere a terra privi di potere. Una statuina che riproduceva Sinth da bambina giaceva in una alcova lì nei pressi. Una scritta in Wallace diceva "tocca la statua per richiamare il Guardachiavi". Decisero di non rischiare. Due Mekal mancavano all'appello, dei suoni sinistri si udivano dal profondo dei corridoi... questo "guardachiavi" poteva non essere amichevole.

Lo ritrovarono poco più tardi, al centro di una stanza che sembrava essere la sala di benvenuto del complesso. Il golem giaceva arrugginito e inattivo al centro del pavimento. Una fontana perdeva acqua in un angolo, del muschio cresceva ovunque. Il golem sembrava non possedere più le chiavi di cui era il guardiano.
Procedettero a nord ed incapparono in qualcosa di straordinario: un area di magia vivente. Una zona dove gli incantesimi lanciati prendono vita... una conseguenza rarissima dell'interferenza tra magia potenti. Arose prese nota del fenomeno, entusiasta. Recuperarono anche dei paramenti sacri molto antichi. Poi però Krisonna fece scattare una trappola e gli incantesimi che normalmente si sarebbero scaricati su di lei presero forma divenendo viventi. Un problema di poco conto, se ne sbarazzarono in men che non si dica, ma ebbero un riscontro reale della perturbazione che avvolgeva l'area.

Tornarono verso sud, ma quando videro che il corridoio conduceva ai sacri sepolcri decisero di proseguire verso ovest, da dove proseguivano i ruggiti ed il terribile odore di olio di lampada bruciato. "Dubito che la strada per il cuore del complesso passi per le catacombe. - Disse Arose - La nostra unica possibilità è il passaggio che conduce ad ovest".
Ma non era così. Un enorme Draco dell'Ira Immondo li attendeva, e trattò Gordianus come tutti i drachi malvagi trattano un paladino che entra nel loro territorio. Lo assalì colpendolo con una scarica di artigliate e morsi che sollevarono in aria il mezzodrago uccidendolo in una manciata di secondi. Arose si lanciò su di lui rianimandolo prima che fosse troppo tardi. Krisonna lanciò una velocità e poi Lucian e Ivan congiunsero i loro attacchi. Nel frattempo Gordianus aveva ripreso i sensi e sferrò il colpo di grazia. La creatura crollò a terra. Ivan aveva subito ferite gravissime, e dovettero esaurire una bacchetta di cure magiche per rimarginarle tutte. Avanzando nella tana del draco si accorsero che c'era anche una femmina, a guardia di due uova che brillavano di magico.
"Qualcosa deve aver infuso potere in quelle uova... sono cuccioli di draco nati in un ambiente saturo di flussi magici." Fece notare Arose.
"Ma se ci lanciamo all'attacco di un altro di quei draghi, rischiamo di non farcela." Fece notare Ivan, con prudenza. Durante il combattimento aveva dato sfogo alla sua furia trasformandosi in mezzo ghiottone... una trasformazione che gli consentiva di potenziarsi e rafforzarsi, ma alla quale poteva accedere solo una volta al giorno.

Imboccarono un corridoio a nord, tornando alla stanza del Guardachiavi. Presero verso ovest, forzando l'ennesima porta. Dopo aver sorpreso un troll ed averlo abbattuto per incapacità comunicativa, si accorsero che molta parte di quel santuario era occupata dai suoi simili. Lucian strisciò indietro ad avvisare i suoi compagni e di nuovo furono costretti a cambiare strada. Percorsero l'ennesimo lungo corridoio, ormai sembrava una maledizione. File di cristalli, pareti lisce, pavimenti polverosi. Ma giunti a metà trovarono una porta aperta... dalla quale proveniva un lamento strozzato. Di nuovo il mezzelfo si sporse per controllare. La scena era raccapricciante. Sangue ovunque, cadaveri straziati nella stanza. Un combattente respirava a fatica, con il collo lacerato, in mezzo ad una pozza di sangue. Lucian corse in suo soccorso e lo curò magicamente. Immediatamente il guerriero riprese le forze e lo afferrò per la collottola:
"Non... sprecare altre cure... per me! Ne avrai bisogno! Lui... lui è ancora qui... qui intorno... ha massacrato i miei compagni..."
"Calmati!" Gridava Lucian tentando di staccarselo di dosso.
"E' sotto shock! - gli disse Arose - Non credo che possa essere ragionevole!"
"Centinaia di artigli... che sferzano e lacerano e squartano! State attenti... lui è ancora qui!"
Poi, come se il sangue avesse smesso di fluirgli al cervello, svenne crollando a terra colpito da un sonno tormentato. Quello che aveva visto lo aveva completamente sconvolto.
Krisonna iniziò ad allegerire i cadaveri, sotto lo sguardo disgustato della chierica di Sinth.

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