ottobre 04, 2007

7.15 - Il giuramento del Planetar

Quando scesero di nuovo nel pozzo si resero conto che non c'era nessun passaggio da cercare. Lo shard era lì, in quella stanza. Il meccanismo serviva semplicemente ad abbassare il livello delle acque per far emergere delle piccole piattaforme di pietra che ora galleggiavano sospese nel mezzo dell'enorme spelonca.
Lucian, volando grazie al suo anello magico, trasportò i suoi compagni sulla roccia levitante più grande e più in alto di tutte. Su di essa, pulsante di potere magico, ruotava nell'aria a pochi centimetri da terra lo shard. Si trattava di un pezzo di roccia incrostato di cristalli magici e completamente ricoperto di rune... ed era intatto. Lo shard del complesso sotterraneo nel sottosuolo di Keremish era instabile e proiettava energia al di fuori di sé, ma probabilmente era stato danneggiato. Questo era intatto, e riposava qui da secoli. Così come il suo guardiano.
A pochi passi dallo shard, quasi al bordo della piattaforma di roccia, un circolo di simboli magici si illuminò, riportando in vita una creatura che dimorava in stasi temporale da centinaia di anni, con il dovere di proteggere il sigillo magico in caso di pericolo.
La figura si sollevò in ginocchio e spalancò le lunghissime ali piumate, di un grigio cenere uniforme e funesto, poi si appoggiò ad un lungo spadone a due mani alto più di un uomo e con maestosità si alzò in piedi. Si trattava di una Planetar, un celestiale dalle forme angeliche. Il suo profilo femminile non serviva a renderne meno minacciosa la figura: la pelle bluastra, gli occhi perlacei, calva, alta quasi tre metri... rivolse la spada verso gli intrusi, stendendola in tutta la sua lunghezza.
"Ho il compito di proteggere questo shard al costo della vita. Andatevene, prima che sia troppo tardi."
"Il tuo compito ormai è inutile! - Le disse Lucian - Gli shard sono inutili. Questo piano sta per essere distrutto dalle forze del Nephandum."
L'angelo strinse gli occhi luminosi e rispose avanzando di un passo: "Che sia inutile o meno, ho giurato di compiere il mio dovere e porterò a termine la mia missione."
"Chi ti ha dato questo incarico? Riesci a ricordarti i loro nomi?" Le domandò il ranger.
"Non ricordo i loro nomi... - Rispose il Planetar mentre ricordi atavici le riaffioravano nella mente - Si trattava di potenti maghi... Moltissimi di loro... Riunitisi per uno scopo nobile. Io difendo il loro sogno."

Per qualche minuto il gruppo discusse su cosa fare. Abbattere anche questo avversario? Abbandonare la missione? Ma erano davvero così sicuri che disattivare quei sigilli avrebbe condotto a qualcosa di buono? Nell'indecisione, si voltarono e tornarono in superficie. Dove ebbero un'amara sorpresa: Kalfyra.
"Grazie buon uomo, credo che abbiamo trovato l'ingresso." Disse la voce di un creepian dall'alto del collo del drago. Kalfyra era giunta fin qui. Lei in persona, e aveva portato il suo cavaliere. L'imponente drago perlaceo curvò il collo fino a terra facendo scendere il creepian. Immediatamente lui evocò una penombra magica, che proteggesse se stesso e la vampira dalla luce del lungo tramonto, in grado di ferirli anche se ancora per poco.
"Conosco i vostri volti. - Riprese il guerriero. - Voi siete gli alleati di Bree che Kalfyra ha risparmiato. Credevo foste scomparsi dalla circolazione. Mi chiamano Notturno, piacere di fare la vostra conoscenza."
"Voi cosa ci fate qui?" Domandò Gordianus.
"Distruggiamo gli shard." Svelò il creepian senza peli sulla lingua. Nel frattempo, Kalfyra dietro di lui prendeva forma umana e si avvicinava al suo compagno.
"Forse distruggere gli shard non è la cosa giusta da fare." Bisbigliò Lucian ai compagni, poi si rivolse all'attuale sovrana di Keremish e al suo cavaliere: "Prego, andate avanti. Lo shard e qui sotto."
Kalfyra in un attimo tornò ad essere drago, si sollevò sulle zampe posteriori e abbatté tutto il suo peso sul mausoleo, facendolo collassare all'interno della caverna sottostante. Il drago spalancò le ali si sollevò in aria mentre il rombo del crollo riecheggiava nella pianura. Non appena la polvere ed i detriti si furono depositati, la guardiana dello shard emerse dalla caverna con lo spadone sguainato ed uno sguardo feroce dipinto sul volto. "Avete portato degli altri alleati!" Tuonò contro gli avventurieri. "No!!! - Si giustificò Lucian - Siamo tuoi alleati!"
"Io penso alla guardiana, - pianificò con voce imponente Kalfyra - tu occupati di loro."
Notturno sfoderò lo spadone. Tatuaggi cremisi di nota fattura risplendevano sulla sua pelle traslucida e grigiastra, mentre muscoli tesi si preparavano allo scontro. Cinque contro uno, ma il creepian non sembrava avere paura. "Non vi conviene farmi arrabbiare... Conoscete la potenza di questi tatuaggi..." Suggerì con malizia. Non appena Kalfyra e l'angelo furono scomparsi in cielo, Notturno si scagliò contro il membro del gruppo più debole e più scoperto. Tutti si erano furbescamente raccolti attorno a Krison, che il creepian non aveva smesso di puntare con la grossa spada seghettata... Ma all'ultimo il guerriero si lanciò su Dewen. Vibrò il colpo con una forza tale che il terreno sotto i piedi del ladro si sollevò in aria. La spada colpì Dewen in pieno petto, sfondò la cassa toracica, sollevò le interiora in aria e fece volare in cielo sangue e carne della povera vittima. Il corpo di Dewen cadde a terra senza vita. I tatuaggi sulla pelle di Notturno iniziarono ad illuminarsi di una luce sinistra. Il creepian si voltò assetato di sangue.
"Non diamogli scampo!" suggerì Ivan. I guerrieri si gettarono su di lui cercando di abbatterlo il più velocemente possibile, ma nonostante i colpi terrificanti che Notturno incassava, i suoi occhi non smettevano di brillare di ferocia. Ruotò la spada e sferrò due fendenti talmente potenti sul corpo di Gordianus che l'armatura che indossava si piegò fin dentro di lui. Il secondo colpo sventrò il paladino sparpagliandone i resti sull'erba del campo. Notturno fece in tempo a voltarsi e colpire con un fendente anche Ivan, ma il guerriero era preda della sua furia e ruggendo con il volto trasformato in ghiottone scaricò sul creepian abbastanza spadate da mandare all'inferno un gigante. Notturno crollò a terra tra le interiora degli avversari che era riuscito ad uccidere in appena una manciata di secondi. Gli stessi che, a quanto pare, erano bastati a Kalfyra per sbarazzarsi della guardiana: il corpo dell'angelo precipitò giù dal cielo schiantandosi al suolo.

"Dobbiamo andare via di qui! Non possiamo farcela contro Kalfyra!" Disse Kryson mentre raccoglieva i resti dei suoi due amici attorno al corpo senza vita di Notturno. I suoi compagni si strinsero attorno al mago. Un secondo dopo, il teletrasporto li volatilizzò altrove.

1 commento:

Anonimo ha detto...

povero me...prima avventura e prima morte..che sfiga...w la ragazza formosa!!!! dewen....