agosto 21, 2007

7.01 - La nave volante del capitano Petìa

Sfrecciando nel cielo a velocità incredibile, la nave volante del capitano Petìa si allontanò da Keremish, lasciandosi alle spalle le torri di attracco del porto aereo, quindi la baia, la fortezza del duca, il mare della costa meridionale e poi anche il cielo rosso che illuminava perennemente la regione.
"Una volta dentro il Maelstrom non potrò più fermare la nave! - gridò il vecchietto - Se disattivo il cristallo yolos solo per un attimo, rischio di perderlo per sempre... e non voglio certo precipitare in mare!" I capelli lunghi e bianchi raccolti a treccia sventolavano sferzando l'aria mentre la nave schizzava nel cielo a duecento metri d'altezza rispetto all'oceano azzurro. La barbetta incolta e bianca, ispida sul suo mento, nascondeva parecchie cicatrici ma nel contempo lo faceva sembrare molto più vecchio e sprovveduto di quanto non fosse. Gli avventurieri lo avevano incontrato presso l'aerodromo di Keremish, lui e la sua Brivido Cosmico garantivano un passaggio per sole 1.000 monete d'oro. Un prezzo più che equo, considerato che la destinazione finale era la Mastro Xillian, un veliero Lybran che stava facendo rotta verso Fluvia cercando di aggirare una vasta area di turbolenza magica chiamata "Maelstrom". Sulla Mastro Xillian c'erano i cristalli che gli avventurieri stavano cercando di recuperare: Armadale. Alla fine, Lepel era stata di parola. Allontanandosi da Keremish fino a Passo Silberhorn era riuscita a lanciare un potente incantesimo di divinazione e ad individuare i cristalli mentre venivano caricati sulla nave. Ma la nave era salpata prima che loro potessero imbarcarsi. Così, la veloce imbarcazione del capitano Petìa era la loro unica speranza.
La nave era poco più grande di una scialuppa di salvataggio... anzi a guardarla bene avrebbe potuto esserlo, almeno in origine. Ma Petìa aveva modificato molte cose, rendendola più veloce, più manovrabile e (sfortunatamente) assai meno confortevole.

"Ecco il veliero!!!" Gridò il vecchio capitano mentre le sue mani scorrevano sulla sfera di controllo dell'elementale dell'aria che spingeva la nave così velocemente. Il solo cristallo yolos non avrebbe potuto mai farla volare a quella velocità, e non sarebbero mai riusciti a raggiungere un veliero lybran in sole due ore. "Cosa avete intenzione di fare?" Chiese.
Gli avventurieri erano tutti d'accordo: sarebbero saltati sulla nave non appena Petìa si fosse avvicinato abbastanza. "Dovrò comunque accodarmi e cercare di fermarmi sulla nave per qualche secondo, il tempo di saltare!" I suoi passeggeri annuirono. La Brivido Cosmico si accodò alla Mastro Xillian, e immediatamente sulla nave risuonarono gli allarmi. Da alcuni boccaporti uscirono dei cannoni carichi e già pronti a far fuoco, ma Petìa si sollevò sopra il ponte di poppa e gridò agli avventurieri di lanciarsi.
Uno ad uno saltarono sulla nave. La Brivido Cosmico si allontanò velocemente mentre i primi colpi di cannone esplodevano cercando di colpirla. Nel frattempo, sulla poppa della Mastro Xillian accorrevano le Mantidi Notturne, sfoderando i pugnali e attaccando in massa. Lucian, Gordianus e Ivan iniziarono a sfoltire il numero degli avversari, cercando di non essere accerchiati. Il mezzodrago e il guerriero non disponevano più del loro equipaggiamento magico, ma riuscivano comunque a tener testa all'orda di ladri e assassini. Krison scagliò quei pochi incantesimi che era in grado di preparare ora che il suo grimorio gli era stato sottratto, quindi sfoderò lo stocco e si lanciò nella mischia. Kimar colpiva con le ali e gli artigli.

"Fermateli!" Comandò una voce femminile. Alcuni ufficiali delle Mantidi Notturne si presentarono sul ponte. Indossavano corpetti di cuoio color porpora. La ragazza, dai lunghi capelli neri e dal mantello scuro, impugnò una spada corta a due lame e attese che i suoi sottoposti si lanciassero contro gli intrusi. Una fila di balestrieri si fece innanzi dai ponti soprelevati scagliando dardi contro di loro. Gordianus riuscì a farsi strada fin sotto il balcone e soffiò gelo contro i balestrieri congelandone sul posto un paio. Gli altri si ritirarono, mentre gli ultimi loro compagni venivano affettati dal turbine di lame di Lucian e dai poderosi colpi di spada di Ivan. Anche quella che sembrava essere il capo degli ufficiali, chiusa tra i colpi di Kimar, di Lucian e di Ivan cadde al suolo senza vita in una manciata di secondi.
Nel frattempo Krison si era rifugiata sulla postazione di vedetta, uccidendo il marinaio che si trovava lassù in alto. Un'esplosione scosse la nave subito dopo. Qualcosa era esploso sotto coperta. Gli avventurieri non ebbero il tempo di controllare cosa stesse accadendo: le porte della stiva si spaccarono sparpagliando in aria schegge e metallo. Ne uscirono due beholder, galleggiando con difficoltà sulla nave che rallentava fino quasi a fermarsi.
Senza temere il campo anti-magia irradiato dal loro occhio centrale, Gordianus e Ivan caricarono i due occhi-tiranno. Un beholder tentò di scagliare Gordianus fuori dalla nave ma nemmeno la telecinesi di una creatura del genere aveva la forza di spostare i suoi 180 chili di peso. Lucian riusciva ad evitare di cadere preda di tutti i raggi che cercavano di comandarlo, ma accusava ferite su ferite nonostante cercasse di evitare i raggi di disintegrazione e quelli che infliggevano danni mortali. Il primo dei beholder fu abbattuto in pochi minuti, il secondo seguì a breve. Poi la nave si inclinò di lato.
"Vado a recuperare Krison!" Disse Lucian, correndo verso l'albero maestro. Kimar perquisì i corpi dei beholder, ma non trovò alcun indizio. "Noi entriamo!" Avvertirono Ivan e Gordianus, scendendo nella stiva. Era buio, ma Gordianus era in grado di emanare luminosità per qualche minuto, e lo fece. In fondo alla stanza, Teg Maine li stava aspettando. Sorrise, e si gettò nella stiva inferiore.

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