agosto 12, 2007

Intermezzo 4 - Mantidi

"Spero che ci sia un buon motivo per avermi chiesto di presentarmi nella tua stanza." Disse Teg Maine, entrando nella sala privata di Lunjar. Le luci erano molto basse, solo quattro torce poste agli angoli più lontani della sala. Lunjar parlò senza voltarsi nemmeno. Immerso nell'oscurità, dove si sentiva a proprio agio, riusciva comunque a precepire ogni cosa nella stanza. E sapeva che anche Teg Maine ne era in grado, sebbene con abilità di gran lunga inferiori alle sue.
"Ci sono topi troppo grossi che strisciano nei corridoi delle tue stanze, Mantide." Gli rispose Lunjar, con disprezzo. Teg Maine si accorse di un grosso baule sigillato, lasciato di proposito vicino alla porta. Il baule tremava e ascoltando bene era possibile percepire un tenue respiro che proveniva dal suo interno.
"Di chi si tratta?" Tuonò Teg Maine.
"Di un Pugnale di Cristallo." Sussurrò Lunjar voltandosi lentamente. Teg si accorse che tutti gli oggetti magici che indossava tremarono e si smorzarono in un istante.
"I Pugnali di Cristallo sono morti. Tutti! Dal primo all'ultimo. Me ne sono occupato io personalmete. Le Mantidi sono l'unica gilda che comanda in questa città!" Ribatté con forza il ladro. Ma Lunjar sapeva che Teg Maine ostentava una sicurezza che non poteva possedere. Non era possibile avere la certezza di aver catturato tutti i ladri della gilda avversaria. Era probabile che ce ne fossero altri, ultimi sopravvissuti alla distruzione della loro sede segreta e della retata finale autorizzata dal Duca.
"Stai zitto e ascolta. - Gli suggerì Lunjar - So che Kalfyra ha preferito lasciar fuggire gli alleati della chiesa di Sinth che Edgar aveva così coraggiosamente catturato nella cattedrale..."
"Sì... - Confermò Teg Maine - Ha un piano in proposito. Li ha fatti assistere all'esecuzione della Gran Sacerdotessa e poi ha lasciato che se ne andassero. Lei esegue il volere dell'emissario."
"Spero che le tue lealtà siano chiare in questa faccenda, Teg Maine. Io ho stretto alleanza con le Mantidi Notturne, non con il Signore del Sangue. Me ne frego dei loro intrighi da quattro soldi. Lasciare liberi degli alleati di Sinth è stata la peggiore decisione alla quale abbiamo sottostato."
Teg Maine fece una smorfia. "Concordo pienamente. Ma cosa vuoi da me?"

Lunjar batté le ciclia di un occhio, ed un piccolo scrigno fluttuò verso il ladro. Teg Maine lo afferrò e dopo averlo esaminato lo aprì. Tre piccoli cristalli giacevano in un letto di stoffa imbottita.
"I Cristalli di Armadale. - li riconobbe - Credevo di aver dato ordine di venderli! Ci sono stati problemi con gli acquirenti?"
"No, nessun problema per la vendita. Abbiamo ottenuto un cospicuo anticipo, che ho provveduto a dividere come da accordo. Le mantidi gemelle sono estremamente soddisfatte di come la collaborazione sta procedendo."
"...però?" Lo incalzò Teg Maine. Sembrava che Lunjar si divertisse a tenere il ladro sulle spine, come se provasse gusto ad irritarlo. Ma Teg Maine non si prestava a certi giochetti troppo a lungo. Se Lunjar non si fosse deciso ad arrivare al punto, avrebbe potuto ritrovarsi un pugnale infuocato piantato nella faccia.
"...però occorre portarle fino al cliente e riscuotere il pagamento di persona."
"E perché non te ne occupi personalmente? Non è per questo che prendi una cospicua percentuale su ogni affare che va in porto? Tu e i tuoi scagnozzi finora siete serviti a ben poco. Il pallido supporto che avete offerto a Golmore nella ripresa di passo Silberhorn potrebbe entrare negli annali dei peggiori risultati registrati da una missione di difesa..."
Lunjar puntò tutti e dieci gli occhi verso Teg Maine, aggrottando l'uniga grossa arcata sopracigliare che correva sul suo grosso occhio centrale. Si avvicinò fluttuando e esponendo la serie di zanne aculeate che spuntavano dalle suo gengive bavose. La cicatrice che possedeva sul labbro superiore si allargò, divenendo ancora più evidente.
"Non risponderò a queste volgari insinuazioni, deforme creatura bipede! - Sibilò - Né rischierò altri membri della mia congrega per voi. Io vi procuro i contatti e stringo gli affari. Al resto dovete pensare voi."
Teg Maine chiuse lo scrigno che aveva in mano, noncurante del fatto che dieci minacciosi occhi magici erano pronti a paralizzarlo, ferirlo, pietrificarlo e disintegrarlo in una manciata di secondi.
"E dovrei consegnare io stesso le pietre? Perché?"
"Perché loro vorranno riprendersele." Gli rispose il beholder.
"Non sono sicuro che rischieranno la vita per queste pietre."
"Per questo porterai con te la ragazza."
"Io non ho intenzione di imbarcarmi su una nave volante e lasciare Keremish!" Gridò Teg Maine.

"Ma lo farai. - Concluse Lunjar - Perché questa è la volontà delle Mantidi Gemelle. Troppe volte ti sei lasciato scappare l'occasione. Forse l'emissario ha intenzione di giocare con loro, ma a quanto pare i tuoi superiori hanno dei piani diversi. Vogliono che tu salga su quella nave e che ponga fine alla faccenda una volta per tutte."
Teg Maine si voltò e spalancò la porta per uscire.
"Aspetta! - Lo richiamò il beholder. - Dimentichi la quarta gemma." Un quarto cristallo fluttuò verso di lui. "Mi raccomando di tenerli separati." Concluse Lunjar. Teg Maine afferrò la pietra e si allontanò nel corridoio buio. Era sicuro che il beholder non mentisse. Era probabile che le Mantidi Notturne volessero definitivamente chiudere i conti con quei guastafeste. In fondo non gli dispiaceva neanche tanto che fosse stato scelto lui per questo compito: avrebbe avuto la possibilità di vendicarsi e conficcare il coltello nella gola di quel barbaro o di quel ranger mezzelfo sarebbe stata una gran soddisfazione. Ma che lui, il loro braccio destro, fosse stato l'ultimo ad essere avvisato delle iniziative della gilda... non poteva tollerarlo.

"Caricate la cassa sul nostro vascello più veloce." Ordinò Lunjar ad uno dei suoi schiavi.

Nessun commento: